Movida a Napoli, regole più severe ma solo nelle zone rosse: si parte la prossima settimana

Movida a Napoli, regole più severe ma solo nelle zone rosse: si parte la prossima settimana
di Valerio Esca
Giovedì 10 Febbraio 2022, 23:57 - Ultimo agg. 11 Febbraio, 19:53
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Zone rosse e regolamentazione permanente. Per contrastare la movida violenta e fracassona al Comune si lavora su un doppio binario: l’ordinanza, che verrà emanata a inizio settimana prossima con decorrenza immediata e avrà validità di 4 mesi; e le commissioni consiliari all’opera per modificare entro l’estate il regolamento sicurezza. L’obiettivo è quello di evitare ordinanze “a tempo”. Il provvedimento dovrà passare dal Consiglio comunale e non sarà semplice mettere tutti d’accordo. Gli interessi in ballo sono tanti: c’è chi abbraccia la crociata anti-baretti in difesa dei residenti e chi invece considera la chiusura anticipata dei locali «un atto da buon costume». 

Alla base della scelta di rinviare la pubblicazione dell’ordinanza la richiesta del prefetto Claudio Palomba di un approfondimento relativo ai casi di movida violenta e alle zone oggetto di controllo. Si dovrebbe andare verso l’individuazione di aree considerate «calde».

«L’ordinanza - ha spiegato ieri il sindaco Gaetano Manfredi - uscirà a brevissimo. Sono state fatte delle limature sotto l’aspetto tecnico-giuridico, dopo un confronto con prefettura e forze dell’ordine». Confermato l’impianto del provvedimento: chiusura dei locali, esclusi ristoranti, all’1 nei giorni feriali, alle 2 nei weekend. Stessi orari per il divieto di vendita di bevande alcoliche da asporto per esercizi di vicinato e grande distribuzione. Stop alla musica all’esterno dei locali dalle 24, per amplificatori e percussioni dalle 23. «Il tema della movida è di grande complessità - ha aggiunto Manfredi - va affrontato con strumenti emergenziali come l’ordinanza, ma poi con quelli ordinari. Quindi un nuovo regolamento da varare in tempi molto rapidi». 

L’ordinanza movida «sarà orientativamente - fa sapere il sindaco - quella che abbiamo presentato la settimana scorsa. Stiamo valutando l’estensione delle zone, ce ne sono alcune dove non ci sono locali e quindi risulterebbe poco utile». Nella bozza che circola a Palazzo San Giacomo sono sei le aree: i baretti di Chiaia (tra le strade: via Cavallerizza, via Alabardieri, piazzetta Rodinò, vico Belledonne, via Ferrigni, via Bisignano, via Carlo Poerio, Cappella Vecchia, via San Pasquale) e alcune zone di Posillipo (via Ferdinando Russo, via Posillipo, via Petrarca); Vomero (via Aniello Falcone, San Martino); centro storico (piazza Bellini, via Bellini, San Sebastiano, Santa Chiara, largo Banchi Nuovi, via Mezzocannone, piazzetta Nilo, via Paladino, via Nilo, piazza del Gesù, via Port’Alba, piazza Dante, via Cisterna dell’Olio, piazza Santa Maria La Nova, piazza San Giovanni Maggiore Pignatelli); la zona del Vasto e piazza Garibaldi; piazza Carlo III e aree limitrofe; Discesa Coroglio piazza Bagnoli e via Coroglio. Gli uffici del Comune, insieme alla prefettura, hanno concordato sulla necessità di costruire un percorso che porti ad un’ordinanza inattaccabile dal punto di vista giuridico. 

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Alcuni gestori hanno infatti, attraverso le colonne del Mattino, già annunciato di essere pronti a ricorrere al Tar.

Creare come in passato un’ordinanza che accenda i riflettori sulle zone a rischio della movida giustificherebbe anche i motivi di urgenza del provvedimento. «Ricorsi? Tutte le ordinanze - ha rimarcato l’ex rettore - possono avere un ricorso. Il nostro obiettivo è valorizzare la movida sana e debellare la movida malata e per fare questo abbiamo bisogno di più regole, di più ordine, di valorizzare gli imprenditori che vogliono investire e che stanno già investendo e che hanno già investito e tutelare i residenti. Farlo in una città che purtroppo negli ultimi anni ha vissuto una deregulation che ha determinato una situazione esplosiva per concentrazione di locali e per mancanza di orari. Quindi questo è un percorso che faremo e l’amministrazione non si sottrarrà». 

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