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Napoli, ambulanze nuove ferme in parcheggio e al Vomero i soccorsi arrivano in ritardo

di Ettore Mautone
Articolo riservato agli abbonati
Martedì 8 Febbraio 2022, 11:00
4 Minuti di Lettura

Piazza Medaglie d'Oro: un ragazzo vittima di un incidente stradale nel primo pomeriggio di ieri è rimasto riverso a terra, sull'asfalto, sotto la pioggia, per circa un'ora, in attesa dell'autoambulanza del 118. Nessuna aggressione, nessuna scena isterica e di inciviltà da parte di chi ha invece pazientemente atteso i soccorsi, prestato assistenza e aiutato il giovane con gli ombrelli e qualche telo. La carenza di personale del 118, non solo medici ma anche autisti, infermieri, addetti di centrale, a Napoli e in altre province, è andata oltre il livello di guardia. Le difficoltà sono diventate strutturali, acuite negli ultimi due anni dall'emergenza Covid. Uno scenario di grave difficoltà organizzativa che stride con la lunga fila di autoambulanze inutilizzate nel parcheggio dell'Ospedale del mare. Alcune in manutenzione per il fisiologico turn over ma molte altre, almeno una decina, nuove di zecca, acquistate in vari bandi di gara dalla Asl negli ultimi due anni ma sconsolatamente ferme ai box, impossibilitate a presidiare i soccorsi a causa della carenza sempre più acuta di addetti. 

APPROFONDIMENTI
Neuroimmunologia, medici riuniti in congresso a Napoli
Napoli: 118 senza medici e infermieri, chiude di notte la postazione rione Sanità
Covid a Napoli, richieste record al 118: «Ora siamo allo stremo»

Nonostante 13 mezzi su 18 siano affidati in convenzione esterna (la gara è stata rinnovata a luglio del 2021) sono almeno una cinquantina i medici che mancano all'appello a copertura dei turni, altrettanti per le altre figure professionali. Nella centrale operativa, al triage e ai telefoni, si alternano 6 infermieri anziché 10, il 40 per cento in meno che fatalmente incide sulla rapidità della risposta. Intanto continua, da almeno un anno, lo stillicidio dei presìdi. Il servizio del 118 a Napoli può contare su 18 postazioni, 13 assicurate in convenzione (l'ultima gara risale al luglio scorso) e le altre 6 a gestione diretta. Turni sospesi di notte al San Gennaro e al Chiatamone: si viaggia con 3 medicalizzate in meno (10 su 18) e solo 5 in strada di notte (anziché 13), a discapito della qualità e tempestività dei soccorsi. I 18 minuti di limite massimo dei tempi di arrivo dalla chiamata, fissati dai Lea (Livelli essenziali di assistenza) nel 2019, sono oggi completamente saltati. Poche le 8 borse di specializzazione per i medici di urgenza e i concorsi vanno deserti. L'ultimo corso abilitante di 300 ore destinato ai medici di medicina generale risale alla fine del 2019 ma in pochi hanno preso servizio in un'epoca in cui la domanda è superiore all'offerta nonostante la laurea abitante. 

Video

Così un servizio dalla cui tempestività può dipendere la vita o la morte di un paziente (decisiva la prima ora da un evento acuto) è ridotto a meno dell'osso e deve smaltire una media di circa 2.200-2.400 chiamate al giorno che si traducono in una media di 160-170 interventi cresciuti del 30 per cento in epoca Covid. Senza contare i trasporti secondari e gli accompagnamenti dei dializzati. Il 118 sta andando sempre più in crisi e quello che avviene in strada è l'altra faccia della medaglia della crisi dei pronto soccorso messa in ginocchio da caos, carenze, aggressioni e fughe di medici e infermieri. A Lanciare l'allarme dopo l'Aaroi, il sindacato degli anestesisti ospedalieri, per voce del leader regionale Giuseppe Galano che è anche a capo della centrale operativa, a farsi sentire sono ora anche gli infermieri del Nusind che in una lettera diretta a prefetto e Regione sottolineano la mancanza di standard minimi per i mezzi di soccorso avanzato 118 nella città di Napoli. «Il numero attuale è di 15 mezzi di cui 2 dislocati a Capri - scrive il sindacato rivedendo al ribasso il numero di ambulanze comunicate ufficialmente - e solo in parte funzionanti in quanto alcune svolgono solo servizio diurno». Senza contare che i mezzi senza medico a bordo possono effettuare solo soccorso di base (defibrillatore automatico e trasporto verso l'ospedale più vicino). Punti su cui Maria Muscarà del gruppo Misto ha presentato un'interrogazione al Consiglio regionale. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA
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