«Mio marito in dialisi costretto a un'odissea, chiamo i carabinieri»

«Mio marito in dialisi costretto a un'odissea, chiamo i carabinieri»
di Ettore Mautone
Lunedì 12 Agosto 2019, 08:26
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Servizio 118 e trasporti secondari: la Asl Napoli 1 dal primo agosto ha interrotto la convenzione con Italy emergenza - la società che da anni si occupava di accompagnare dializzati e carcerati a fare controlli e terapie - internalizzando il servizio. Se ne occupa appunto la centrale operativa del 118 che ha messo a disposizione 9 autoambulanze e altrettante equipe di infermieri e autisti che effettuano 90 corsie al giorno per 45 pazienti dializzati. Il passaggio di consegne non è stato tuttavia indolore. Con disservizi soprattutto per alcuni pazienti dializzati che devono essere prelevati a domicilio due o tre volte a settimana e accompagnati agli Incurabili (l'unico servizio ancora attivo nel complesso monumentale) e al Vecchio Pellegrini.

 

I DISAGI
Emblematico il caso di Gennaro Izzo, 60 anni, nato a Torre del Greco ma domiciliato a Napoli da molti anni. Gennaro abita in via Miracoli, a ridosso di via Foria. Nel 1992 è stato trapiantato di fegato a Lione per una brutta cirrosi negli anni i farmaci immunosoppressori hanno danneggiato i reni per cui è finito in dialisi. Come se non bastasse a causa dell'osteoporosi ha una protesi d'anca e la sua situazione clinica è peggiorata in quanto l'epatite C che lo ha colpito, pur guarita con i nuovi farmaci, ha finito per danneggiare anche il nuovo fegato e dunque attende un nuovo trapianto sia di fegato sia di reni. Oggi Gennaro, assistito dalla moglie, non deambula e sta quasi sempre a letto. La sua casa è al terzo piano di un palazzo senza ascensore, ma da quando sta male lui e la moglie hanno preso in affitto quella al secondo piano per facilitare gli spostamenti. «Mio marito almeno due volte a settimana deve andare a fare la dialisi agli Incurabili - racconta la moglie - la terapia dura 4 ore. Fino a dieci giorni fa gli addetti al trasporto erano efficientissimi, alle 7 in punto erano a casa ed erano attrezzati per accompagnare mio marito su una sedia apposita in un palazzo senza ascensore. Lo riportavano a casa sempre in tempo per il pranzo». Gli addetti sono arrivati la prima volta alle 11 e la seconda alle 11,30 senza essere attrezzati. «Me lo hanno riportato a casa a pomeriggio inoltrato. Mio marito deve mangiare in un certo modo - aggiunge la donna - il vitto dell'ospedale non è il massimo. Nonostante le lamentele alla centrale di riferimento la settimana scorsa al rientro sono caduti dalle scale e mio marito si è ferito. Ho avvisato i carabinieri». Dopo le prime difficoltà alla quarta volta gli addetti del trasporto secondario sono arrivati alle 8 del mattino. Ma comunque per il rientro il paziente ha dovuto attendere due ore. Le lamentele sono tante. «Tutto andrà meglio alla ripresa dalle ferie da settembre» dice Giuseppe Galano responsabile della centrale del 118. «Per l'orario va detto che il personale prende servizio alle 7,15 dunque non può arrivare prima delle 8».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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