Silvia Ruotolo, 25 anni fa la morte a Napoli: nasce la borsa di studio in sua memoria

Silvia Ruotolo, 25 anni fa la morte a Napoli: nasce la borsa di studio in sua memoria
di Emiliano Caliendo
Sabato 11 Giugno 2022, 15:28 - Ultimo agg. 12 Giugno, 08:42
6 Minuti di Lettura

A venticinque anni di distanza dalla sua morte, il ricordo di Silvia Ruotolo, madre 39enne, vittima innocente di camorra, è ancora vivo e radicato nella comunità da cui è stata strappata con violenza. Lo dimostra la folta presenza d'istituzioni, associazioni ma soprattutto cittadini comuni alla commemorazione che i famigliari di Silvia ogni anno tengono in piazza Medaglie d’Oro, depositando dei fiori accanto a una targa che ne conserva la memoria. Il titolo dell’iniziativa di quest’anno, organizzata dalla «Fondazione Silvia Ruotolo Onlus», è «Tutto ciò che libera e tutto ciò che unisce». 

Alessandra Clemente, la figlia di Silvia, aveva dieci anni il giorno in cui la madre fu uccisa a causa di un proiettile sparato da un commando di fuoco del clan Alfano che aveva l’obiettivo di colpire un affiliato del clan rivale dei Cimmino. Oggi consigliera comunale, per tanti anni assessore alle politiche giovanili del Comune di Napoli, Alessandra così diversa dalla madre – «mi vedete di solito con i tacchi mentre lei era sempre in scarpe da ginnastica» racconta commossa –  spiega quanto quella perdita abbia stravolto la normalità della sua famiglia: «Mia madre non era al posto sbagliato al momento sbagliato. Era sotto casa sua, mentre rincasava dopo essere andata a prendere suo figlio a scuola. A dimostrazione che la malavita uccide la nostra normalità». Resta indelebile però «il suo progetto d’amore che non andava tradito», ha confidato ai presenti dopo un intenso momento di raccoglimento.

«Non bisogna cercare vendetta perché è violenza così come lo sono il menefreghismo e frasi come “che schifo”, “me ne vado”, “sono arrabbiato”, perché anche quella è in parte violenza», ha rimarcato la figlia ricordando quale fosse l'attitudine alla vita della madre. «Avevo dieci anni, mio fratello solo cinque, e con i nostri occhi – rivela Alessandra - abbiamo visto la violenza e la crudeltà della camorra.

Negli anni crescere non è stato semplice ma è stato importante sentire il dovere prima come figli, oggi anche come cittadini e istituzioni, affinché nessuno dimenticasse. Non possiamo avere futuro senza una memoria di ciò che è accaduto. A noi interessa un futuro senza più alcun tipo di condizionamento a causa della presenza della camorra all’interno della nostra città. Ciò vale per le istanze di una mamma che accompagna il proprio figlio all’asilo come mia madre 25 anni fa, ma anche per i temi del lavoro, dell’economia e dello sviluppo». E sull’attualità dei recenti scioglimenti per camorra di alcuni comuni in provincia di Napoli, Clemente aggiunge: «È una vergogna. Quando un cittadino perde il proprio sindaco a causa di uno scioglimento del comune per mafia è orfano dell’esempio che deve venire dal primo cittadino. È necessario denunciare che quanto accaduto poche ore fa a San Giuseppe Vesuviano o a Torre Annunziata, o qualche tempo fa a Sant’Antimo, non è normale. Ci sono persone pronte a mettersi in gioco affinché tutto questo possa cambiare. E la politica non può fare spallucce, ha quindi un’enorme responsabilità rispetto a tutto questo». 

L’impegno anticamorra in memoria di Silvia Ruotolo è portato avanti da tutta la famiglia Clemente-Ruotolo, in particolare da Lorenzo Clemente, padre di Alessandra e Francesco e marito di Silvia, attraverso la Fondazione grazie alla quale anche quest’anno sono state realizzate numerose iniziative sociali. Come quella del gruppo Charlatans Basket, associazione che ha regalato più di venti canestri pubblici per la pratica della pallacanestro tra Napoli e Pozzuoli, tra i quali quello posto al centro di piazza Medaglie d’Oro. C’è poi l’impegno verso i più giovani con la creazione della borsa di studio «Silvia Ruotolo per Secondigliano» in collaborazione con l’Istituto Comprensivo Savio Alfieri. Un progetto seguito dalla preside dell’Istituto Marianna Guarino e dall’avvocato Vincenzo Sassano. «Uniamo due quartieri – spiega la preside Guarino - nonostante sembrino due realtà così distanti. Le risorse culturali che vengono dal nostro territorio sono tantissime ma hanno bisogno di essere supportate con azioni valide e incisive. Sarà divisa in due parti: a un alunno andrà un supporto per i libri, a un altro un sostegno sportivo, distribuendo questo contributo a uno studente della scuola primaria e a un altro della scuola secondaria di primo grado». La cultura come arma è il messaggio invece dell’avvocato Sassano: «Se altri usano le pistole, noi usiamo i libri». Presenti, infine, i ragazzi dell’associazione Bottega dei Semplici Pensieri e Sapori con una caffetteria mobile portata avanti da giovani con la sindrome di Down. 

Video

Hanno inoltre portato il proprio saluto ad Alessandra, Francesco e il signor Lorenzo, il questore di Napoli Alessandro Giuliano, la vicesindaca Mia Filippone e la presidente di Municipalità Clementina Cozzolino. «Sono qui – dichiara il Questore - per testimoniare con la presenza mia e dell’istituzione che rappresento, la Polizia di Stato, vicinanza alla famiglia Clemente-Ruotolo. Questa va dimostrata ogni anno in questo punto della piazza, proteggendone il giardino e i ragazzi che vi giocano. La memoria va praticata attivamente, questo è un modo per farlo. Intendiamo essere vicini alla famiglia Clemente-Ruotolo, ma a tutti gli abitanti di questo quartiere tutti i giorni dell’anno», sono state le parole del super poliziotto. Per la vicesindaca Filippone serve il combinato disposto di «istruzione e cultura» insieme «a maggiori risorse di uomini e mezzi delle forze dell’ordine» per contrastare le mafie. «Continuiamo – ha aggiunto - a tenere alta la memoria di Silvia. Traiamo da questa occasione la forza per continuare a combattere contro tutte le forme di camorra e di mafia che devastano il nostro Paese e la nostra città». Infine, la presidente Cozzolino ha ricordato come si tratti di «una ferita ancora aperta del nostro territorio» e che ricordare questo lutto «consente ai giovani di prendere le distanze dagli atteggiamenti e dalle attività criminali che potrebbero allontanarli dalla strada del bene e della legalità». «L’impegno della Municipalità proseguirà con altre iniziative che ricorderanno Silvia e le altre vittime della criminalità organizzata. Inoltre, dobbiamo continuare a preservare questo luogo simbolo», ha concluso Cozzolino riferendosi a piazza Medaglie d’Oro.

© RIPRODUZIONE RISERVATA