Movida a Napoli, ragazza in coma etilico: paura sul Lungomare

Movida a Napoli, ragazza in coma etilico: paura sul Lungomare
di Giuseppe Crimaldi
Lunedì 5 Luglio 2021, 08:20
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«Mamma, vado a fare un bagno. Ci vediamo stasera». Silvia (la chiameremo così, con un nome di fantasia) a 17 anni racconta una bugia a sua madre: invece di andarsene al mare, da Ischia prende il traghetto per Napoli, dove ha un appuntamento con il fidanzatino, e da qui si imbocca in un tunnel. Una volta sbarcata in città inizia a bere.

Cicchetti a gogò, e poi cocktail a base di superalcolici che la mandano in coma etilico.

Se oggi è ancora viva, Silvia lo deve agli uomini della Polizia municipale, che l'hanno salvata in extremis: crollata a terra, lungo via Caracciolo, con un'ambulanza che tardava ad arrivare, è stata soccorsa da una pattuglia dei caschi bianchi proprio mentre il suo cuore iniziava a cessare di battere. Storia a lieto fine che però riaccende i riflettori sul dramma dei minori che diventano vittime delle lusinghe del facile divertimento, dello sballo cercato nell'alcol.

Iniziamo dal finale di questa storia accaduta sabato sera a Napoli. Una ragazzina di 17 anni, residente ad Ischia, viene soccorsa e sollevata di peso da tre vigili urbani in servizio a Chiaia: sta malissimo, è incosciente e respira a malapena. Gli agenti del comando di via De Giaxa diretto dal generale Ciro Esposito intuiscono che per salvarle la vita c'è poco tempo; un paio di ragazzi che le sono accanto riferiscono di avere allertato il 118, anche se l'ambulanza tarda ad arrivare.

E così Silvia viene sollevata e sistemata nell'auto della Municipale, non a caso in servizio nelle vie della movida: il piano predisposto dal Comune prevede infatti massima attenzione al rispetto delle norme anti-contagio e contro ogni somministrazione di alcol ai minori. Inizia la corsa verso il Fatebenefratelli, via Manzoni. Qui la ragazza giunge in coma: fondamentale l'intervento dei medici, che grazie ad una lavanda gastrica e alla somministrazione di alcune flebo riusciranno a rianimarla. 

Tutta colpa dell'infatuazione per un ragazzo conosciuto in chat. All'arrivo a Napoli i due - secondo la ricostruzione degli investigatori - avevano fatto una passeggiata e poi erano stati ad un bar in via Caracciolo dove avevano bevuto seduti al tavolo vodka, tequila e sambuca. Una miscela alcolica che avrebbe steso anche il più accanito dei bevitori. Usciti dal bar, sotto il sole cocente delle 15, la ragazza si era sentita male ed aveva perso conoscenza. Accasciata su una panchina era stata soccorsa dall'amico e da alcuni passanti che avevano provveduto a contattare il 118.

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Trascorso del tempo una Volante della Municipale della Unità Operativa di Chiaia richiamava il 118, che riferiva di essere in criticità tale da non avere mezzi di soccorso disponibili da inviare nell'immediatezza. Intanto la centrale operativa di via De Giaxa allertava la compagnia dei carabinieri di Ischia per contattare i genitori di Silvia, i quali non avendo più sue notizie erano in grande stato di agitazione.

La mamma e il papà riuscivano a prendere l'ultimo traghetto da Ischia diretto a Napoli dove giungevano a tarda sera. I vigili hanno riaffidato la minore al padre. Subito dopo hanno verbalizzato l'esercizio pubblico che aveva somministrato alcool alla minore senza accertarne la maggiore età. Un fascicolo è stato anche trasmesso alla Procura della Repubblica per eventuali determinazioni. Ennesima vicenda che ripropone il mai cessato allarme che lega i minori al consumo di alcol e droghe. 

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