Monopattini elettrici a Napoli, tour a rischio tra buche e colonne di auto

Monopattini elettrici a Napoli, tour a rischio tra buche e colonne di auto
di Gigi Di Fiore
Giovedì 10 Settembre 2020, 10:00 - Ultimo agg. 16:54
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Pronto a vivere l'ebbrezza di un giro sul monopattino marchiato Comune di Napoli e Helbiz, la società che gestisce il servizio in altre 10 città italiane. «Posso pagare in contanti»? «No, e a chi poi?» mi rispondono al numero Helbiz di Milano. E allora, ecco la app sul telefonino, ecco il Qcode e, fuori al Metropolitan, trovo due monopattini nuovi nuovi. Mi dicono al bar Serpentone che al mattino qui ce erano tanti.

Il Qcode sul manubrio rilascia il primo euro via Gps. Il monopattino, che spostato senza Qcode emette uno strano lamento, può partire. A destra si accelera, a sinistra si frena. Una leggera spinta con il piede sinistro e addio alla mia privacy. Da questo momento, ogni mio spostamento è tracciato da un grande fratello. Ogni minuto sono venti centesimi. Vado piano, insicuro, senza casco anche se lo consigliano, ma gli altri che incrocio ne sono tutti senza. Salgo per via Chiaia, lento lento, mentre un ragazzino mi sorpasso veloce, sbeffeggiandomi. Isola pedonale per modo dire. Via Chiaia è tutto uno sfrecciare di bici nere con ruote enormi a pedalata assistita, monopattini pubblici e privati. Corrono, come provvisti di dispensa speciale e scansano a stento la gente a piedi. Le bici assistite fanno più paura.
 

 

Via Chiaia sembra un campo di battaglia, con ben sette monopattini abbandonati. Uno fuori il negozio Tramontano, due fuori la gioielleria Eboli, uno davanti la rosticceria Donna Sofia, due davanti l'ingresso del Credit agricole, due su piazza Carolina. L'abbandono dovrebbe rispettare delle regole: chiunque fitta questi monopattini può lasciarli dove vuole, ma «senza interferenze con pedoni e altri veicoli». E meno male che via Chiaia sarebbe isola pedonale. Chiedo permesso, ma vado così piano che manca poco che non siano i pedoni a farmi perdere l'equilibrio. Mi avevano messo in guardia: «Attento alle buche, sulle strade dove passano le auto». E già a piazza Trieste e Trento capisco cosa significa. Il monopattino è tremolante e metto un piede a terra per sostenermi e evitare problemi.

Ancora monopattini abbandonati. Uno è all'inizio di piazzetta Matilde Serao, un altro sul marciapiede, e non sarebbe permesso, fuori la Tim, Ancora un marciapiede, a via Santa Brigida, fuori il negozio di abbigliamento Marella. Decido di andare sul sicuro e proseguo per via Toledo, fino a piazza Carità non è male. Poi, per evitare le auto e le buche, dovrei salire sul marciapiede, ma non è permesso. Dovrei fare un lungo giro, per non andare in controsenso. Decido di tornare indietro, ma scendendo per entrare in via Cervantes. Sì, lo ammetto, mi fanno paura le buche, le auto che mi considerano un intruso, i marciapiedi con la gente che cammina. Risalgo per Santa Brigida e vado a ritroso. Non mi va di abbandonare questo monopattino nuovo di zecca in un punto qualunque come gli altri. Torno per via Chiaia e lo lascio di nuovo fuori il Metropolitan, da dove ero partito. Tempo di percorrenza, per me quasi 45 minuti. Altro che mobilità alternativa, ma sono io che non andavo a 50 chilometri all'ora, io che temevo di perdere l'equilibrio con le buche o di essere investito dalle auto, io che non volevo infastidire i pedoni. L'età fa brutti scherzi, mentre un paio di adolescenti con i loro monopattini vanno veloce che è una bellezza.
 

In 106 giorni, ben 90 incidenti con monopattini, un'inchiesta della Procura coordinata dall'aggiunto Tiziana Siciliano nella Milano post lockdown. Il Codacons ha presentato un esposto, denunciando la pericolosità di questi mezzi di locomozione «su cui non è obbligatorio il casco tranne che per i minori». L'Asaps (Associazione sostenitori e amici della polizia stradale) ha un «osservatorio monopattini». Tra giugno e luglio, ha registrato in Italia 43 incidenti con lesioni e 60 più lievi.
A Budrio, c'è scappato anche un morto. Il record è a Milano, Roma è seconda. A Milano, 85 multe della polizia locale in due mesi: in due sul monopattino, transito in aree pedonali, passaggi con il rosso. Chi sfreccia su quelle piccole due ruote si sente onnipotente, ma rischia. «Mi sono tolto uno sfizio» mi dice il titolare di un negozio di via Chiaia, mentre lascia il monopattino. E forse questo servizio sharing è solo uno sfizio.

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