Movida a Napoli, notti di Far west a Chiaia: «Qui non viviamo più, è diventato pericoloso persino tornare a casa»

Movida a Napoli, notti di Far west a Chiaia: «Qui non viviamo più, è diventato pericoloso persino tornare a casa»
di Giuliana Covella
Domenica 24 Aprile 2022, 09:00 - Ultimo agg. 25 Aprile, 19:38
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«C'è un allentamento nel controllo del territorio, non solo a Chiaia ma in generale in altre zone della città. Mi auguro che ci sia almeno un intervento per la sorveglianza, perché è chiaro a tutti che siamo di fronte a un'emergenza sociale». Duccio Giordano è un residente che, verso la mezzanotte tra venerdì e sabato, rincasando ha scoperto che nei pressi di piazza San Pasquale qualcuno aveva esploso colpi di arma da fuoco. «Ero appena tornato da una cena - racconta - e ho notato i carabinieri che stavano effettuando dei rilievi. Così mentre portavo a spasso il mio cane ho chiesto cosa fosse accaduto e ho scoperto che all'incirca verso le 23.30 c'era stata una sparatoria tra via Vincenzo Cuoco e via Carducci». I militari hanno rinvenuto 6 bossoli, tutti a salve, di cui uno inesploso, secondo le prime ricostruzioni. Ma resta alta la preoccupazione per chi vive in quello che è considerato da sempre il salotto della città, mentre sta diventando sempre più terra di nessuno.

«Ormai è sotto gli occhi di tutti che c'è un peggioramento notevole della situazione, che si riflette nella carenza di flussi turistici e chiusura di tante attività commerciali. Ma soprattutto c'è una sorta di assuefazione da parte dei cittadini - riflette ancora Duccio Giordano - finanche i tassisti in piazza San Pasquale sono abituati a vedere certe scene, con la piazza gremita di ragazzini soprattutto nei fine settimana». Ed è proprio in quei giorni che il fenomeno della microcriminalità si evidenzia di più. Appena una settimana fa davanti al liceo Umberto due ragazzi di 15 anni sono stati circondati e picchiati da sei coetanei. «Qui non si vive più - tuona Carla Della Corte, residente e presidente di Confcommercio - è paradossale che stiamo parlando di una zona che dovrebbe essere tra le più sicure. Proprio venerdì un gioielliere in vico Ischitella, che collega la Riviera di Chiaia con via Poerio, ha subito una tentata rapina da due uomini che a volto scoperto lo hanno minacciato con una pistola. Solo perché il titolare aveva già messo la merce in cassaforte e il timer ha bloccato i rapinatori questi ultimi si sono dileguati». «Ma il problema va affrontato - insiste - martedì chiederò un incontro al questore per trovare una soluzione a questa emergenza. Vogliamo più pattuglie di forze dell'ordine e videosorveglianza, che aspettiamo da anni. Intanto ci organizzeremo con una vigilanza privata». Controllo del territorio e prevenzione nelle scuole sono le richieste di Giovanna Mazzone, presidente della I Municipalità: «Non bastano uomini e mezzi. Specie la zona dei baretti è sovraffollata. La movida lì non è più di raduno, ma violenta, con episodi di microcriminalità a cadenza settimanale. Chiederò al Comune di rafforzare la presenza di agenti della polizia locale. Ma servono anche campagne di sensibilizzazione destinate ai minori che frequentano le nostre strade». «I controlli sono tutti concentrati nella zona dei baretti mentre in piazza San Pasquale siamo abbandonati - sottolinea Claudia Catapano, presidente di Chiaia District - ed è proprio quest'area che è assediata da bande di ragazzini tra i 12 e i 13 anni che la trasformano in terra di nessuno.

Stiamo cercando di rilanciare il quartiere, ma mentre nei giorni feriali c'è un'attenzione in termini di pulizia e decoro urbano, nel weekend viene a mancare».

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Parla di «interventi ancora scarni» Roberta Bacarelli, presidente di Federmoda: «Vorremmo un pattugliamento continuo, perché se si diffonde la voce che Chiaia è insicura, non verrà più nessuno. A marzo abbiamo lanciato l'iniziativa Finalmente primavera riempiendo di fiori il quartiere. Per Chiaia c'era tanta gente, è stato un momento di incontro e rinascita con ricadute positive dopo due anni di pandemia. Un appuntamento che vorremmo ripetere ogni due mesi, ma serve anche altro». 

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