Far West ai Pellegrini, cancello aperto e soli tre vigilantes: «Nessuno ha visto il killer entrare»

Far West ai Pellegrini, cancello aperto e soli tre vigilantes: «Nessuno ha visto il killer entrare»
di Gennaro Di Biase
Sabato 18 Maggio 2019, 12:00
3 Minuti di Lettura
Lo choc era ancora nell'aria, ieri mattina al Pellegrini. Le stesse guardie giurate, a poche ore dal far west della notte appena passata, non riuscivano a nascondere le facce tese e preoccupate. Sotto l'arco d'ingresso dell'ospedale, prima di arrivare nel cortile, subito a sinistra, non lontano dai sigilli del Pronto soccorso e dai fori delle pallottole, prima c'era un presidio fisso della polizia. La piccola porta bianca, però, è chiusa a chiave. «Il drappello delle forze dell'ordine non c'è più da almeno 6 anni - sussurrano i lavoratori dell'ospedale - Adesso ci si appoggiano i vigilantes, che sono dipendenti di una cooperativa». Non sono molti, in generale. «I turni sono divisi in 8 unità di giorno e 5 di notte», spiega don Ciro, una delle guardie giurate del Pellegrini. Ma di guardie ce n'erano tre, alle 2 dell'altra notte - come conferma la Direzione della Asl Napoli 1 - quando è arrivato il ferito Vincenzo Rossi, e tutte e tre hanno accompagnato l'ambulanza all'interno. All'aspirante killer quindi è bastato scavalcare la sbarra, ormai sguarnita di sorveglianza, e iniziare a premere il grilletto alla rinfusa in mezzo alla folla. Ad altezza d'uomo.
 
Don Ciro ha la faccia stanca e sconvolta come le mura cadenti dell'ospedale Pellegrini, di cui è vigilantes da vent'anni circa. Dal suo gabbiotto affacciato sulla Pignasecca ne ha viste e ne vede di tutti i colori: «Se avessi l'età giusta - sospira - me ne andrei di corsa da Napoli. Qua la notte è come un vulcano che erutta, un guaio». Turisti, locali, facce allegre di giorno, e con il buio pallottole, Gomorra (La Serie) e sangue: le due anime di Montesanto convivono misteriosamente, almeno per ora. Ma il Pellegrini, come gli altri ospedali di Napoli, è ormai senza presidio fisso. «Lo vedete? Noi qua facciamo anche da punto informazioni - continua Don Ciro - Non facciamo mica solo le guardie giurate!». E ha ragione. In cinque minuti sono almeno dieci i pazienti che lo avvicinano per chiedergli indicazioni su orari e reparti. Difficile badare ai pazienti e insieme controllare il via vai in un quartiere così affollato e complesso come Montesanto.

Mentre Don Ciro continua a parlare e a fare da infopoint, un suo collega più giovane sorveglia la sbarra e un altro paio di guardie giurate sono sparse nel cortile affollato di cronisti, telecamere, pazienti, medici e infermieri. Tra gli altri, in gabbiotto, passa una dottoressa, noto ex dirigente del Pellegrini: «Salve Ciro - dice - Lo so, siamo tutti sconvolti, perché qua è terra di nessuno. Quando ero iscritta all'Università, i cancelli del Pronto soccorso di notte erano chiusi. Si aprivano solo quando serviva far passare l'ambulanza. La sbarra non basta, bisognerebbe tornare a chiudere i cancelli, almeno con il buio». Chiudere le serrature, però, non sembra essere nelle intenzioni della Asl Napoli 1, «per agevolare la cura dei pazienti, che va messa sempre al primo posto». Anche per questo, il Pronto soccorso, quasi inutile precisarlo, non è un luogo facile da gestire: «Spesso le auto dei parenti seguono a ruota le ambulanze e non si capisce esattamente chi riesce a intrufolarsi», proseguono i dipendenti del nosocomio. In questo caos, nel cortile dell'ospedale, «si infilano i motorini di gente non proprio per bene di Montesanto - concludono - noi parcheggiamo fuori, in strada, dove troviamo posto, e loro all'interno. Si stava meglio quando c'era il drappello fisso delle forze dell'ordine, certo, ma poi per una questione di fondi è stato chiuso». È la legge del senza legge, qui al Pellegrini.
© RIPRODUZIONE RISERVATA