Morto in casa col cane: la storia di Totò, ucciso dai bracieri perché non poteva pagare le bollette

Morto in casa col cane: la storia di Totò, ucciso dai bracieri perché non poteva pagare le bollette
di Francesca Mari
Venerdì 21 Dicembre 2018, 11:53 - Ultimo agg. 20:55
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TORRE ANNUNZIATA - Morto con il suo cane intossicato dal monossido di carbonio dei bracieri che si era procurato per riscaldarsi. Non c’erano soldi per pagare le bollette e la pensione non era ancora arrivata a Salvatore Melluccio, 55enne originario di Torre Annunziata ma che da 20 anni viveva a Correggio, in provincia di Reggio Emilia, come dipendente di un’industria di trattori. E proprio nei mesi scorsi era andato in pensione, ma, come per molti cittadini italiani, i soldi erano pochi, la pensione non era ancora arrivata e Salvatore Melluccio, per gli amici Totò, è morto in casa con il suo cagnolino, amico fidato fino alla fine. Il suo corpo è stato trovato martedì dai carabinieri di Correggio nel suo appartamento in via Pascoli 7 in Emilia Romagna: era riverso a terra, colto da un attacco cardiorespiratorio.

Nel corso del sopralluogo i militari e i vigili del fuoco hanno rilevato presenza nell’aria di monossido di carbonio, hanno trovato diversi bracieri e in un’altra stanza il piccolo cagnolino senza vita. Intervenuti sul posto l’ambulanza della Croce Rossa, il personale dell’automedica del San Sebastiano e il pm per i rilievi del caso: poi la salma mercoledì è stata consegnata ai familiari e ieri mattina si sono svolti i funerali nella chiesa di San Prospero a Correggio. L’urna con le ceneri sarà portata nella tomba di famiglia del cimitero di Torre Annunziata dove vivono due sorelle di Totò e il figlio 30enne Marco, mentre il fratello Francesco Paolo vive in Piemonte e la moglie e la figlia di Salvatore a pochi chilometri da Correggio. Un banale incidente domestico ha stroncato la sua vita, ricordato nella città oplontina come uomo di grande cuore e instancabile lavoratore.

A raccontare cosa c’è dietro l’incidente domestico il fratello Francesco Paolo che, molto legato a Totò, ha allertato i parenti fin da domenica perché non riusciva a mettersi in contatto con lui. Poi, dopo che il figlio Marco aveva chiamato i carabinieri, è stato Francesco Paolo a dare loro mandato di sfondare la porta. Quindi, martedì sera, il triste ritrovamento. Poi le corse, con chilometri di coda in autostrada, da Alessandria a Correggio e la camera ardente e i funerali del fratello. «Mio fratello nei mesi scorsi aveva discusso con la moglie – ha detto Francesco Paolo – per una questione legata al pagamento di bollette. Anziché contribuire al sostentamento familiare, lei ha preferito spendere i soldi per andare alla festa patronale e ha permesso che staccassero il gas. Poi a ottobre è scesa a Torre Annunziata per la festa patronale e dopo è andata da sua figlia. Lui era solo da qualche mese: sapeva fare di tutto, mio fratello, aveva le mani d’oro e così, avendogli staccato il gas per i ritardi nel pagamento delle bollette, lui ha rimediato con degli antichi bracieri che si è procurato, visto il periodo di grande gelo».

Non trattiene l’emozione Francesco Paolo, molto legato a Salvatore anche se si vedevano poco perché distanti per lavoro. Ultimamente pare che sia dovuto intervenire per litigi tra suo fratello a la moglie: Marco, il figlio 30enne vive a Torre Annunziata mentre Giusy, la femmina, è sposata e vive a pochi chilometri da Correggio. «Ciò che mi ha fatto molto male –ha concluso Francesco Paolo – è che alla camera ardente non c’erano la moglie e la figlia. Non mi do’ pace che mio fratello sia rimasto solo e abbia fatto questa fine. Non voglio scatenare polemiche, ma solo rispettare la sua memoria e il suo ricordo».
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