Il «miracolo» del bimbo di Sant'Antimo: uscito di notte in pigiama e salvato dai carabinieri

Il «miracolo» del bimbo di Sant'Antimo: uscito di notte in pigiama e salvato dai carabinieri
di Marco Di Caterino
Venerdì 22 Febbraio 2019, 10:28
3 Minuti di Lettura
Alessandro è un nome di fantasia. La sua avventura no. L'altra notte, erano da poco trascorse le due, questo bambino di tre anni mentre la mamma dormiva è sgaiattolato fuori casa, complice la serratura della porta d'ingresso rotta. E mentre la mamma dormiva e il padre era «al lavoro» come parcheggiatore abusivo a Caivano, il piccolino in pigiama, ancora attaccato al ciucciotto, stringendo in una mano un joystick e a piedi nudi ha spalancato la porta di ingresso della sua abitazione. E si è tuffato alla scoperta del mondo che la scorsa notte gli apparso freddo, ostile e pieno di pericoli. Un proverbio napoletano recita: Pazzi e criature, Dio l' ajuta, e mai come in questa singolare vicenda il buon Dio ha dato una mano al piccolo Alessandro. Il piccolino ha percorso un chilometro circa, attraversando una deserta Sant'Antimo, resa spettrale da veli di nebbiolina. Ed è stato davvero un miracolo che Alessandro, così piccolo e seminascosto in una bava di nebbia, sia stato notato dai militari di un'autopattuglia della locale tenenza, diretta dal tenente Daniele Perrotta, che impegnati in un servizio di controllo notturno hanno incrociato il bambino su via Nicola Romeo. Piccolo, solo, esposto a ogni pericolo. I carabinieri, che pure per qualche attimo sono rimasti allibiti, sono scesi dall'auto, lo hanno avvicinato, preso in braccio, rassicurato e poi, a bordo dell'auto con il riscaldamento al massimo, si sono precipitati in caserma, avvertendo anche la centrale operativa del 118.
 
Il «piccolo esploratore» della notte, stremato, infreddolito e soprattutto molto spaventato, tanto da non riuscire nemmeno a parlare, si è poi tranquillizzato davanti a una fumante tazza di latte e una merendina, e soprattutto per le coccole ricevute dai carabinieri. E notizie rassicuranti sono arrivate anche dai sanitari del 118, che hanno accertato le sue buone condizioni, a parte il comprensibile stato di spavento.

Una volta messo in sicurezza il bambino, i carabinieri sono ritornati nella zona di via Nicola Romeo, alla ricerca dei genitori. E dopo una manciata di minuti hanno incrociato la mamma. Surreale il dialogo che ne è seguito, con i carabinieri a chiedere: «Signò, avete perso un bambino?» e lei a rispondere all'istante un disperato «Si! Mi è scappato di casa, perché ho preso sonno davanti alla tv, e la serratura della porta è rotta. Ho già telefonato a mio marito che sta al lavoro». E i carabinieri a chiedere: «Che lavoro?», e la donna a rispondere: «Fa il parcheggiatore abusivo a Caivano». Per i due genitori di Alessandro è scattata una denuncia in stato di libertà per omessa vigilanza su minori, e le segnalazioni al Tribunale dei Minori di Napoli e ai servizi sociali del Comune di Sant'Antimo. La vicenda si è conclusa nel migliore dei modi e senza danni fisici. Ma purtroppo non con un lieto fine. La «scappatella» nel cuore della notte di Alessandro, che potrebbe pure farci sorridere è in realtà ancora un segnale di allarme per la condizione dell'infanzia in alcune zone e in tanti quartieri delle città a Nord di Napoli. Passata l'indignazione per il caso di Giuseppe Dorice, sei anni, ucciso a bastonate una domenica mattina, sul divano di casa sua, dal nuovo compagno della mamma, sull'infanzia negata, vilipesa, abusata, massacrata, sono tornati il solito codardo silenzio e la complice indifferenza. Fino alla prossima bara bianca.
© RIPRODUZIONE RISERVATA