Movida a Napoli, la battaglia dei baretti: due giorni per evitare il caos delle ordinanze

Movida a Napoli, la battaglia dei baretti: due giorni per evitare il caos delle ordinanze
di Luigi Roano
Sabato 30 Maggio 2020, 09:00 - Ultimo agg. 14:25
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Per il weekend appena iniziato valgono le regole dell'ordinanza regionale del governatore della Campania Vincenzo De Luca: movida stoppata all'una con divieto di vendita di alcolici dalle 22. Da lunedì orari di apertura e chiusura dei baretti e per la vendita degli alcolici saranno soggetti a un'altra ordinanza, quella varata dal sindaco Luigi de Magistris e si ritorna all'epoca pre-Covid cioè chiusura di baretti e affini alle 3,30 e vendita libera degli alcolici fino a mezzanotte. Siamo a Napoli, Campania ai tempi del Covid-2019 dove si dovrebbe fare la guerra al contagio e invece scoppia quella per la gestione del by night. Intendiamoci, la questione è seria: intorno ai locali e al food gira ben oltre il 40% del Pil del capoluogo e più o meno dell'intera regione, quindi non è roba da poco. Tanto che nella notte c'è stato l'intervento forte della Prefettura retta da Massimo Valentini. Perché in queste condizioni la Fase 2 va a farsi benedire a prescindere da tutte le precauzioni adottate dagli esercenti per evitare il contagio a tavola o al bancone. E stando quello a quello che trapela la mediazione del prefetto tra i due contendenti partita dal Palazzo di Governo starebbe già sortendo i suoi effetti. Oggi già ci potrebbero essere novità. A scontrarsi sono due antichi contendenti che appena sabato scorso - dopo tre anni - si sono incontrati per sancire la pax istituzionale e che sette giorni dopo sono passati allo scontro istituzionale. Quale preverrà delle due ordinanze? Sarà il Tar a dirimere la questione? Interverrà il governo? A questo punto a evitare il caos dovrebbe essere proprio l'intervento della Prefettura che sembra essere molto incisivo.

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In questo momento a essere in confusione sono i napoletani visto che gli altri sindaci della regione non hanno fatto ordinanze avverse. Allora il quesito è: da lunedì prevarrà ancora l'ordinanza della Regione o quella del Comune? È il dubbio che preoccupa l'intera città in queste ore dopo giorni di puntuti botta e risposta tra De Luca, fautore della linea del rigore e de Magistris più aperturista. La sostanza è che la zona calda della movida di Napoli, Chiaia, ha visto un minuto dopo stappare bottiglie di champagne da parte dei titolari dei cosiddetti baretti che avevano battezzato l'ordinanza di De Luca come «neoproibizionismo». Insomma, il sindaco sfida il governatore, e le norme per il popolo della notte restano avvolte in un'alea di incertezza. Difficile immaginare come andrà a finire dal punto di vista istituzionale questa vicenda. La Regione - se fallisse la mediazione della Prefettura - teoricamente potrebbe ricorrere al Tar, atteso che in epoca di pandemia è l'ente delegato a prendere misure anti contagio su tutto il territorio regionale. E infatti per De Luca la questione movida fa rima con assembramenti di qui la mossa dell'ordinanza a sorpresa anticipando de Magistris.
 


Il sindaco come motiva la sua contro-ordinanza? «Non trova più fondamento la compressione dei poteri di ordinanza del sindaco, che è il livello istituzionale più vicino alla collettività locale e che meglio ne conosce le specificità e ne sa interpretare le esigenze. E spetta al sindaco regolamentare e organizzare la vita delle città, contemperando la tutela della salute pubblica degli abitanti con gli altri interessi di pari dignità costituzionale tra cui il rilancio del tessuto produttivo e della vocazione turistica della città». Queste le ragioni alla base dell'adozione dell'ordinanza dell'ex pm con la quale ha disposto la riapertura di alcune strutture cittadine come la Villa Floridiana, l'Ippodromo di Agnano, l'area ex Nato a Bagnoli per spalmare la movida su parti di città lontane dal clamore della vita notturna e che vanno rilanciate. Siti utili - secondo de Magistris - per avere più spazi a disposizione per evitare gli assembramenti. Di qui anche l'allungamento degli orari in contrasto con quanto previsto dall'ordinanza del presidente della Regione. Nel provvedimento firmato dal sindaco si legge che «le limitazioni degli orari di chiusura anticipata dei locali, così come l'adozione di provvedimenti di chiusura temporanea di aree pubbliche o aperte al pubblico, non producono alcun decongestionamento degli spazi pubblici, finendo spesso per sortire l'effetto contrario. Occorre piuttosto affidarsi al comune senso di responsabilità soprattutto dei più giovani in particolare, al rispetto del distanziamento e dell'uso della mascherina, nonché puntare su una strategia di apertura di tutti gli spazi pubblici e aperti al pubblico, anche con orari prolungati, rendendoli maggiormente fruibili e consentire alle persone di distribuirsi senza creare assembramenti».

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Tant'è l'ordinanza dell'ex pm di sicuro è un aiuto ai gestori di locali. «Apprendiamo con entusiasmo l'ordinanza del sindaco anche perché con il divieto di vendita da asporto fissato alle 22 - spiega Aldo Maccaroni, titolare di alcuni baretti tra Chiaia e via Falcone e presidente dell'associazione Chiaia Night - sarebbero state penalizzate tutte le attività più piccole.
Queste decisioni, che di fatto limitano la normale attività dei bar come i nostri, rievocano un po' i tempi del proibizionismo. La Regione avrebbe potuto allungare la vendita dei prodotti alcolici cosa poi fatta dal sindaco». 

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