Addio a Gino Strada, la sua eredità a Napoli e Castel Volturno: «Un gigante»

Addio a Gino Strada, la sua eredità a Napoli e Castel Volturno: «Un gigante»
Maria Pirrodi Maria Pirro
Venerdì 13 Agosto 2021, 19:34 - Ultimo agg. 29 Gennaio, 16:24
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A Castel Volturno i volontari di Emergency lo chiamano dottore. Con ammirazione. Il dottor Gino Strada.  «Un gigante. Al Paese ha dato una spinta anche culturale: dal Maurizio Costanzo show, le sue uscite in tv lasciavano il segno. E l'apertura di questo ambulatorio, reso permanente, è stata possibile proprio grazie a lui. Nel 2015, dopo due anni di attività in camper», ricorda Sergio Serraino, responsabile della struttura di Emergency voluta dal chirurgo scomparso oggi, fondatore dell'Ong che ha costruito ospedali e presidi di primo soccorso nel terzo mondo, vicino e lontano da casa. «Al progetto nella provincia di Caserta - aggiunge Serraino - destinò parte del ricavato della partita del cuore con la nazionale cantanti», mostrando quella che ha definito l'«Italia sconosciuta». Povertà, degrado, schiavismo mai visti neanche in Sudan affrontati quotidianamente da due mediatori, un pediatra e un infermiere che accolgono un centinaio di persone al giorno e, da giugno 2021, sostengono la campagna vaccinale anti-Covid con 150-200 registrazioni in piattaforma a settimana. Tra insegne cadenti e rifiuti fumanti, lungo la costa, c’è il numero più alto di donne vittima della tratta. Rappresentano il 55 per cento degli accessi, caso unico dato che gli emigranti che sbarcano sono quasi tutti uomini. E, nella sala d’attes, sono affissi gli articoli della Costituzione  sui muri azzurri.

Anche la sede dell'associazione di Ponticelli risale al 2015 ed è un riferimento consolidato: si trova in un edificio in comodato d'uso del Comune di Napoli. «Gino è stato tre volte qui negli ultimi sei anni. La prima, in occasione dell'inaugurazione», spiega Andrea Belfiore, che coordina il centro delle 350 prestazioni in 12 mesi, il 75 per cento in favore dei migranti, le restanti per gli abitanti del quartiere. «Penso con emozione anche all'altra sua visita per ritirare un premio nell'ambito del festival per i diritti umani promossa dall'Annalisa Durante». Con il dibattito a Forcella assieme a Alex Zanotelli, amico e compagno di tante battaglie. 

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Il discorso al Policlinico della Federico II  coincide con la terza visita nel presidio sanitario partenopeo, e rappresenta una lezione attualissima in difesa della sanità pubblica nella città e regione con il record di prestazioni e servizi affidati ai privati in convenzione, dalle cure oncologiche più complesse come la radioterapia alle più semplici analisi del sangue.

Storture, diseguaglianze, paure. Disagi più pesanti con la pandemia e già prima del lockdown avvertiti nei luoghi di restrizione e ristrettezze, ai margini. Forse tutto questo spiega perché Gino Strada è stato accolto sempre con calore a Napoli e dintorni. Lì dove resta la sua eredità.

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