Ragazzini accoltellati a Napoli, fermato 16enne figlio di un boss: la sfida lanciata su TikTok

Ragazzini accoltellati a Napoli, fermato 16enne figlio di un boss: la sfida lanciata su TikTok
di Leandro Del Gaudio
Lunedì 16 Maggio 2022, 23:00 - Ultimo agg. 17 Maggio, 15:02
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Se l’erano giurata a mezzo social. Poi quando si sono incrociati, domenica pomeriggio sugli scogli di Marechiaro, è scoppiato l’inferno. Uno del branco non ha avuto esitazione: ha riconosciuto quello che - a suo giudizio - lo aveva offeso sui social e lo ha aggredito. Poi, quando stava avendo la peggio, ha chiamato l’amico, che non ha avuto esitazione ad estrarre il coltello, che portava nascosto nel costume da bagno. Ed è così che ha sferrato delle coltellate contro i due rivali, rischiando di ucciderli, riducendoli in gravissime condizioni. Da ieri, quello armato di coltello è finito in cella, con l’accusa di tentato omicidio. Ha sedici anni, è figlio di un soggetto condannato all’ergastolo come esponente del clan Lo Russo. Il suo complice, quello che aveva scatenato la rissa, è un sedicenne denunciato a piede libero, perché non c’è prova che abbia impugnato un coltello.

Eccolo lo scenario legato alle indagini su quanto avvenuto domenica pomeriggio all’altezza di Marechiaro, dove si sono incrociati due gruppetti di ragazzini. Da un lato, i due minori che hanno avuto la peggio, dall’altro i due aggressori (quello fermato e quello denunciato a piede libero). C’è un quinto indagato, che è stato ferito a colpi di pugni ed è stato denunciato per rissa (era legato ai due ragazzi accoltellati). Una giornata scandita da sangue e violenza, secondo quanto sta emergendo dalla cronaca delle ultime ore. Basta considerare quanto avvenuto - sempre domenica pomeriggio - in un altro punto della costa, nella spiaggia delle monache, secondo quanto emerge da un video postato sui social e reso noto dal consigliere regionale Francesco Borrelli (Verdi).

Dal video, si vede un uomo picchiare a sangue un bagnante, a colpi di casco della moto. Tutto è avvenuto sotto gli occhi di decine di donne e bambini letteralmente terrorizzati per quella scena di pura vigliaccheria. E non è finita. Ieri pomeriggio a Forcella, ancora branco in azione. Una donna è stata travolta da due balordi in sella a una moto lanciata a tutta velocità, provocando il ferimento di una donna, moglie di un ristoratore della zona (che è in gravi condizioni al Cardarelli). I due balordi hanno provato a scappare, poi hanno fatto ritorno sul luogo dell’investimento, per recuperare lo scooter, dove sono stati aggrediti da alcuni passanti.  

Ma torniamo a quanto avvenuto in quel di Posillipo, appena due giorni fa. Inchiesta lampo condotta dal pm dei minori Emilia Galante Sorrentino, decisivo il lavoro degli uomini della Mobile, guidati dal primo dirigente Alfredo Fabbrocini. Come sono andati i fatti? Come è stato possibile che una domenica di relax si trasformi in una scena da inferno metropolitano? Tutto è iniziato nove mesi fa, quando uno dei soggetti che si trova sugli scogli riconosce un proprio rivale a mezzo social. In sintesi, ha riconoscito un coetaneo che - a suo dire - lo aveva insultato tramite i canali di instagram e di TiKTok. Non perde tempo, il ragazzino, decide di passare alle vie di fatto. Inizia a insultare il proprio avversario, crea le condizioni di una rissa. Va fatta una premessa. I duellanti sono inseriti in gruppi in cui ci sono anche delle ragazzini, che hanno assistito inermi allo sfoggio di violenza. Fatto sta che quando il primo aggressore sta per avere la peggio, scatta una sorta di riflesso condizionato. È il piano b. Interviene il figlio del camorrista dei Lo Russo, che non esita a sfoggiare la propria arma. Ha un coltello nascosto nella tasca del boxer. Un accessorio diventato necessario nel kit di tantissimi minori, che escono di casa armati a prescindere dalla destinazione e dalla compagnia. 

Video

Riecco la scena. Il sedicenne ha un’arma e la pianta all’addome dei due rivali. Orrore puro, sangue e senso di impotenza tra i tanti turisti della zona. C’è chi abbandona il ristorante, temendo un sequel nella interminabile guerra tra bande che sporcano i luoghi più belli della città. Ma non è finita. Mentre scatta la catena dei soccorsi, al fianco dei due ragazzini feriti, gli aggressori se ne scappano. In che modo? A nuoto. Poi in una barca. Forse conoscevano alcuni proprietari di navette che - per pochi spiccioli - fanno da navette per la zona degli scogli di Marechiaro. Indagini serrate, ieri la richiesta di convalida del fermo, mentre c’è chi si lascia andare a parziali ammissioni. E c’è chi ammette un dato su tutti, quello legato al movente del diverbio scoppiato tramite i canali social. Violenza pura, stile di vita di chi non conosce regole. C’è anche il racconto di una ragazzina, che non esita a ricordare i propri sentimenti: «Volevamo solo trascorrere una domenica di sole e relax», ha spiegato. 

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