Morto Simba a Napoli, il bambino di tre anni ucciso dal latte materno ricco di sostanze stupefacenti

L'ultimo saluto nella Parrocchia dell'Addolorata in Via Pigna

Morto Simba, il bambino di tre anni della Casa di Matteo
Morto Simba, il bambino di tre anni della Casa di Matteo
di Valentino Di Giacomo
Venerdì 6 Gennaio 2023, 11:00 - Ultimo agg. 7 Gennaio, 09:03
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È morto mercoledì scorso, a soli tre anni, Simba, il bimbo nato in una baracca da una madre e salvato da un assistente sociale per essere portato nella comunità Casa di Matteo, dove ha vissuto sin dopo la sua nascita. Era stato soprannominato con il nome del personaggio del film Il Re Leone della Dinsey proprio per la sua straordinaria voglia di vivere. Fatale l'aver succhiato nei primi giorni di vita il latte materno ricco di sostanze stupefacenti, proprio quelle sostanze avevano portato quel piccolo scricciolo sin dalla nascita ad avere gravi problemi di salute. Eppure, proprio per quella istintiva tenacia di sopravvivenza, il piccolo era riuscito a tenere duro anche grazie all'amorevole accoglienza ricevuta nella comunità napoletana. La sua storia ha commosso l'intera città, anche per questo oltre ai volontari della Casa di Matteo, il dolore è stato fortissimo per chi ha seguito la vicenda.

«Non avremmo mai voluto dirvelo: il nostro piccolo Simba - hanno scritto dalla Casa di Matteo - non ce l'ha fatta.

Vi chiediamo scusa per non essere riusciti a trovare parole meno dirette e crude, ma a questo dolore non ci si abitua mai e la sofferenza è sempre più atroce. È successo tutto improvvisamente, come altre volte. Ma questa volta non ce l'abbiamo fatta. Noi, noi e lui, insieme. Non vogliamo farci domande, non sapremmo trovare risposte adeguate. Ringraziamo chiunque lo abbia amato, da vicino, da lontano. Siamo sicuri che anche il piccolo Re della Foresta vi abbia voluto bene». In fondo, nonostante il bimbo fosse affetto da alcune patologie, era proprio quella sua straordinaria capacità di resistere che hanno fatto vivere a tutta la comunità la sensazione del fulmine a ciel sereno, nessuno se l'aspettava che potesse finire così. Quella di Simba è stata una storia di speranza e, anche se quella che sembrava una favola si è ora trasformata in un incubo per chi gli ha voluto bene e lo ha assistito, resta comunque qualcosa di positivo in questa vicenda. Insieme a Simba fu infatti salvato anche il suo fratellino, che poi si è riusciti a dare in adozione. La Casa di Matteo assiste bambini abbandonati o figli di genitori che non hanno possibilità di seguirne la crescita. 

«Simba - ha scritto su Facebook l'assessore comunale di Napoli, Luca Trapanese, che della Casa di Matteo è stato il fondatore nel 2007 - è morto sereno ed amato nella casa che lo ha accolto dalla nascita. È morto tra le braccia di Marco (promotore della Casa di Matteo) che lo ha voluto accompagnare in questo momento importante. Siamo fortunati che ci sia una realtà simile e delle persone che la portano avanti con amore e dedizione e non come un semplice lavoro». Una commozione fortissima anche nei commenti sui social e di quanti sostengono la forza di questi volontari costretti ogni giorno a confrontarsi con storie che spezzano il cuore. «Ringraziamo - dicono dalla Casa di Matteo - chiunque abbia amato Simba, da vicino, da lontano. Siamo sicuri che anche il piccolo Re della Foresta vi abbia voluto bene». 

Ieri in tanti hanno voluto dare al piccolo l'ultimo saluto nella Parrocchia dell'Addolorata in Via Pigna. «La sua storia - spiega Trapanese - è il simbolo di una sinergia enorme tra comunità, servizi sociali, Tribunale. Lui è stato salvato da un assistente sociale dentro una baracca, dove era nato. La madre aveva problemi di tossicodipendenza e alcol. Se non fosse stato per quell'assistente sociale, sarebbe morto lì. Grazie a questa sinergia poi abbiamo seguito la mamma e altri bambini sono stati dati in adozione». 

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