Miracolo di San Gennaro, don Mimmo Battaglia: «Dai speranza ai tuoi figli più fragili»

Miracolo di San Gennaro, don Mimmo Battaglia: «Dai speranza ai tuoi figli più fragili»
di Alessio Liberini
Lunedì 19 Settembre 2022, 15:30 - Ultimo agg. 20 Settembre, 07:27
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San Gennaro non tradisce il suo popolo: il prodigio si è ripetuto ancora una volta. Alle 9.26, in un Duomo gremito da migliaia di fedeli che tornano ad abbracciare il loro patrono senza restrizioni pandemiche, l’annuncio: «Il segno del sangue ancora una volta». Con queste parole l’arcivescovo, don Mimmo Battaglia, comunica ai presenti lo scioglimento del sangue di “faccia gialla” a cui segue il tradizionale sventolio del fazzoletto bianco, in un tripudio di applausi e commozione. 

L’evento rappresenta, infatti, un segno di buon auspicio per il futuro della città. La liquefazione del sangue del patrono di Napoli e della Campania - custodito in apposite ampolle da tempo immemore - si celebra tre volte l’anno: il 19 settembre, giorno della festa di San Gennaro, il sabato che precede la prima domenica di maggio, e il 16 dicembre. 

Inutile dire che la celebrazione più sentita dai napoletani è proprio quella in cui ricorre la festa del santo. Già dalle 7.30 di questa mattina, quando le porte della cattedrale si sono aperte al pubblico, in centinaia hanno affollato gli spazi del Duomo. In special modo la Reale Cappella del tesoro di San Gennaro. C’è chi chiede una grazia, chi fa una preghiera per un amico o un familiare in difficoltà o chi accende una candela per San Gennaro. In sottofondo non può di certo mancare la supplica delle “parenti” che invocano il santo a compiere l’atteso prodigio. «Viva San Gennaro» è il messaggio che gridano spontaneamente i fedeli accorsi: prima, durante e dopo la funzione religiosa che anticipa l’apertura della cassaforte dove sono custodite le ampolle con il sangue di San Gennaro. Avvenuta alle ore 9.15 alla presenza dell’arcivescovo Battaglia, monsignor Vincenzo de Gregorio e il sindaco Gaetano Manfredi.

Il primo cittadino di Napoli è infatti anche presidente della deputazione, l’organo che controlla il tesoro, dal valore inestimabile, del santo patrono della città. All’arrivo sull’altare maggiore la comunicazione dell’avvenuto miracolo da il via alla solenne celebrazione eucaristica, tra la gioia dei presenti accalcati in massa anche all’esterno della cattedrale. 

«Non riduciamo mai questa celebrazione a un oracolo da consultare» è il monito di don Mimmo, nel corso di una lunghissima e toccante omelia. Alla cerimonia hanno preso parte anche numerose istituzioni: dal governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca, al prefetto di Napoli Claudio Palomba, dal procuratore generale di Napoli Luigi Riello, al questore Alessandro Giuliano, dal rettore della Federico II Matteo Lorito all’ex sindaco di Napoli, Antonio Bassolino. Presente anche l'arcivescovo emerito, Crescenzio Sepe. Seduti in prima fila spuntano invece i volti di: Luigi Di Maio, titolare degli Esteri, il ministro della Cultura, Dario Franceschini, il vicepresidente della Camera, Ettore Rosato e la parlamentare Mariarosaria Rossi, candidata alla Camera per il centrodestra.

«Prega per noi Gennaro – prosegue l’arcivescovo - prega per la tua Napoli. Per i suoi figli più fragili, per chi è afflitto dalla fatica di vivere e corre il rischio di perdere la speranza». Una speranza figlia dell’amore perché «chi non conosce Dio come Amore cede facilmente alle logiche egoistiche, alla mentalità del dominio e alla forza della violenza». È un invito a «non gettare la spugna», a non “voltarsi dall’altra parte”, quello che fa don Mimmo consapevole di trovarsi davanti ad una città martoriata dalla criminalità. 

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Lo fa ricordando la celebre canzone del musical Scugnizzi Magnifica gente. «Non vorrei risultare inopportuno – chiarisce don Mimmo - nel pensare che dall'alto del cielo, con il suo sguardo attento sui nostri accadimenti, osservando la condizione di tanti figli di Napoli questa canzone non sia stata sussurrata anche da San Gennaro. Sono certo che anche lui unisce la sua voce alla voce dei più piccoli per chiedere il miracolo della solidarietà, per impetrare dai nostri cuori induriti e indifferenti il prodigio del bene comune, per invocare la liquefazione di quei grumi sociali fatti di promesse non mantenute, di impegni dichiarati e non perseguiti, di individualismi incancreniti che faticano a creare rete e comunità, unica via per spargere il bene a piene mani! Gente di Napoli, ciò che ti rende magnifica è la tua capacità di amare, ciò che ancor più può renderti tale è attingere alla fonte dell'amore che è Cristo stesso: non temere di seguirlo e di magnificare il Signore per quanto opererà in te, nei tuoi piccoli, tra i tuoi poveri, per chi siede ai margini della società».

«Prega Gennaro, per ciascuno di noi –  dice al termine dell’omelia l’arcivescovo, prima di concludere il solenne rito sul sagrato del Duomo per la benedizione alla città e al popolo partenopeo, mentre in sottofondo un gruppo di giovani esegue le note di Magnifica gente - liberaci dalla logica di una vita vissuta a delegare, ridesta in noi il desiderio dell'impegno, aiutaci ad avere il coraggio di pagare di persona testimoniando la bellezza della luce anche tra le tenebre più fitte: e dacci di credere con tutto noi stessi che la nostra piccola luce, unita alle altre, nutrita e abitata dalla luce di Dio, diverrà il primo sole di un mondo nuovo!».  

 

All’esterno della cattedrale migliaia di fedeli ammirano così il proprio patrono. A lui il popolo di Napoli si affida per chiedere «la fine del conflitto in Ucraina», la pace nel mondo, ma anche un impegno verso i tristi problemi sociali che vive da sempre la città, come l’emergenza lavoro, specialmente per i giovani che, come ha ricordato anche don Mimmo, «sono spesso costretti ad emigrare da questa terra».

«Il culto di San Gennaro non è soltanto devozione – dice un anziano all’esterno del Duomo – è un qualcosa che è dentro la nostra identità di napoletani. Con lui viviamo più sereni».

«Credo che le parole dellaArcivescovo siano un monito da raccogliere e da mettere in pratica ed è un grande impegno per tutti noi. È un messaggio di coesione e di unità, mai come in questo momento l’unione di tutte le istituzioni è fondamentale per dare una risposta concreta alle persone che hanno bisogno», è invece il commento del sindaco, Gaetano Manfredi, a termine della cerimonia.

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