Muore in attesa dei soccorsi:
Napoli Centrale senza un presidio

Muore in attesa dei soccorsi: Napoli Centrale senza un presidio
di Francesco Pacifico
Sabato 5 Agosto 2017, 00:01 - Ultimo agg. 6 Agosto, 10:28
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Alla stazione centrale di Napoli ci sono una cabina per le fototessere, una macchinetta che realizza in cinque minuti targhette metalliche per i cani e il presepe con il bambinello esposto tutto l’anno. Ma manca un presidio medico e un defibrillatore, che forse avrebbero potuto salvare la vita a Mario D’Aiello. Morto giovedì anche per il ritardo con il quale sono arrivati i soccorsi. 

L’uomo, 42 anni e una lunga malattia genetica alle spalle, stava aspettando un amico al binario 14. Non erano ancora le nove di sera quando si è accasciato al suolo e ha iniziato a vomitare sangue. Chi era lì ha subito chiesto aiuto agli uomini della Polfer e della vigilanza, ma soprattutto ha telefonato al 118. La prima chiamata al centralino è arrivata alla 21.02, ma l’autoambulanza si è palesata in stazione soltanto alle 21.32. Trenta minuti dopo, undici in più secondo le regole stabilite dall’Agenas, e quando il quarantenne era già morto.

Soltanto l’autopsia legale disposta dal pm Stefania Buda del Tribunale di Napoli stabilirà con precisione le cause e la dinamica della morte di D’Aiello. Le prime ipotesi che girano parlano di un’emorragia diffusa, che - per chi soffre di questo tipo di malattie genetiche - può capitare facilmente anche per un urto. Di solito soltanto degli interventi rapidi da parte dei sanitari, con una manovra d’emergenza inserendo un palloncino nello stomaco per comprimere i vasi, può salvare la vita.

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