Movida, baretti “salvi” a Napoli: niente chiusure forzate

Movida, baretti “salvi” a Napoli: niente chiusure forzate
di Valerio Esca
Lunedì 3 Ottobre 2022, 23:57 - Ultimo agg. 4 Ottobre, 07:21
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«Trovare il punto di equilibro tra le varie esigenze non sarà facile». Le parole dell’assessore alla Legalità Antonio De Iesu, ieri in commissione Polizia locale, riassumono le difficoltà che si celano dietro la redazione del nuovo regolamento di polizia urbana. Sulla bilancia il Comune dovrà mettere da un lato la voglia di divertirsi dei ragazzi fino a tarda notte, dall’altro il sacrosanto diritto a riposare dei residenti. Un regolamento dal quale spariscono gli orari di chiusura dei baretti e degli esercizi commerciali: «Non si possono prevedere limitazioni orarie, a differenza delle ordinanze - spiega l’assessore - le normative di carattere nazionale non lo consentono». Un colpo al cuore dei residenti: «Questo non aiuterà a risolvere il problema della movida fracassona che subiamo da anni - sottolinea Caterina Rodinò, presidente del comitato Chiaia viva e vivibile - Inoltre il regolamento indica tutta una serie di norme che ci chiediamo come il Comune immagina di far rispettare». 

Il nodo dei controlli è cruciale e sembra resti il vero tallone d’Achille. C’è poi un secondo regolamento, curato dall’assessore alle Attività produttive Teresa Armato, «per la serena e civile convivenza tra cittadinanza e attività commerciali». Figlio del lavoro svolto in questi mesi insieme alla commissione, alle Municipalità, alle associazioni di categoria e ai rappresentanti dei residenti nelle zone maggiormente interessate dalla movida cittadina. Dopo tre mesi e mezzo dalla scadenza dell’ordinanza movida sarà adesso corsa contro il tempo per mettere un freno alla deregulation del fine settimana. L’ingorgo amministrativo dovuto alla road map dei prossimi mesi rischia di frenare l’arrivo in aula del documento: ci sono priorità segnate in rosso sull’agenda dei vertici di Palazzo San Giacomo come la discussione sui temi urbanistici, il bilancio e la razionalizzazione delle partecipate. «Ci aspettavamo una discussione nel merito per capire quali emendamenti fossero stati accolti e quali no», tuonano sia dalla maggioranza che dall’opposizione, Sergio D’Angelo del gruppo sinistra-verdi e Iris Savastano di Forza Italia. 

I regolamenti fanno riferimento ad una serie di azioni volte a garantire la convivenza civile, lo spazzamento delle aree antistanti gli esercizi pubblici e la definizione di misure per contenere rumori molesti e garantire controlli più efficaci rispetto agli spazi occupati. Stretta sulla vendita di alcolici: dalle 24 alle 7 nelle strade pubbliche, sia in contenitori di vetro, che lattine; no alla somministrazione dalle 3 alle 6. Limitazioni orarie per l’emissione di suoni: dalle 24 è fatto divieto di emettere musica e suoni all’esterno dei locali; stop all’utilizzo in strada di amplificatori e percussioni a partire dalle 23.

Il regolamento contiene poi aspetti legati alla tutela del decoro e di una fruizione sicura degli spazi urbani e degli edifici pubblici e privati. Contro la deregulation dei tavolini selvaggi invece arriverà il Qr-code, grazie al quale sarà possibile visualizzare, con dispositivi elettronici, la planimetria trasmessa al Suap (sportello unico attività produttive del Comune), allo scopo di rendere evidenti le eventuali irregolarità nell’occupazione di suolo. 

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Salate le sanzioni: si potrà arrivare anche a chiusure e sospensioni delle licenze. «Siamo impegnati su più fronti per fare in modo che siano compatibili e contemperati i vari interessi in campo - ribadisce l’assessore Armato - Adesso abbiamo degli strumenti a disposizione. Ci sarà poi il disciplinare sui dehors - quasi completato il lavoro del tavolo tecnico - che sarà utile per restituire decoro alla città». In commissione Massimo Cilenti (Napoli libera) chiede infine sia garantita la libertà di movimento delle persone, in particolare quelle diversamente abili. Per adesso l’unica certezza è che i napoletani potranno stendere i panni all’esterno senza alcuna preoccupazione. 

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