Niente multe, ecco i furbetti della targa a Napoli

Niente multe, ecco i furbetti della targa a Napoli
di Giuseppe Crimaldi
Domenica 15 Dicembre 2019, 23:00 - Ultimo agg. 16 Dicembre, 16:28
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Passano quasi inosservate, ma con un minimo d’attenzione l’occhio ne osserva sempre di più. Cresce anche a Napoli in maniera esponenziale il numero delle auto e moto con targa di Paesi dell’Europa dell’Est. E cresce il sospetto che dietro il fenomeno possa nascondersi l’ennesima cricca dedita a un giro milionario di truffe e falsi.

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L’INDAGINE
Riflettori puntati sui “furbetti della targa”. Dubbi e sospetti sono cominciati a serpeggiare - come spesso accade - partendo da alcuni semplici controlli svolti su strada, ma soprattutto all’indomani di un caso accaduto nel settembre del 2018 ai caselli della Tangenziale del Vomero, dove le telecamere smascherarono il recordman dell’evasione sui pedaggi: un centauro che a bordo del suo scooter con targa bulgara era riuscito (lanciandosi nella scia delle vetture dotate di Telepass) a varcare le uscite per ben 1400 volte senza mai pagare. Con certosina pazienza gli agenti della Polizia Stradale riuscirono a identificare l’uomo, e si scoprì che aveva sfidato quotidianamente controlli e notifica delle multe proprio grazie a quel targhino straniero.

PIAZZA GARIBALDI
Ma questo non è l’unico caso che ha indotto gli investigatori a svolgere ulteriori verifiche e approfondimenti. Solo qualche settimana fa a muoversi è stata anche la Polizia Ferroviaria: gli agenti coordinati dal questore Michele Spina, nell’ambito delle competenze affidate dal “decreto sicurezza” voluto dall’ex ministro Salvini (poi convertito in legge) sulle aree di pertinenza delle stazioni hanno eseguito diversi sequestri amministrativi di veicoli immatricolati con targhe polacche, bulgare e romene ma circolanti in Italia. In almeno tre occasioni la Polfer ha centrato l’obiettivo investigativo. La prima volta sequestrando un motoveicolo in uso ad un 35enne napoletano: la normativa in vigore prevede infatti che i mezzi con targa straniera non possono circolare sul territorio nazionale se il conducente risiede in Italia da oltre 60 giorni. Inutile la difesa del “furbetto” di turno, che aveva tentato di giustificarsi sostenendo di aver noleggiato il ciclomotore da una società estera. Successivamente, durante un controllo antiterrorismo, sempre gli agenti della Polizia Ferroviaria hanno scoperto e sequestrato due autoveicoli con targa polacca guidati da due napoletani di 46 e 32 anni: da alcune verifiche è emerso che entrambi erano in possesso di un contratto di noleggio senza consucente solo apparentemente regolare; in realtà, nel primo caso è emerso che il veicolo risultava intestato ad un cittadino polacco residente a Varsavia, e non quindi ad una società di noleggio; nel secondo, l’auto era sì regolarmente intestata ad una ditta di noleggio estera, ma tale società ha anche una “sede intermediaria” anche in Italia, e pertanto - come prevede il Codice della Strada - non può far circolare mezzi con targa straniera.

GLI STRATAGEMMI
Pian piano, mentre il numero di “furbetti” andava aumentando, il fenomeno truffaldino ha cominciato ad assumere contorni più chiari. Naturalmente - e lo diciamo in premessa - sarebbe ingiusto criminalizzare chiunque circoli su un’auto o uno scooter con targa straniera, Svizzera o dei Paesi dell’Est. Ma l’onestà resta una virtù rara, e quel che emerge dalle indagini in corso dimostra come dietro lo stratagemma delle targhe straniere vi siano collaudati meccanismi truffaldini. Avendo un’auto formalmente immatricolata nel registro automobilistico di un altro Paese si evita di pagare tutte le tasse italiane che pesano sul possessore di una vettura di valore. E non è tutto. Perché si ha anche la possibilità di usufruire di assicurazioni Rca decisamente meno costose delle corrispettive italiane. Infine va detto che tali automobilisti solitamente hanno la possibilità di non curarsi troppo delle multe ricevute: il sistema di riscossione coattiva italiano è spesso laborioso oltre che oneroso in caso di targhe estere, bollando spesso tali verbali come “non esigibili” (come nel caso del super-evasore beccato ai caselli della Tangenziale del Vomero).

IL SOSPETTO
Ma nella città capitale del falso le indagini non possono esaurirsi limitandosi alle violazioni del Codice della Strada.

E il sospetto che dietro questa crescente fioritura di targhe straniere possa esserci addirittura una vera e propria centrale capace di contraffare anche i contrassegni di immatricolazione di auto e moto resta forte. Una pista c’è, e continua ad essere battuta da polizia e carabinieri. 

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