Napoli, nuovo allarme a Riva Fiorita: «Dalla collina piovono pietre, abbiamo paura che venga giù tutto»

Napoli, nuovo allarme a Riva Fiorita: «Dalla collina piovono pietre, abbiamo paura che venga giù tutto»
di Paolo Barbuto
Sabato 15 Gennaio 2022, 23:59 - Ultimo agg. 17 Gennaio, 18:47
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Non riescono più a dormire gli abitanti dei meravigliosi e antichi palazzi di Riva Fiorita. Dal costone alle spalle degli edifici, spiegano, continuano a venire giù pietre di dimensioni sempre più ingenti: sono convinti che l’intera massa tufacea possa collassare e provocare una catastrofe. La preoccupazione nasce anche in seguito a un sopralluogo, avvenuto nell’ormai lontano mese di novembre, da parte dei vigili del fuoco che andarono a verificare le condizioni del fondo che si appoggia sul costone di tufo e chiesero immediati interventi di messa in sicurezza. Nel frattempo, dopo l’intervento della protezione civile, si mise in moto la macchina della sicurezza che ha prodotto un divieto a frequentare terrazze e balconi che guardano verso il blocco di tufo che si staglia dietro i palazzi di Riva Fiorita.

Ma cosa accade in quella porzione di Napoli che sembra un pezzetto di paradiso? I motivi dell’improvviso pericolo di quel costone, che ha resistito per centinaia di anni, li hanno identificati i vigili del fuoco nel corso di un sopralluogo effettuato il 24 novembre dello scorso anno. Il rapporto condiviso con la Protezione civile del Comune di Napoli spiega che: «Sono state riscontrate infiltrazioni di acqua nel costone tufaceo di proprietà privata con accesso da via Ferdinando Russo ed è stata rilevata l’esistenza di concreto pericolo per le persone che abitano gli immobili sottostanti il costone». Insomma, la questione non è banale e, anzi, dovrebbe tenere in allerta tutte le autorità che vigilano sulla sicurezza dei cittadini.

Anche perché in quello stesso documento si chiede ai proprietari del fondo nel quale sono state identificate le infiltrazioni «la verifica degli impianti di carico e scarico del fondo e la pulizia del costone dalla vegetazione presente».

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Secondo i residenti degli edifici di Riva Fiorita, non sarebbe stato effettuato nessuno degli interventi richiesti e, anzi, la situazione delle infiltrazioni sarebbe inesorabilmente peggiorata fino a raggiungere una tale complessità da favorire il crollo di pietre e piccoli massi che, riferiscono i residenti, sarebbero quotidiani e costanti. Ciascuno degli abitanti dei palazzi racconta di aver raccolto materiale tufaceo sul proprio terrazzo o sul balcone, ognuno sostiene di avere prove del fatto che le infiltrazioni (visibili sul tufo che anche nelle giornate di sole intenso continua ad essere intriso d’acqua) si ampliano di giorno in giorno. Tutti sono in attesa di una soluzione anche se, dal giorno dell’ultima verifica da parte dei vigili del fuoco, nessuno ha più pensato di lanciare un’allerta, nemmeno dopo lo schianto dei massi più pesanti sulle terrazze dei palazzi.

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All’inizio di dicembre, quando la questione delle infiltrazioni era già stata mostrata a Protezione civile e vigili del fuoco, su via Ferdinando Russo si verificò il crollo di un imponente muro che sosteneva un’ampia area verde. Il crollo fece scalpore in città e provocò un sussulto tra gli abitanti dei palazzi che si trovano al di sotto di quello stesso costone, ma dal lato opposto. Lo schianto di quella parete di tufo ha rappresentato, per i residenti, un malaugurante presagio del fatto che l’intera zona sta mostrando segni di cedimento. Ecco perché continuano ad essere preoccupati e a chiedere interventi da parte delle autorità: «Vorremmo avere certezze sul fatto che gli interventi richiesti a novembre sono stati effettuati - dicono a gran voce - noi non abbiamo i mezzi per effettuare controlli, ma le autorità cittadine li hanno. Vorremmo anche sapere se il pericolo che c’è sulle nostre teste, confermato da un’ordinanza del sindaco, persiste ancora oggi. In tal caso pretendiamo che qualcuno si faccia carico delle nostre preoccupazioni e ci aiuti a capire se siamo destinati a ritrovarci sotto un crollo annunciato oppure se c’è qualcuno, a Napoli, in grado di far rispettare le più elementari regole di mantenimento della sicurezza». 

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