Movida a Napoli, protesta al Vomero: «Noi ostaggio della sosta selvaggia»

Movida a Napoli, protesta al Vomero: «Noi ostaggio della sosta selvaggia»
di Antonio Folle
Lunedì 31 Ottobre 2022, 18:00
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Il fenomeno della movida selvaggia che imperversa in città nel fine settimana da ormai diverso tempo non è più solo appannaggio del centro storico, ma interessa anche gran parte della zona collinare del Vomero. Qui, negli ultimi anni, il fenomeno della nascita di locali dedicati al popolo della Napoli by night ha conosciuto una potentissima espansione, arrivando a competere, in termini numerici, con la zona dei Decumani. Decine di attività storiche sono scomparse per far posto a bar, baretti, ristoranti ed altri locali notturni che attirano ogni fine settimana migliaia di giovani e giovanissimi provenienti da ogni parte della città e dall'hinterland. 

Piazza Medaglie d'Oro, piazza Vanvitelli, i giardini di via Ruoppolo e la famosa - per alcuni famigerata - via Aniello Falcone sono solo alcune delle tappe fisse dei giovani della movida. Le lunghe scie di rifiuti presenti in zona dopo ogni notte di bagordi testimonia, qualora ve ne fosse bisogno, l'importanza di un fenomeno che, secondo i residenti del quartiere, è governato poco e male dalle istituzioni.

Di tanto in tanto le forze dell'ordine intervengono su richiesta dei cittadini per contrastare fenomeni come ubriachezza molesta, musica a tutto volume e, soprattutto, risse tra minorenni, ma è decisamente troppo poco per far fronte ad un fenomeno che, probabilmente, necessiterebbe di una regolamentazione molto più severa. 

Anche questo fine settimana una vera e propria fiumana umana di ragazzi si è riversata nelle strade e nelle piazze del quartiere. Migliaia di scooter e di autovetture hanno praticamente occupato ogni spazio, contribuendo al traffico infernale e causando innumerevoli disagi ai residenti, costretti a barricarsi in casa per tentare di sfuggire al caos della movida fracassona. 

La responsabilità degli schiamazzi notturni, della perdita della tranquillità e del diritto al riposo per i residenti non sarebbe da addebitare totalmente ai locali notturni ed ai loro gestori quanto, piuttosto, alla troppa liberalità con la quale si sono concesse licenze per locali di intrattenimento in territori relativamente ristretti. Gli abitanti del quartiere da diversi anni fanno pressioni in tal senso verso il Comune di Napoli, chiedendo una delocalizzazione della movida in altri quartieri della città ma ad oggi non sono state adottate misure efficaci per tentare quantomeno di contenere il fenomeno che da tempo ha assunto proprozioni preoccupanti. 

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«Non se ne può più - la denuncia di Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori Collinari - si è superato ogni limite di sopportazione. Vero è che il Vomero si è trasformato in un grande fast food, con la recente apertura di decine di esercizi pubblici, come bar, paninoteche, ristoranti, sfizioserie e similari, i quali, con sedie, tavolini e ombrelloni, di varie dimensioni e fogge, si sono di fatto impossessati di interi marciapiedi e delle carreggiate antistanti, ma non bisogna dimenticare che, sul territorio del quartiere, di appena due chilometri quadrati, vivono anche 48mila residenti che hanno il sacrosanto diritto di usufruire del territorio dove risiedono in piena serenità e tranquillità, senza dove subire molestie e schiamazzi, specialmente a tarda sera e di notte». 

L'ultimo grave episodio in ordine di tempo si è verificato due settimane fa quando, all'uscita da un noto cinema del quartiere, gruppi di giovani hanno scatenato una violentissima rissa a colpi di coltello, terrorizzando un intero quartiere e facendo scattare l'ennesimo campanello d'allarme sulla sicurezza del territorio vomerese durante i fine settimana.

«Propongo - continua il Comitato Valori Collinari - a tutti i comitati di zona che da tempo si stanno battendo per ripristinare condizioni di vivibilità e di sicurezza, di stilare un vero e proprio calendario d'iniziative di civile protesta da svolgersi nelle tante zone della Città, dove si manifestano gli stessi problemi di degrado e di molestia a ragione della movida selvaggia, che, in diversi casi, come testimoniano le cronache quotidiane, diventa pure aggressiva e violenta. Nel contempo auspico che, a breve, sulla questione si tenga una riunione monotematica del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, per tutti i provvedimenti del caso, a tutela dei residenti delle zone interessate».

Zone come piazza Mercato o il Centro Direzionale presentano tutte le caratteristiche necessarie per una delocalizzazione dei locali della movida. Negli anni sono state avanzate più volte proposte in tal senso da parte di esponenti delle istituzioni o di operatori commerciali, ma ad oggi nulla è stato fatto. Si assiste così ad una "concentrazione" della movida solo in determinati territori, con relative polemiche e denunce da parte di cittadini e associazioni civiche che tentano stoicamente - e secondo molti ormai inutilmente - di sfuggire ad un fenomeno tipico delle grandi città a vocazione turistica - vedi Firenze, Roma o Venezia - dove i residenti sono visti sempre di più come un "intralcio" di cui liberarsi.

Naturalmente a vantaggio del turismo sfrenato e in qualche caso selvaggio che, in moltissimi casi, non ha il pregio di portare ricchezza - basti pensare alle centinaia di ragazzi sfruttati per poche decine di euro a sera e quasi sempre in nero - ed ha l'incontestabile demerito di impoverire socialmente e culturalmente interi quartieri.

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