Murales della camorra a Napoli, lo sfregio continuo: per il baby rapinatore ucciso è caccia alla donna writer

Murales della camorra a Napoli, lo sfregio continuo: per il baby rapinatore ucciso è caccia alla donna writer
di Valentino Di Giacomo
Venerdì 24 Settembre 2021, 07:00 - Ultimo agg. 16:53
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«Una donna vestita di nero, era insieme ad un bambino». É la segnalazione di alcuni residenti giunta alle forze dell'ordine. Vico Sedil Capuano, Forcella, qui appena mercoledì mattina era stata cancellata - grazie all'intervento delle forze dell'ordine con l'ausilio degli addetti della Napoli Servizi - la nuova scritta dedicata a Luigi Caiafa proprio dove fino a qualche mese prima sorgeva il murale dedicato al baby-rapinatore ucciso». La pulizia è durata solo poche ore, perché nella notte tra mercoledì e giovedì, intorno all'una, la parete è stata nuovamente imbrattata. «Luigi Caiafa vive» è stato scritto con una bomboletta spray, ora è caccia alla writer. Non è l'unica scritta comparsa, ma ne sono state trovate altre in vico Sedil Capuano e nei vicoli adiacenti di Forcella. Su un muro c'è scritto solo «Luigi Caiafa», su altri «Caiafa vive» e la mano che ha deciso di riportare sui muri quel nome sembra la stessa che ha imbrattato la parete dipinta di bianco solo poche ore prima. Ora è caccia alla donna, che sarà con ogni probabilità individuata nelle prossime ore grazie alle segnalazioni. È una sfida allo Stato.

Istituzioni che dallo scorso febbraio avevano iniziato - grazie alla task-force voluta dal prefetto Marco Valentini - a cancellare tutti gli omaggi dedicati a delinquenti e personaggi orbitanti negli ambiti della malavita organizzata.

Si era partiti con il cancellare - tra insulti e minacce anche ai nostri cronisti - proprio il murale dedicato a Caiafa per poi rimuovere altri 50 murales e altarini in giro per la città. La polizia interviene e nel quartiere tornano di nuovo le scritte, stavolta non sono trascorse neppure 24 ore. «Una sfida allo Stato», come ha certificato l'ultima relazione della Dia che segnala questa pratica un elemento sostanziale della strategia criminale dei clan in città per dimostrare la propria presenza sul territorio.

Chi ne sta pagando le conseguenze di questo clima di insofferenza verso le regole e verso lo Stato è soprattutto il consigliere regionale di Europa Verde, Francesco Emilio Borrelli, preso di mira nel quartiere con minacce esplicite e velate per la sua battaglia. Proprio una lettera inviata dall'esponente dei Verdi al prefetto e al questore aveva spronato l'ultima pulizia di quella parete. A Forcella rispuntano le scritte per Caiafa dopo l'intervento di rimozione. «Lo Stato si fa sentire - spiega Borrelli - ma l'anti-stato risponde sfidando apertamente le istituzioni. Altre scritte sono state fatte sui muri del quartiere sempre inneggianti a Caiafa». Secondo i residenti ad imbrattare tutti i muri della zona per poi andarsi a rifugiare in uno dei bassi di via Sedil Capuano è stata una giovane ragazza vestita di nero. «Abbiamo allertato le forze dell'ordine - denuncia il consigliere - riferendo ciò che ci è stato segnalato. Abbiamo chiesto che le nuove scritte vengano al più presto cancellate, non bisogna arretrare di un millimetro, il messaggio dello Stato deve essere forte e chiaro, è la legalità a dover avere la meglio». Lo stesso Borrelli dopo aver inviato una nota al Prefetto per rimuovere l'ultima scritta su Caiafa è stato oggetto di nuove minacce e insulti sui social da parte proprio di una giovane donna. 

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Luigi Caiafa fu ucciso il 4 ottobre 2020 mentre tentava di rapinare alcuni ragazzi a bordo di una mercedes in via Duomo. Quella sera era con Ciro De Tommaso, figlio di Genny la carogna, su uno scooter rubato. Caiafa era alla guida e De Tommaso, seduto dietro come passeggero, aveva tra le mani una pistola, una replica priva del tappo rosso e indistinguibile da una vera, quando una volante della polizia intervenne sparando (per la Procura di Napoli utilizzando legittimamente le armi). Due mesi dopo a cadere sotto i colpi fu invece il papà di Caiafa, ma in un vero e proprio agguato di camorra, raggiunto la notte di capodanno in un basso mentre si stava facendo tatuare il nome del figlio. Ora le scritte sono invece sui muri e, il prima possibile, andrebbero nuovamente cancellate. Così come è ora caccia alla donna che avrebbe nuovamente imbrattato i muri di Forcella, si lavora anche su alcune telecamere di videosorveglianza della zona. 

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