Lavinia Trematerra morta schiacciata da una statua, lo strazio dei genitori: «La nostra vita è finita»

Lavinia Trematerra morta schiacciata da una statua, lo strazio dei genitori: «La nostra vita è finita»
di Maria Chiara Aulisio
Sabato 27 Agosto 2022, 22:59 - Ultimo agg. 29 Agosto, 08:10
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Un’estate maledetta. L’altro giorno si sono celebrati i funerali di Vincenza, la giovane donna morta poche ore dopo aver messo al mondo il suo primo figlio: una storia drammatica - dolore, rabbia e incredulità - che ha commosso la città intera e sulla quale gli inquirenti sono ancora al lavoro. Ieri un’altra tragedia: stavolta la vittima è una bambina di appena sette anni, bella e sorridente, felice e spensierata. È rimasta schiacciata dal peso di una statua di circa cento chili, alta più di un metro ottanta, che non le ha lasciato scampo. È successo a Monaco di Baviera, la capitale della regione più ricca della Germania, venerdì pomeriggio, dove la piccola Lavinia era in vacanza con i genitori. 

Figlia unica di una coppia di noti avvocati napoletani, Michele Trematerra e Valentina Irene Poggi, la piccina giocava con un’amichetta nel giardino dell’hotel - un elegante albergo a quattro stelle a due passi dal centro della città - quando - per ragioni ancora da chiarire - quel blocco di marmo le è finito addosso. Ma andiamo con ordine e ricostruiamo, attraverso il racconto del papà, la dinamica di un incidente assurdo, - anticipato ieri mattina dal sito internet del quotidiano “Roma” - che si sarebbe potuto evitare se a qualcuno fosse venuto in mente di fare un controllo sulla stabilità di una struttura intorno alla quale girano ogni giorno decine di persone. Tutto è successo nel tardo pomeriggio del 26 agosto: erano da poco passate le 18 quando l’avvocato Michele Trematerra, titolare di uno studio legale in piazzetta Duca d’Aosta, tenendo Lavinia per mano, scende nella hall dell’albergo dove di lì a poco li avrebbe raggiunti anche mamma Valentina che invece era rimasta in camera.

Padre e figlia, già belli e pronti, avevano deciso di avviarsi per prendere un po’ d’aria. Il programma familiare era quello di concedersi un ultimo giro della città, e una cena al ristorante, prima di tornare in camera e fare i bagagli per concludere così una bella vacanza trascorsa tra Austria e Germania. Ieri, infatti, era previsto il ritorno a Napoli da Vienna. Ma torniamo alle 18 di venerdì scorso: Lavinia, sotto lo sguardo attento del papà che, per abitudine, non la perdeva mai di vista, si ferma a giocare con un’altra bambina appena conosciuta nel giardino attiguo all’ingresso dell’albergo - tra i più rinomati della città - dove, al centro, era stata piazzata una grande statua di marmo. La piccola pare che non l’abbia neanche sfiorata - e in ogni caso sembrerebbe piuttosto improbabile che una bambina di sette anni riesca a buttare giù una struttura di oltre cento chili per quasi due metri di altezza. In ogni caso sono bastati pochi istanti perché le finisse addosso schiacciandola sul petto. Attimi drammatici, ma soprattutto attimi: benché il papà fosse davvero a pochi passi non è riuscito comunque a salvarle la vita. Ha assistito impotente alla scena, è corso verso di lei ma non ce l’ha fatta a impedire che la statua travolgesse in pieno la sua piccola Lavinia: «La nostra vita è finita - dice con un filo di voce - era una bambina meravigliosa. E niente e nessuno potrà più restituircela». 

C’è un particolare sul quale gli inquirenti tedeschi stanno già lavorando e che potrebbe contribuire a fare chiarezza in questa storia tragica e incredibile: il prato del giardinetto dell’hotel era completamente bagnato, l’erba e il terreno impregnati di acqua piovana in seguito ai forti temporali che si susseguivano da giorni. Una circostanza che - secondo gli stessi investigatori - potrebbe aver messo a rischio la stabilità della statua. L’ambulanza è arrivata nel giro di una decina di minuti, un socorso tempestivo: all’arrivo dei medici tedeschi la bambina respirava ancora tra le braccia del padre, ma poi non ce l’ha fatta. L’ultimo strazio per i genitori ora sarà quello di aspettare che venga eseguita anche l’autopsia prima di avere il libera dall’autorità giudiziaria per riportare a casa, qui a Napoli, la bambina. Della vicenda se ne sta occupando personalmente il console italiano a Monaco di Baviera, Enrico De Agostini, che ha subito incontrato i coniugi Trematerra. Il console si è impegnato a seguire la vicenda soprattutto dal punto di vista investigativo per garantire alla famiglia che venga fatta piena luce sull’incidente che gli ha portato via la piccola Lavinia.

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Su Facebook il commovente messaggio di addio della mamma: «Sei e sarai sempre il nostro angelo. Amore della nostra vita». Sui social non si contano le frasi e i pensieri dedicati alla piccina e ai suoi genitori che mai riusciranno a farsene una ragione. Ce n’è uno, tra i tanti, “postato” sulla pagina Fb del Comune di Ponza dove la famiglia Trematerra aveva l’abitudine, da molti anni, di trascorrere parte delle vacanze d’estate. Qui, sull’isola di Ponza, Lavinia era stata anche poco prima di partire per Austria e Germania. Tra i ricordi quello di Alessandro Balzano, certamente un amico di famiglia, che scrive così: «Ora ci sarà un angioletto in più che sorveglia Ponza... Mi sembra di vederla ancora oggi quando, il 21 agosto, è partita dall’isola con aria dispiaciuta. Si mise a ridere quando dissi a mamma Valentina che stava diventando proprio una signorina». A fargli eco c’è Matilde: «Ti ricordo piccola piccola, sempre allegra e sorridente. Ponza era il tuo regno e lo sarà per sempre. Anche da lassù». 

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