Murales e altarini della camorra, scaricabarile del Comune di Napoli e diffida ai cittadini: rimuovetelo voi

Murales e altarini della camorra, scaricabarile del Comune di Napoli e diffida ai cittadini: rimuovetelo voi
di Valentino Di Giacomo
Lunedì 1 Febbraio 2021, 08:00 - Ultimo agg. 08:30
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«Si rappresenta che il fabbricato è colpito da vincolo storico monumentale, aspetto che sarà perseguito con attività a parte». É la notifica che si sono visti recapitare i condomini del palazzo di via Sedil Capuano, a Forcella, dove è sorto il murales che raffigura Luigi Caiafa, il 17enne ucciso da un poliziotto mentre tentava una rapina. Era il 14 ottobre quando il rapper e writer Mario Castì, lo dipinse. «Me lo hanno commissionato, mi hanno pagato - disse l'autore - e mi sono prestato». Tre mesi dopo, in seguito ai reportage e alle inchieste del Mattino, come pure alle prese di posizione del prefetto Marco Valentini e del procuratore generale Luigi Riello, ecco il Comune muoversi. Per cancellare un murales dedicato ad un rapinatore, per difendere un edificio riconosciuto di interesse storico? No, ma chiedendo ai residenti di rimuovere a proprie spese il murales nonostante la famiglia di Caiafa non abiti lì. Un edificio - spiegano i vigili - protetto da vincolo monumentale. Si tratta del Palazzo Caracciolo d'Arena, le sue parti più antiche, quali gli arconi nel cortile, risalgono addirittura al 1400, mentre l'impronta complessiva è data dal restauro settecentesco. Nonostante questo, su quell'edificio viene raffigurato un baby-rapinatore di una famiglia contigua ai clan di Forcella. Caiafa - il papà è stato freddato lo scorso capodanno probabilmente in un regolamento di conti tra clan - era con il figlio di Genny a carogna quando stava commettendo la rapina.

Lo scorso 25 gennaio la polizia municipale, su input della Giunta, ha deciso finalmente di fare qualcosa.

I messi comunali hanno notificato allo storico condominio una diffida a rimuovere a proprie spese il graffito. «La committenza dell'opera - spiegano nel verbale i vigili della polizia locale - in questa fase resta ignota». Eppure si conosce chi ne é stato l'autore materiale, un rapper e writer di discreto successo, lo stesso che ha raffigurato Maradona con la figlia nell'ex centro di allenamento del Napoli, il Centro Paradiso di Soccavo. Il paradosso, al di là degli aspetti legali è che il Comune - anziché prendere una posizione chiara su un tema fondamentale come quello della legalità in un quartiere già martoriato da altarini e cappelle votive messe in piedi dai clan della camorra - ne chieda conto ai cittadini che già subiscono altre forme di illegalità ogni giorno. 

 

Se non per dare un esempio di legalità, neppure il vincolo storico ha suggerito al Comune o alla Sovrintendenza di muoversi per tempo d'ufficio. Il palazzo dove c'è il murales era in origine dei Caracciolo, marchesi di Arena. L'edificio era un elemento del vasto sistema delle residenze dei Caracciolo a Capuana, all'epoca in cui la piazza, che oggi chiamiamo piazza Sedil Capuano, era detta piazza dei Caracciolo. Il palazzo inglobava l'antico e prestigioso sedile nobiliare di Capuana, a cavalcavia sulla omonima strada: dell'antico Sedile si vedono i due archi quattrocenteschi e lo stemma. Dello sfregio di quest'opera con un graffito ne dovranno pagare le conseguenze - secondo il Comune - i residenti. Uno scaricabarile di competenze da un punto di vista paesaggistico e della legalità. Un simile murales è stato dipinto anche in piazza Parrocchiella ai Quartieri Spagnoli per il 15enne Ugo Russo. Se si è intervenuti a metà per l'opera dedicata a Caiafa, la Giunta ha deciso che quello per Russo sarà cancellato e poi dipinto di nuovo. 

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