Accoltellato a scuola a Napoli, il pm: quel ragazzino ha colpito per uccidere

Accoltellato a scuola a Napoli, il pm: quel ragazzino ha colpito per uccidere
di Leandro Del Gaudio
Mercoledì 26 Ottobre 2022, 23:03 - Ultimo agg. 27 Ottobre, 17:34
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Dice che non voleva ucciderlo, ma davanti al giudice si troverà di fronte una ricostruzione che va nel senso opposto. È quella sostenuta dalla Procura di Napoli, per la quale lo studente di 16 anni che ha aggredito un coetaneo a scuola dovrà difendersi dall’ipotesi di tentato omicidio. Cartelle cliniche e testimonianze alla mano, per i pm dei Colli Aminei non ci sarebbero dubbi: quanto accaduto martedì mattina all’interno della scuola Duca di Bonvicino a Miano non è stata un’aggressione finalizzata a ferire l’altro studente, ma a colpirlo a morte, ad ucciderlo. È questa la prima conclusione investigativa, alla luce di quanto sta emergendo dalle indagini sull’ennesimo episodio di cronaca nera declinato tra studenti napoletani. Domani la convalida degli arresti, mentre un intero spaccato scolastico - tra utenti e famiglie - si dice sconvolto per quanto accaduto nel corridoio della loro scuola. In sintesi, la vittima sarebbe stata aggredita all’improvviso, mentre camminava nel corridoio, a pochi passi dalla propria aula. Il ragazzino sarebbe stato colpito a freddo, all’altezza del polmone, rimediando altri fendenti in altri punti vitali. È fuori pericolo di vita, ma le sue condizioni sono apparse gravi ed è grazie alla preparazione dei medici napoletani che è stato messo in salvo.

Inchiesta condotta dal pm Emilia Galante Sorrentino, che fa leva sul lavoro investigativo dei poliziotti delle volanti e della squadra mobile del primo dirigente Alfredo Fabbrocini), si punta a ricostruire movente e responsabilità di quello che ha tutti gli aspetti di un agguato. Altro nodo da sciogliere riguarda la premeditazione, anche per chiarire come sia spuntato il coltello usato per l’aggressione. Difeso dal penalista napoletano Roberto De Fusco, il ragazzino indagato ha spiegato di aver comprato il coltello all’interno di un negozio.

Già, ma a quando risale l’acquisto? E chi è il commerciante che ha venduto un’arma a un minorenne? Sono le domande che ruotano attorno a due ragazzini, due studenti modello che si ritrovano all’interno di un fascicolo giudiziario: uno che aggressore; l’altro come vittima. Ma qual è il profilo dell’indagato? Figlio di due lavoratori, due persone oneste, il 16enne accusato di tentato omicicidio viene indicato come uno studente normale, tutt’altro che problematico. Non ha ancora compiuto 17 anni ed è già iscritto al quarto anno, frequentando con continuità le lezioni, senza mai essere finito al centro di vicende di natura giudiziaria. 

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Ora però nei suoi confronti pesa anche una sorta di retroscena, che è stato raccontato ieri sull’edizione di questo giornale. Stando ad alcune testimonianze, l’aggressore aveva minacciato l’altro ragazzino, dopo aver ingaggiato con lui una lite a colpi di spintoni per fatti di natura sentimentale. Parole cariche di rabbia, intimidazioni velenose. L’aggressore aveva intimato al suo coetaneo di non farsi vedere a scuola che avrebbe rischiato grosso. Una versione che va ovviamente verificata, che attende riscontri, mentre ora l’indagato è atteso dinanzi al giudice per le indagini preliminari del Tribunale per i minorenni. Ma quale sarà la traiettoria dell’inchiesta: probabile infatti che gli uomini della Mobile stiano facendo una analisi dei telefonini cellulari dei due ragazzini al centro di questa storiaccia. La Procura punta a ricostruire una possibile escalation, culminata nell’assalto di lunedì mattina, quello che - a giudizio degli inquirenti - ha tutti gli aspetti di un tentativo di omicidio. 

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