Napoli, al via il piano anti-caos: «Murale di Maradona, stop auto»

Il diktat di sindaco e prefetto: a piedi per salutare il Pibe

La festa azzurra
La festa azzurra
di Gennaro Di Biase
Lunedì 8 Maggio 2023, 08:55 - Ultimo agg. 9 Maggio, 07:05
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Al di là del folklore, della pizza, dei cori ultras, delle hit neomelodiche e dell'indotto c'è una sacralità autentica nella faccia del murale di Maradona in via De Deo.

Nell'espressione di D10s c'è qualcosa di triste e divino, di preoccupato e grandioso allo stesso tempo. Questo disegno di Filardi del 1990, ristrutturato intorno al 2017 e diventato uno degli epicentri del turismo, è sacro ma senza presunzione: Diego qui è umile e glorioso, non ride e non piange. La sua serietà ricalca il degrado originario della "sfravecatura" (così si chiamava l'ex area oggi Largo Maradona) e assieme la promessa di un qualche riscatto, incarnata da Maradona in maglia azzurra. Perché la gloria non esiste se non ha attraversato dolore, vergogna e timore. Insomma, il murale di via De Deo è davvero un'opera d'arte, e lo è per motivi che hanno a che fare con la natura di Maradona e della "sua" città. E cioè, con la natura in generale. Di fatto, Largo Maradona è diventato una delle mete più ambite e affollate d'Europa. Ed è da questa premessa che parte il piano del prefetto Claudio Palomba e del sindaco Manfredi: l'area che in questi giorni, e non solo, è un delirio di folla, sarà presto pedonalizzata.


I Quartieri Spagnoli con l'enorme indotto e flusso di visite, vanno messi a norma, specialmente in funzione dell'ordine e della sicurezza pubblica (un'ambulanza, per esempio, non riuscirebbe a passare). Via Emanuele De Deo è un muro di corpi.

E di fatto è già pedonale. Uno scooter o una macchina, per passare da qui, dovrebbero smaterializzarsi. O smaterializzare il fiume di turisti-devoti del pellegrinaggio maradoniano. I locali, tra vico Giardinetti e via Speranzella, non si contano più. Tanto che le signore dei "bassi" hanno recuperato le antiche abitudini di cucinare o preparare il caffè per gli stranieri che affollano i vicoli. Un euro a tazzina e qualche spicciolo in più per una pasta e patate. Nel concreto, è difficile però replicare ai Quartieri il modello San Gregorio: il reticolo di vicoli è fitto e il controllo degli accessi è quasi impossibile. Ecco perché i sensi unici pedonali varati dal Comune nelle scorse settimane hanno avuto una battuta d'arresto. Anm non ha più neppure installato la segnaletica. Ma qualcosa va fatto. Anche perché, senza indicazioni ad hoc, la seconda uscita di Montecalvario riaperta due settimane fa è quasi sempre deserta.

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I turisti, e spesso anche i napoletani, non hanno idea di dove porti il tunnel d'arte, costato 30 milioni. Anche il consiglio comunale sposa la pedonalizzazione. «La prima richiesta di pedonalizzazione di via De Deo risale a inizio aprile - dice Nino Simeone, presidente della commissione Trasporti - Non è più possibile tenere la zona in una situazione di autoregolamentazione. Senza dimenticare le tutele per i residenti, va ripensato il sistema di sensi unici pedonali che la giunta aveva in mente nelle settimane scorse, prima della riapertura dell'uscita secondaria della metro di Toledo a Montecalvario. Il progetto si è poi arenato in attesa dei primi riscontri di questa riapertura». Ma i riscontri al momento non sono buoni: manca la segnaletica e il tunnel è vuoto: «È essenziale che, all'interno della metro di Toledo ci siano adeguate segnalazioni che indichino il percorso alternativo verso i Quartieri per chi imbocca il tunnel di Montecalvario. Altrimenti la riapertura sarà stata quasi del tutto inutile. Bisognerà poi capire, con tecnici e municipalità, se pedonalizzare l'intera via De Deo o solo la parte alta del murale. E in quale senso di marcia». Da Bellini a Forcella, dove dopo il match, è stata offerta pasta e patate gratis.

È la Partenope popolare, viva e vera, che piace anche alle centinaia di migliaia di turisti che, dopo aver affrontato l'ingorgo azzurro col sorriso stampato sulle labbra, mangiano pizze ai tavoli dei ristoranti. Indossando la maglia di Kvara e Osi, ovviamente. Il carnevale azzurro è un entusiasmo che ha contagiato tutto il mondo. E tutto il mondo vuole sentirsene partecipe.
 

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