Piscine e box auto, l'abusivismo sfregia Posillipo: dossier alla Procura

Piscine e box auto, l'abusivismo sfregia Posillipo: dossier alla Procura
di Maria Chiara Aulisio
Mercoledì 21 Aprile 2021, 06:15 - Ultimo agg. 19:40
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«Muri pubblici abbattuti per creare varchi di accesso privati, manufatti in cemento che spuntano come funghi, decine di alberi protetti (pini mediterranei) tagliati senza pietà per realizzare strade e viottoli attraverso i quali raggiungere le ville di loro proprietà». E ancora: «Vasche costruite per l’irrigazione che si trasformano in piscine; veri e propri pollai pronti a diventare lussuose abitazioni, e anguste baracche - dove conservare pale, vanghe, zappe e rastrelli - in procinto di essere trasformate in villette e box auto». Succede a Marechiaro, sulla collina di Posillipo. Qui l’abusivismo edilizio resta un problema al quale non si riesce a rispondere con la dovuta determinazione: in tutta la zona, infatti, di grande pregio dal punto di vista paesaggistico, resistono una quantità di “manufatti” che - benché realizzati in maniera assolutamente fuorilegge - non vengono demoliti garantendo una sostanziale impunità a chi li ha messi in opera.

Eccolo qui un nuovo dossier - oltremodo dettagliato e accompagnato da decine di fotografie - appena inviato alla Procura della Repubblica di Napoli, al Comando dei carabinieri (sezione Tutela per l’ambiente), a quello dei vigili urbani, al sindaco e all’Ufficio antiabusivismo edilizio. La firma è di Europa Verde - con il consigliere regionale Francesco Borrelli, e quello municipale Gianni Caselli - che ha anche raccolto numerose segnalazioni da parte degli abitanti del quartiere che - si legge nella denuncia - «hanno fornito una serie di elementi utili a comprendere l’estrema gravità della situazione». Da qui - spiegano - la richiesta di un intervento urgente della magistratura «per fermare i cantieri che hanno già aperto grosse ferite nel paesaggio di una delle zone più famose della città». Tre, in particolare, le proprietà - con tanto di nomi e cognomi - finite al centro dell’esposto. A Marechiaro, e più in generale a Posillipo - scrivono i due consiglieri - «si stanno distruggendo intere zone verdi e si realizzano costruzioni abusive di ogni tipo». 

Ma andiamo con ordine nella lettura della puntualissima denuncia. All’altezza di un civico - il cui numero per questione di privacy non riveleremo ma che è già all’attenzione degli inquirenti - «si stanno costruendo manufatti con pareti in mattoni di tufo e lamiere in alluminio utilizzate quale copertura delle stesse. Gli abusi sono visibili con chiarezza e occupano una zona a valle della collina di Posillipo: la sua realizzazione comporta uno sviluppo di volumetrie pari a oltre 600 metri quadrati». Non solo. Gli stessi proprietari - sulla base delle informazioni messe insieme dai residenti di Marechiaro, e raccolte nel dossier - «hanno anche allestito una serra, dotata di porta scorrevole, utilizzando teli di plastica e impalcature in alluminio. Una struttura che ha deturpato e distrutto il verde circostante in seguito all’abbattimento di pini mediterranei e altre specie arboree protette». 

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Andiamo avanti. Sempre a Marechiaro - proseguendo lungo la via comunale - sarebbe stata realizzata una strada in cemento armato per consentire l’accesso a una zona destinata al parcheggio - «con tanto di cancello in ferro» - sbancando il terreno e tagliando illegalmente la vegetazione protetta. Sempre secondo quanto dicono Francesco Borrelli e Gianni Caselli, lo sbancamento arriverebbe addirittura fino a valle. “Omissis”, ovviamente, i nomi di chi avrebbe commesso l’abuso. «Quei proprietari, le cui generalità sono invece indicate con precisione nel dossier - spiega Caselli - nei loro giardini stanno costruendo di tutto. Prova ne è che gli altri abitanti di Marechiaro, quelli rispettosi delle leggi, hanno inoltrato una serie di esposti che non hanno avuto alcun esito. Ora vogliamo sapere per quale ragione l’antiabusivismo non è mai intervenuto». Ma le segnalazioni non sono ancora finite. E il resoconto inoltrato in procura è assai puntuale: «Nella stessa zona, appena un po’ più avanti dal precedente abuso, si è intenti a lavorare per realizzare un altro manufatto fuorilegge al quale si accede dal medesimo civico. Il solaio di tale struttura - prosegue la denuncia - è adibito a parcheggio auto con le conseguenze che ne derivano per la quiete e la salubrità dell’aria. Quell’area di sosta si raggiunge attraverso un varco carrabile - ampio circa 6 metri e dotato anche di cancello scorrevole - costruito rimuovendo il muro pubblico adiacente alla carreggiata di via Marechiaro». Ma c’è dell’altro: «Sulla parte sovrastante - si legge meglio nella denuncia - è stata realizzata una struttura di copertura di alluminio e plastica a protezione delle auto, mentre nella parte sottostante sono visibili le predisposizioni elettriche e degli scarichi, e tutto il materiale utile alla prossima, imminente ultimazione della chiusura della struttura. Vale a dire uno sviluppo di volumetrie per almeno 300 metri quadrati». 

«Quello di Posillipo - dice il consigliere regionale di Europa Verde, Francesco Borrelli - è il primo dossier che abbiamo realizzato sul nuovo sacco della città. Faremo lo stesso negli altri quartieri». E poi aggiunge: «Gli abusi stanno trasformando la cartolina di Napoli in una landa desolata. Un disastro dovuto non solo alla cattiva amministrazione, ma anche all’aggressione del territorio da parte di gente senza scrupoli che pensa esclusivamente ai propri interessi senza riflettere sul fatto che consegnerà ai nipoti un quartiere devastato.

Non lo consentiremo e, dunque, ci affidiamo all’autorità giudiziaria». 

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