Al momento sono stati censiti una quarantina di casi di murales o altarini che vengono ricondotti alle simbologie, a fatti o contesti di natura camorristica. Tra questi spicca l’impalcatura dedicata a Emanuele Sibillo, il capo della paranza dei bimbi ucciso nel 2015, ma non il murale di Ugo Russo. È quanto emerge da un incontro informale dei media con il procuratore di Napoli Gianni Melillo, a proposito della decisione del prefetto di procedere alla rimozione di alcuni altarini legati a soggetti uccisi dalla camorra.
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Stando a quanto emerso dall’incontro, al netto di possibili abusi nella realizzazione del murale del rapinatore ucciso in via Orsini, il riferimento a verità e giustizia non può essere considerato uno slogan di natura camorristica.