«In carcere si continua a morire di malattia, di incuria, di abbandono, di overdose e di suicidio. Le morti in carcere non possono passare inosservate». Lo denuncia il Garante campano dei diritti delle persone sottoposte a misura restrittiva della libertà personale, Samuele Ciambriello, nell’apprendere la notizia della morte di Sinka Sada, detenuto straniero del carcere di Poggioreale di Napoli. Il quarantasettenne, intorno all’una della scorsa notte, avrebbe avvertito un dolore toracico e addominale, una forte sudorazione e un senso di nausea. Per lui è stato subito richiesto l’intervento del 118, che lo ha trasportato d’urgenza in ospedale, dove poi è deceduto intorno alle 5. La causa del decesso sarebbe un infarto fulminante.
«Il detenuto deceduto era un senza fissa dimora, non aveva parenti e non faceva colloqui da tempo con nessuno.
È chiaro che il carcere non può essere l’unica risposta. E che va garantito un sistema di assistenza sanitaria adeguato. «Due cose reclamo negli istituti di pena di Poggioreale e Secondigliano - incalza Ciambirello -: manca il medico h24 in ogni reparto, gli ambienti in cui vivono i detenuti a causa del sovraffollamento, questo specialmente a Poggioreale, sono angusti. Si trovano a vivere in camere di pernottamento non ariose, non possono usufruire più volte al giorno della doccia e questo, specie nella stagione più calda, può provocare dei disagi e malori. Non è possibile che ci siano, nelle carceri, così pochi medici generici e specialistici e manchino quasi completamente attrezzature di diagnostica, senza dover attendere tempi lunghissimi. Che questa ennesima morte, sensibilizzi le istituzioni. Mi auguro che l’Asl di Napoli 1 quanto prima provveda ad assumere medici generi e specialistici, infermieri ed Oss, nonché acquistare attrezzature specialistiche da destinare all’interno delle carceri».