Il palazzo della camorra di Napoli ​al ministero dell'Economia: decine di alloggi in vendita a Chiaia

Il palazzo della camorra di Napoli al ministero dell'Economia: decine di alloggi in vendita a Chiaia
di Luigi Roano
Lunedì 13 Giugno 2022, 07:00 - Ultimo agg. 14 Giugno, 08:31
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In vendita il cosiddetto Palazzo della Camorra, siamo a via Egiziaca a Pizzofalcone una quarantina di case più gli esserci commerciali e altri locali di servizio dello stabile che i clan hanno occupato e assegnato in cambio di moneta sonante a famiglie a loro vicine. Sottraendo di fatto un bene pubblico alla città. In vendita le case di via Posillipo dal civico 165 fino all'ex deposito dell'Anm - Azienda napoletana mobilità, anche questo sito è in dismissione - dove fortunati benestanti hanno un titolo regolare per abitarvi, ma pagano più o meno gli stessi soldi che paga chi occupa regolarmente una casa a Scampìa, il panorama di chi si affaccia la balcone però non è il Vesuvio o il Golfo ma le Vele o le montagne di rifiuti che ci sono in quello sfortunato e bellissimo quartiere ricco di fermenti culturali e politici.

Eccoli i 600 cespiti che il Comune ha messo in vendita e ha segnato con il circoletto rosso a Invimit, la società dello Stato con la quale ha siglato un accordo nell'ambito del Patto per Napoli per aumentare i proventi dalla dismissione o valorizzazione dell'immenso patrimonio immobiliare di Palazzo San Giacomo oltre 67 mila immobili. Non solo a Chiaia e Posillipo lo shopping di Invimit, ma anche nei quartieri della periferia come Barra e San Giovanni. Anche e soprattutto qui moltissime sono le case occupate abusivamente da chi non ha titolo grazie alla mano della camorra che distribuisce a suo piacimento bene di proprietà dell'ente di piazza Municipio. La strategia del Comune è chiara: vendere o valorizzare ciò che è possibile, e allo stesso tempo liberarsi degli abusivi. Secondo uno degli ultimi dati forniti dagli uffici tecnici il fenomeno dell occupazioni abusive solo a Napoli vedrebbe coinvolti 10mila immobili al centro delle attenzioni della Procura. L'assessore al Bilancio Pier Paolo Baretta sull'annosa questione del patrimonio chiarisce: «I beni interessati non saranno assegnati ad una fondazione di indirizzo privatistico, ma trasferiti in un fondo immobiliare del quale il Comune detiene il 70% e il resto appartiene ad Invimit che è al 100% pubblica».

Baretta puntualizza ancora: «Nell'elenco nessuno dei beni comuni è o sarà inserito nel perimetro dei beni da trasferire al Fondo. Affermare, o anche solo pensare, che questa o altre scelte del sindaco Gaetano Manfredi o della giunta possano favorire la speculazione è grave, ma sostenere, addirittura, che si favorirà la criminalità è davvero inaccettabile e offensivo». E infatti la risposta dell'assessore è quella di mettere tra i beni da dismettere o valorizzare il Palazzo della camorra. 

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La due diligence di Invimit è appena iniziata ma le idee sono chiare. Chiarita la cornice va detto che i primi risultati concreti in termini finanziari per il Comune si vedranno l'estate prossima, salvo clamorose sorprese provenienti dal mercato. E Invimit è un soggetto forte guidato dalla manager napoletana Giovanna Della Posta che nel settore dei fondi immobiliari ha ottenuto negli ultimi 5 anni successi importanti. Chiaia, Posillipo, Barra, Piazza Cavour ma moltissimi immobili e negozi nell'elenco per la valorizzazione o la vendita si trovano nel cuore dei Decumani come quelli di via Del Sole e via Francesco del Giudice. Molto appetiti dal mercato atteso che Napoli è ormai una meta turistica per almeno 10 mesi all'anno e la caccia alle residenze ai negozi in quelli luoghi battutissimi dai visitatori è molto intesa. La messa a reddito di almeno una parte del patrimonio immobiliare è uno degli obblighi derivanti dal Patto per Napoli. I soldi circa 1,3 miliardi - del Patto saranno a costo zero solo se il Comune farà fruttare le leve messe a disposizione per arginare il debito da 5 miliardi. E queste sono essenzialmente 2: la dismissione e quella fiscale ovvero l'aumento dell'Irpef. 

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