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Angela Celentano, il mistero tra fake e depistaggi: un buio lungo 25 anni

di Dario Sautto
Articolo riservato agli abbonati
Sabato 7 Agosto 2021, 00:05 - Ultimo agg. : 8 Agosto, 08:02
4 Minuti di Lettura

Mille piste, i fanatici pronti a irrompere con tesi fantasiose, depistaggi e 25 anni di attesa. Era il 10 agosto del 1996, una data che gli italiani difficilmente dimenticheranno. In piena estate, sul monte Faito, a Vico Equense, un bambina scomparve nel nulla. Angela Celentano aveva solo tre anni, quando il suo volto cominciò a circolare su tutti i canali tv nazionali e internazionali, sui quotidiani di tutto il mondo. Un volto gioioso, di una bimba sorridente, con i suoi tre anni pronta ad affacciarsi alla vita.

Mamma Maria e papà Catello fanno parte di una comunità evangelica: lei è la figlia del pastore. Una piccola comunità composta da una decina di famiglie, quasi tutte residenti nella zona collinare di Vico Equense. Quel giorno decisero tutti insieme di organizzare un incontro di preghiera in una pineta, la prima sulla destra varcando il confine del monte Faito, accanto a un centro sportivo all’epoca molto frequentato. Lì in quel luogo improvvisamente scomparve Angela. Un bambino l’aveva vista rincorrere un pallone, qualcun altro sosteneva che fosse tornata indietro. Sparita nel nulla. Le ricerche dei familiari e della comunità iniziarono subito, ma solo dopo quasi un’ora fu chiesto l’intervento dei carabinieri della stazione di Vico Equense. Prima del tramonto, tra elicotteri, squadre di volontari, residenti, semplici cittadini, migliaia di persone si riversarono sul Faito, notte e giorno alla ricerca della bambina. Nessuna traccia fu trovata. Le indagini, rese complicate da un clima di omertà spesso sottolineato dagli stessi inquirenti, furono chiuse con un nulla di fatto per la prima volta nel 1999. 

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Tutte le piste furono percorse: dal sequestro di persona per le adozioni illegali a livello internazionale, alla vendita di organi, passando per la pedofilia, fino all’omicidio per dispetto. Migliaia di persone furono ascoltate nel corso degli anni. Per mesi ogni giorno arrivavano segnalazioni da mezza Italia: una bimba rom che le somigliava ad Arzano accese la speranza a maggio del 1997: ma non era Angela. 

Le piste all’estero hanno occupato i primi anni duemila, quasi tutte fake e costruite ad arte. Purtroppo, il caso di Angela Celentano si inserì nello scandalo dei rimborsi taroccati alla Procura di Torre Annunziata: c’è chi lucrò su quella vicenda. Anche gli esperti dell’FBI alloggiarono per alcune settimane a Vico Equense, setacciarono il Faito, interrogarono persone e giunsero alla conclusione che la bimba era morta. Unico dettaglio in più, ancor più raccapricciante, fu un altarino ritrovato in una villetta. 

Video

Nel frattempo, la Procura distrettuale Antimafia di Napoli ha battuto anche la pista che portava in Turchia, dove una donna sosteneva di aver fotografato Angela nei pressi di una casa, che poi si rivelò un ufficio sanitario di una cittadina turca. L’ultima inchiesta è ripartita sull’onda mediatica di Celeste Ruiz, la sedicente ragazza messicana che inviava mail dall’America centrale riferendo di essere Angela Celentano. Su impulso dell’allora procuratore Sandro Pennasilico e dell’aggiunto Pierpaolo Filippelli, a maggio 2017 si scoprì l’identità della ragazza della foto: si chiama Brissia, ha 39 anni, effettivamente era messicana ma residente in Francia da anni ed era stata vittima di un furto d’identità, si recò a Torre Annunziata e incontrò anche Catello e Maria. Da quel momento, però, l’inchiesta è andata avanti, con l’aggiunto Filippelli che ha coordinato in prima persona le attività, che a quel punto si concentrarono nuovamente sul contesto familiare, da dove erano partite quel 10 agosto di venticinque anni fa.
Il fascicolo è stato archiviato – forse definitivamente – a marzo dello scorso anno, con la Procura di Torre Annunziata - oggi guidata dal procuratore Nunzio Fragliasso - che ha compiuto un ultimo sforzo investigativo importante, cercando di dare una verità alla famiglia Celentano, che tenesse conto innanzitutto del lato umano di questa triste vicenda. C’è una famiglia che venticinque anni fa ha perso una bambina, che ha cercato per anni dove fosse, che nonostante il dolore immane è andata avanti e che adesso, comprensibilmente, non ha più voglia di parlare di indagini e piste. Nel frattempo Angela è diventata la figlia di tutti e tutta Italia, ancora oggi, si chiede dove sia adesso.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
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