Movida alcolica, sesso & sballo: il lato oscuro della penisola sorrentina

Movida alcolica, sesso & sballo: il lato oscuro della penisola sorrentina
di Ciriaco M. Viggiano
Mercoledì 5 Dicembre 2018, 12:00 - Ultimo agg. 14:09
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Una donna stordita con il Ghb, opportunamente sciolto in un drink, e infine violentata. Sembra un film già visto. E in effetti lo è, almeno in penisola sorrentina. Il caso della 23enne abusata in un ristorante del centro storico di Sorrento trova un precedente tanto vicino quanto inquietante nel caso Alimuri che, pochi mesi fa, ha portato prima all'arresto e poi al rinvio a giudizio di cinque ex dipendenti di un hotel metese, accusati proprio di aver narcotizzato e stuprato una turista britannica alla sua ultima sera di permanenza in Costiera.

Episodi agghiaccianti che squarciano il velo sui due vizi inconfessabili di Sorrento e dintorni: il sesso, poco importa se con partner più o meno consapevoli, e la droga, che ormai scorre a fiumi nei principali luoghi di ritrovo giovanile. La Costiera, dunque, sembra essersi trasformata in una grande alcova nella quale gli incontri a luci rosse alimentano un business da centinaia di migliaia di euro e, secondo magistrati e forze dell'ordine, degenerano spesso e volentieri in episodi di violenza. E così si moltiplicano le notti ad alto tasso erotico non solo in locali pubblici, solitamente dopo l'orario di chiusura, ma anche nelle case disabitate, frequentemente affittate a escort straniere in cambio di cifre esorbitanti. Protagonisti sono soprattutto i residenti, sebbene non manchino i turisti desiderosi di trascorrere una vacanza all'insegna della trasgressione. Insomma, dopo il mare e la buona tavola, il sesso sembra essere diventato una delle principali attrazioni della Costiera. Non è un caso che, al centro dei diversi scandali a sfondo sessuale registrati in tempi recenti, siano finiti alcuni ospiti di Sorrento e dintorni.
 
Prima ancora che venissero accesi i riflettori sul caso Alimuri, infatti, la Procura ha fatto luce su una studentessa statunitense che, nell'estate 2015, sarebbe stata stuprata nei bagni di un locale notturno da due giovani originari di Caserta e habitué di Massa Lubrense. «Episodi che si sono verificati in passato e che continuano a verificarsi», spiega un investigatore a denti stretti. Spesso e volentieri, la chiave per far sì che un partner ceda alle avances è la droga. Così sarebbe stato sia nel caso della turista ospite dell'hotel Alimuri sia in quello della 23enne che sarebbe stata narcotizzata e abusata nella sala deserta di un ristorante nel centro storico di Sorrento. Con l'unica differenza che, nella seconda circostanza, alla vittima sarebbe stata somministrata - oltre alla famigerata «droga dello stupro» - anche la cocaina.

Ma come fanno le sostanze stupefacenti ad affluire in Costiera? Ecco l'interrogativo al quale le forze dell'ordine intendono dare risposta. La piaga della tossicodipendenza riguarda ormai l'intero comprensorio, a cominciare dai luoghi di ritrovo giovanile tra Vico Equense, Meta, Piano e Sorrento: locali insospettabili, giardinetti isolati e piazze gremite di ragazzi sono i luoghi dove le cessioni di ogni genere di droga avvengono con sempre maggiore frequenza se non addirittura con nonchalance. «Protagonisti di questo desolante spettacolo sono spesso e volentieri ventenni: giovanissimi gli spacciatori, poco più che adolescenti i loro clienti», ammettono gli investigatori. L'ipotesi è che i pusher altro non siano che manovalanza di un'organizzazione più ampia e ben strutturata, capace di far affluire cocaina, eroina, hashish e marijuana dalle piazze di spaccio di Napoli e dintorni col placet dei malviventi locali.
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