Napoli: «Mi hanno aggredito e sputato addosso perché avevo chiesto di indossare la mascherina sul bus»

Napoli: «Mi hanno aggredito e sputato addosso perché avevo chiesto di indossare la mascherina sul bus»
di Alessio Liberini
Martedì 21 Dicembre 2021, 16:26 - Ultimo agg. 22 Dicembre, 11:34
4 Minuti di Lettura

Si chiama Vito ed ha appena 40 anni. E’ lui l’autista dell’Anm che nella mattinata di ieri ( 20 dicembre) è stato vittima di una violenta aggressione subita mentre si trovava alla guida della linea 151 in Via Stadera nel quartiere Poggioreale a Napoli. Un evento che, per i dipendenti del trasporto pubblico locale, rischia di diventare, tuttavia, un’assurda normalità. «Mi era già capitato un caso analogo solo lo scorso 3 novembre» racconta lo stesso con un ghigno tra amarezza ed ironia.

La sua colpa è stata quella di aver ricordato ad una coppia, composta da madre e figlio, di indossare la mascherina all’interno del bus che guidava, come prevedono – ormai da due anni – le disposizioni pandemiche. Ma alla normale richiesta del conducente è partito il finimondo.

«Il signore, a quel punto – racconta -  si alza e mi viene letteralmente addosso per picchiarmi. Riesco a bloccarlo e chiudermi in cabina, perché ormai avevo capito che voleva direttamente aggredirmi». «Così - prosegue il conducente del mezzo - ha tentato in tutti i modi di scavalcare la cabina e ci è riuscito, lanciando due sputi verso di me. Uno mi ha beccato in faccia e l’altro è andato a finire sulla strumentazione. Non contento è andato avanti. Ho aperto la porta per farli scendere, nel mentre gli altri passeggeri gli hanno fornito delle mascherine, ma nonostante ciò non le hanno volute indossare. Così è successo che all’esterno dell’autobus si è vendicato rompendo anche il parabrezza e la porta laterale del bus» dopo che l’uomo si è scagliato, anche con il lancio di una bottiglia di vetro contro il mezzo ed il suo conducente che ha avuto la prontezza di filmare il tutto.

Il bilancio, il giorno dopo, è infatti quello di un pullman gravemente compromesso, su tutti i punti di vista.  Ed una denuncia, in primis fatta alle forze dell’ordine intervenute, intorno alle 8 di ieri mattina, sul luogo.

Nelle prossime ore partirà, con buone probabilità, anche una denuncia mossa direttamente dall’azienda del trasporto pubblico cittadino.

«Un evento più che paranormale – chiarisce la vittima dell’aggressione che anche questa mattina, nonostante i fatti di ieri, è di nuovo in strada a svolgere quello che fa da ormai quasi 5 anni: ovvero il suo lavoro - . Ero appena uscito dal deposito recandomi verso piazza Garibaldi quando vedo quest’individuo, con la madre, che vogliono salire sull’autobus senza mascherina. Così gli ho indicato, a gesti, di indossare il dispositivo di sicurezza, salgono a bordo senza metterla. Quindi sono partito con gli avvisi per farcela mettere, ma non sono stato minimamente ascoltato. Ho aperto la porta e sollecito con altri avvisi “si prega di mettere la mascherina sennò l’autobus non può partire”».

Video

Una routine, poco piacevole, che difatti è diventata un’abitudine per i dipendenti del tpl da quando è scoppiata la pandemia. Gli stessi che ogni giorno si trovano a far fronte alle nuove diposizioni legate al Covid e alle lamentele degli utenti. «Abbiamo bisogno – denuncia -  di una figura a bordo che possa sostituirci in questo tipo di controlli. La legge c’è ma nessuno controlla. Il ministro dei Trasporti aveva detto chiaramente di mettere una figura fissa, ma aspettiamo ancora che dalle parole si passai ai fatti. Noi dobbiamo fare mille cose insieme anche se per norma dovremmo solo guidare».

«Questi eventi – precisa il conducente - accadono un giorno si e l’altro pure, purtroppo. Anche a me personalmente era già successo. Ma per fortuna ho avuto la freddezza di filmare per tutelarmi se mi succede qualcosa. Ma anche agli altri colleghi accade, di tutto e di più, tutti i giorni, continuamente. Ognuno fa quello che vuole: non esistono regole, non esistono leggi, chiunque si sente autorizzato a fare ciò che vuole e tutti restano impuniti».

© RIPRODUZIONE RISERVATA