Miracolo di San Gennaro a Napoli, don Mimmo Battaglia ai politici: «Umiltà al servizio di tutti»

Miracolo di San Gennaro a Napoli, don Mimmo Battaglia ai politici: «Umiltà al servizio di tutti»
di Gennaro Di Biase
Lunedì 19 Settembre 2022, 23:00 - Ultimo agg. 21 Settembre, 07:25
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Un 19 settembre tra miracolo e voto, fede e politica, popolo e poltrone. Il Patrono è stato puntuale, nel primo San Gennaro post-restrizioni pandemiche: in un Duomo gremito, alle 9:26 

di ieri l’Arcivescovo Mimmo Battaglia ha dichiarato: «Il segno del sangue si è ancora una volta sciolto». In prima fila, durante l’immediata l’ovazione della folla e per tutto il rito, c’erano diversi big della politica. E Battaglia, parlando del martirio di Faccia Gialla, gli ha lanciato un messaggio preciso e sferzante: «San Gennaro è un segnale per chi ambisce a posizioni di potere – ha spiegato l’Arcivescovo, – Il potere senza amore è destinato a far male, agli altri come a sé. Mentre il servizio autentico e disinteressato, mosso dall’amore per il bene, rimane nella memoria grata della storia». Un promemoria per chi, in queste ore, è impegnato nella lotta all’ultimo seggio. 

 

A 5 giorni dalle urne, il miracolo nel Duomo di Napoli è diventato un ring elettorale. Una passerella politica ben nutrita e ricca di avversari. C’erano il leader di Impegno Civico e ministro degli Esteri Luigi Di Maio, il coordinatore nazionale di Italia Viva Ettore Rosato, la candidata di centrodestra per Noi Moderati Mariarosaria Rossi. Folta anche la schiera del Pd: il governatore Vincenzo De Luca, il ministro della Cultura Dario Franceschini, candidato in Campania (tra i due non è sempre stato tutto rose e fiori).

Oltre, naturalmente, al sindaco Manfredi e agli assessori comunali Santagada e Armato. Presenti anche il rettore Matteo Lorito e Crescenzio Sepe. «Cosa abbiamo chiesto a San Gennaro? – ha detto De Luca – San Gennaro ci darà ispirazione spirituale. La situazione si apre alla speranza con l’impegno di ogni singola persona». «Quando ero piccolo ero qui fuori in piazza con i miei nonni – spiega Rosato, triestino di nascita – è la prima volta dentro la chiesa. Se è il secondo miracolo cui assisto? Probabilmente questo è il mio terzo, ma i ricordi da bambino, si sa, sfumano». «San Gennaro ha rappresentato sempre un punto di riferimento per Napoli nei momenti di difficoltà – ha osservato Manfredi – e questo la città continua a chiedergli: speranza, attenzione per i più fragili e forza di guardare al futuro. Sono cattolico, ma San Gennaro è un punto di riferimento anche laico per la città: in lui si riconoscono tutti i napoletani». 

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Miracolo in chiesa, miracolo alle urne. Tanti big e avversari della politica, insomma, si sono incrociati al Duomo per invocare il voto nella casa del patrono. Ma non è stato solo un San Gennaro “elettorale”. Battaglia, citando la canzone “Gente Magnifica Gente” di Scugnizzi (2002) «contro il male cancerogeno della camorra», ha lanciato una stoccata anche alla società civile. L’Arcivescovo, tra l’altro, ha ricordato con orrore il caso di Davide, il clochard ucciso dalla camorra a Bagnoli nelle scorse settimane: «Chi non conosce l’amore cede facilmente alle logiche egoistiche, alla mentalità del dominio e alla forza della violenza. Quante volte, anche nella nostra città, vediamo imperversare questa logica, e anche come credenti siamo tentati di gettare la spugna ed evitiamo di contrastarla, perché cadiamo nella sfiducia. Vi prego: non cedete a nessuna rassegnazione, non assecondate la sfiducia. Poco importa che il sangue si sciolga o meno. Non riduciamo questa celebrazione a un oracolo da consultare. Ciò che importa è l’impegno quotidiano a sciogliere i grumi dell’egoismo. Sono tanti i motivi per cui scoraggiarsi: la crisi energetica, la pandemia, il male endemico della criminalità locale. Napoli ha bisogno di una nuova speranza. Ricordo quando vidi per la prima volta il film “Scugnizzi”. Passeggiando per il centro storico, tante volte ho ripensato a quel film: incontrando tante persone spesso canticchiavo nella mia testa la famosa canzone che recita: “Gente, magnifica gente, vicina e distante, gente che vede e che sente e che fa finta di niente per non sporcarsi”. Dobbiamo ammettere che a distanza di anni questa canzone è ancora tanto vera. Presto in molte zone della città partiranno reti territoriali capaci di arrivare prima del sistema camorristico. Un sistema che uccide un povero clochard, prescelto per essere cavia dell’apprendistato di un ragazzo killer. Un sistema che arruola sempre più minori non imputabili di reato. Bisogna prevenire tutto questo». 

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