Checco, 14 anni, accoltellato a Napoli davanti alla fidanzatina: «Volevano il mio bracciale»

Checco, 14 anni, accoltellato a Napoli davanti alla fidanzatina: «Volevano il mio bracciale»
di Melina Chiapparino
Lunedì 6 Giugno 2022, 23:01 - Ultimo agg. 7 Giugno, 12:25
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«Non si può vivere con la paura di perdere un figlio che è uscito per fare una semplice passeggiata». Le parole della mamma di Checco, il 14enne napoletano ferito con due tagli profondi sulla schiena, non nascondono la delusione e l’amarezza nei confronti dell’ennesimo episodio di violenza in città. Mentre le indagini dei carabinieri della Compagnia Napoli Centro procedono spedite tra l’ascolto di testimonianze e i controlli delle immagini della videosorveglianza, Checco, ricoverato al Vecchio Pellegrini, racconta i particolari dell’aggressione subita.


Cosa è accaduto domenica sera?
«Stavo passeggiando lungo via Duomo, insieme alla mia fidanzata e a mio cugino, anche lui in compagnia della sua ragazza.

Stavamo tornando a casa, erano circa le 21.30 quando ho notato che uno scooter ci stava dietro, come se ci avesse seguiti e puntato. Poco prima che il motorino con a bordo due persone, si avvicinasse a noi, ho detto agli altri di farsi da parte e ho subito spostato la mia ragazza come per proteggerla. È trascorso solo qualche istante, poi sono stato aggredito».

Come hanno agito gli aggressori?
«Si sono avvicinati sempre a bordo dello scooter, uno dei due mi ha afferrato il polso destro per strapparmi il bracciale che indossavo. Si trattava di un monile d’oro giallo a cui tenevo e istintivamente non l’ho voluto cedere, per questo continuavo a opporre resistenza cercando di divincolarmi mentre l’aggressore continuava a insistere per strapparmi il bracciale».

Poi?
«A un certo punto, i due centauri hanno cominciato a colpirmi con calci e pugni e sono riusciti a rubarmi il bracciale. Durante l’aggressione, a dire il vero, avevo sentito dei colpi dietro la schiena ma non mi ero reso conto di essere stato ferito così gravemente».

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Quando si è accorto dei tagli profondi che aveva sulla schiena?
«Quando i rapinatori sono fuggiti e abbiamo preso i cellulari per chiamare aiuto e avvisare le nostre famiglie. In quel momento, mio cugino ha notato che avevo la parte posteriore della maglietta completamente insanguinata. Quando mi hanno tirato su la maglia, la mia fidanzata e gli altri, hanno visto che non si trattava di semplici tagli ma di due buchi profondi: dovevo andare in ospedale».

Chi l’ha soccorsa?
«Abito in zona. Per caso ho incontrato mio zio che immediatamente mi ha portato all’ospedale Vecchio Pellegrini. I medici mi hanno detto che le ferite lacero contuse che ho riportato sulla schiena potrebbero essere state causate da una lama di un coltello o, comunque, da un oggetto appuntito. Io non sono riuscito a vedere con cosa mi hanno colpito, anzi in un primo momento non me ne ero reso conto: la mia preoccupazione riguardava l’operazione chirurgica. Per fortuna non è stato necessario alcun intervento ma per il pneumotorace, causato dalle ferite, dovrò stare in osservazione e a riposo».

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Ha avuto paura?
«In quel momento non ho avuto neanche il tempo: ho reagito d’istinto e, senza pensarci, ho cercato di difendere il mio bracciale senza immaginare le conseguenze. Non avrei mai pensato che sarei potuto finire in ospedale e, invece, ora ritengo di essere stato veramente fortunato: le ferite che mi hanno procurato avrebbero potuto perforarmi i polmoni. Mi è dispiaciuto vedere mia madre così preoccupata, trovo assurdo che dei ragazzini di 14 anni debbano rischiare la vita per una passeggiata».

Cambierà qualcosa ora?
«Vado a scuola, poi seguirò il percorso di studi alberghiero perché sono un appassionato di cucina. Vorrei che il mio futuro fosse qui ma mia madre, dopo questo brutto episodio, ha riflettuto sul fatto che forse l’unica possibilità di salvezza è andare via da Napoli. Per adesso vorrei solo uscire serenamente con la mia ragazza senza rischiare di essere aggredito ma, anche su questo, mia madre non è tranquilla e forse dovrà passare un po’ di tempo prima che mi dia il permesso di allontanarmi da casa. Vedremo ma questa brutta storia è destinata a lasciare il segno». 

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