Torre del Greco piange l'avvocatessa morta sul Pollino, il marito ferito: «Io e i figli vivremo per lei»

Torre del Greco piange l'avvocatessa morta sul Pollino, il marito ferito: «Io e i figli vivremo per lei»
di Serafina Morelli
Mercoledì 22 Agosto 2018, 08:00
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CASTROVILLARI - «Ce la faremo, continueremo a vivere per lei», dice il marito dell'avvocato Maria Immacolata Marrazzo, 43 anni, la donna di Torre del Greco tra le dieci vittime. Giovanni Sarnataro, anch'egli avvocato, era ricoverato all'ospedale di Cosenza ma, subito dopo le cure, si è precipitato nell'altra struttura sanitaria, a Castrovillari, per stare accanto ai suoi due figli sopravvissuti, 11 e 9 anni, ora in codice giallo. La piccola Angela, in particolare, è fuori pericolo, ha delle escoriazioni alle gambe, ma è ancora sotto choc e non sa che non rivedrà più sua madre: «Non doveva succedere», ripete Giovanni.

Famiglia benestante, molto conosciuta a Torre del Greco, i due coniugi da sempre erano appassionati di rafting. Sconcerto nella città vesuviana, già profondamente turbata dalla tragica scomparsa di quattro giovani ragazzi nel crollo del ponte di Genova. Il sindaco, Giovanni Palomba, tra i primi a dare la notizia che tra le vittime c'era anche una torrese, dice: «Siamo vicini alla famiglia e restiamo in stretto contatto con le autorità locali e i familiari della sfortunata donna e apprezzata professionista. Abbiamo offerto la nostra disponibilità per ogni tipo di aiuto in questi terribili momenti».
 
«Ora è il momento di pensare al papà e suoi figli», dice uno dei familiari arrivati appena si è capito che tra le vittime della tragedia ci fossero i Sarnataro. Insieme con i parenti delle vittime e dei feriti ci sono i medici del reparto e il vescovo di Cassano allo Jonio, Francesco Savino. Il prelato ha voluto accertarsi personalmente delle condizioni dei minori ricoverati: i bambini sono tutti fuori pericolo, mentre i familiari e gli amici delle due famiglie di Torre del Greco e Qualiano attendono di avere notizie nella sala d'aspetto del reparto. C'è chi è arrivato direttamente dalla Campania e chi invece era in vacanza a Soverato e in altre località della fascia jonica catanzarese.

Piangono, si abbracciano, non riescono a darsi pace e il pensiero va alle due ragazzine di 10 e 12 anni di Qualiano che sono state salvate dalla valanga di acqua, fango e detriti che li ha travolti e trascinati per centinaia di metri. Una delle bambine è entrata in pronto soccorso in codice giallo all'ospedale di Castrovillari, l'altra invece è stata trasferita in eliambulanza al Policlinico universitario Gemelli di Roma e si lotta in queste ore per salvarla.

Il telefono dei parenti continua a squillare, il sindaco di Torre del Greco chiama uno dei parenti di Giovanni Sarnataro per avere ulteriori informazioni sulle condizioni dell'avvocato e dei figli. «Addosso gli è arrivato l'impossibile - dice una delle zie di Angela -. La bambina ora sta bene ha solo molti graffi sul corpo».

«Ho visto il corpo immobile, gonfio, pieno di acqua. Per lui non c'è stato nulla da fare. È un'immagine che rimarrà impressa per sempre nei miei occhi», arriva piangendo un parente delle vittime campane di Acquaro.

Nel reparto di Pediatria entra poi una donna, è ferita, ma vuole ugualmente vedere i suoi bambini. Il marito è morto e racconta che non dovevano fare quella maledetta escursione l'altro giorno, non avevano neanche abbastanza soldi per l'escursione sul Raganello. La famiglia è di Cisternino, provincia di Brindisi e aveva deciso di trascorrere qualche giorno di vacanza in Calabria. I figli sono ora fuori pericolo, il padre, Gianfranco Fumarola, ha perso la vita tra le gole maledette.

«È l'ora della preghiera, del silenzio, della meditazione profonda dice il vescovo - perché dobbiamo tutti imparare dalle tragedie. Le Gole del Raganello sono belle, affascinanti ma anche pericolose. L'altra sera c'è stata una battaglia tra la bellezza e la morte e questa volta sembra che la morte abbia vinto sulla bellezza».
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