Napoli: boom di abusi edilizi, 90 demolizioni nel 2022

Allarme per le costruzioni illegali: ecco chi c'è dietro il nuovo fenomeno

Una villetta abusiva a Pianura
Una villetta abusiva a Pianura
di Leandro Del Gaudio
Sabato 21 Gennaio 2023, 00:00 - Ultimo agg. 09:05
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Dunque, a Napoli le ruspe sono tornate in azione. Nel mirino interi immobili cresciuti dalla notte al giorno, che hanno trasformato e devastato pezzi di territorio cittadino. Pochi giorni fa, l’ultima spallata: un intero edificio demolito ad Agnano. E ancora qualche giorno prima, stessa soluzione adottata in zona Camaldoli, poi a Pianura e - sul versante opposto - ai confini del Vesuvio. Non parliamo di box auto, ma di appartamenti su due piani da 330 metri quadrati.

Abusivismo edilizio, c’è un boom attestato negli anni del dopo covid.

Si continua a costruire in zone vincolate, costringendo la Procura e la Procura generale a svolgere un’azione di contrasto che non ha eguali rispetto al passato. Bastano due numeri: nel solo anno 2022, sono state circa una novantina le realtà immobiliari andate giù sotto i colpi delle ruspe; oltre cento quelle portate a termine dalla Procura generale (che interviene quando una sentenza di demolizione subisce modifiche rispetto a quanto disposto nel corso del primo grado di giudizio). 

Ruspe in azione, dunque, anche in una zona decisamente al centro dell’attenzione nazionale: parliamo di Ischia, isola devastata con la frana di Casamicciola appena due mesi fa. È il caso della villa a Barano - edificio di 150 metri quadrati -, mentre è logico pensare che sull’isola verde si tornerà a parlare di demolizioni di qui alle prossime settimane. Ma restiamo al caso Napoli, proviamo a capire cosa si agita su un territorio dove si nota un certo dinamismo di imprese fantasma. Proviamo a studiare i dati di quest’anno, alla luce di quanto emerge dai piani alti del Palazzo di giustizia. Sono otto i pm del pool urbanistica coordinato dal procuratore aggiunto Pierpaolo Filippelli, ex aggiunto a Torre Annunziata e in passato titolare di indagini in materia di antimafia (protagonista assieme a Rosario Cantelmo della cosiddetta primavera di Ercolano contro il racket locale). Da un paio di anni, Filippelli è alle prese con la galassia demolizioni. Sono migliaia le sentenze di condanna per abusivismo edilizio. Quando la sentenza passa in giudicato, bisogna resistere a possibili incidenti di esecuzione e, in mancanza di collaborazione da parte dell’imputato condannato, nominare un direttore di lavori, assegnare un appalto, abbattere e rimuovere il materiale di risulta. Ma in cosa consiste il fenomeno abusivismo negli ultimi anni a Napoli? Restiamo nell’area settentrionale. Zona Camaldoli, la foto è a corredo di questo servizio: è stata abbattuta una villa di duecento metri quadrati, costruita su due piani, con tanto di tettoia, giardino, aiuole, lampioni stilizzati, tavernetta interna. Tutto illegale, abusivo, costruito in un’area vincolata. Non è finita. Cose del genere sono state registrate anche in altri spaccati cittadini. 

È il caso di Pianura, dove in questi giorni è stata demolita una sorta di villone su una superficie di 330 metri quadrati: parliamo di uno stabile che viene raffigurato dall’alto, che ha una volumetria di almeno due piani e che rappresenta - a leggere la sentenza di condanna del proprietario - uno scempio vivo sulla pelle dei napoletani. È uno dei punti su cui insistono ai piani alti della Procura. Spiega al Mattino il procuratore aggiunto Filippelli: «Una costruzione abusiva rischia di danneggiare per sempre il territorio, ma soprattutto si trasforma in un boomerang per i proprietari. Il trend è in crescita, ma anche i numeri che attestano la nostra azione di contrasto, sia da parte della Procura, che da parte della Procura generale». Ma cosa si nasconde dietro questa nuova impennata di abusivismo edilizio? Lavoro nero, caporalato, evasione fiscale, traffico di rifiuti, smaltimenti illegali, riciclaggio. Poco incisivi i controlli sul territorio. Omissioni? Corruzioni? Pubblici amministratori e pubblici ufficiali che si sono voltati anni fa dall’altra parte e che hanno tollerato l’esistenza di un cantiere? E che hanno garantito - a Ischia come ai Camaldoli - la costruzione di una villa con giardino? Inchieste in corso, ovvio pensare a verifiche in materia di pubblica amministrazione. 

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