Napoli: l'Anton Dohrn presenta «Life Conceptu Maris» a difesa delle tartarughe e dei cetacei del Mediterraneo

Utilizzati i traghetti come navi da ricerca

Stazione Zoologica Anton Dohrn (dal sito ufficiale della stazione)
Stazione Zoologica Anton Dohrn (dal sito ufficiale della stazione)
di Serena Mancusi
Martedì 24 Gennaio 2023, 15:23
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Nel campo delle scienze naturali, da tempo, è diventata sempre più preponderante quell’area di studi e lavoro concentrata sulla biologia ambientale, basata a sua volta sull’acquisizione di una conoscenza approfondita della flora e della fauna; della biodiversità terrestre e marina; dei sistemi naturali e antropici; della relazione intrinseca tra l'ambiente e i suoi elementi biologici, e delle tecniche di gestione e protezione degli ecosistemi.

In questo senso, la stazione zoologica Anton Dohrn di Napoli, situata nella Villa Comunale nel quartiere di Chiaia, in quanto storico ente scientifico e di ricerca, sin dai tempi della sua fondazione nel 1872 per volontà del zoologo Anton Dohrn (da cui il nome del sito) fino ad oggi, ha fatto della sua missione lo studio dei principali processi biologici caratteristici degli organismi marini e della loro biodiversità, con un focus specifico dedicato alla loro evoluzione e alle dinamiche degli ecosistemi marini, utilizzando un approccio integrato e interdisciplinare.

In occasione del corso di aggiornamento professionale attualmente in corso, intitolato For Nature, For Us: Giovani Volontari protagonisti del Cambiamento, indetto dal WWF Napoli, presso la sede dell’agenzia di comunicazione digitale USB srl, al centro polifunzionale INAIL di Napoli, alcuni membri dello staff della stazione zoologica hanno presentato ai giovani corsisti il progetto europeo Life Conceptu Maris, partito a gennaio 2022 e la cui durata è prevista fino al 2026. L’acronimo CONCEPTU sta per “CONservation of CEtaceans and Pelagic sea TUrtles in Med: Managing Actions for their Recovery In Sustainability” (ovvero, conservazione dei cetacei e delle tartarughe marine pelagiche nel Mediterraneo: implementare azioni per la loro ripresa in sostenibilità): difatti, coscienti dei disastrosi impatti arrecati dalle attività di pesca selvaggia, di traffico marittimo indiscriminato e, ovviamente, dell’inquinamento da plastica, i ricercatori hanno deciso di impegnarsi in una laboriosa ma necessaria, quanto ambiziosa, attività di tracciamento sulla distribuzione di alcune delle specie di cetacei e tartarughe più diffuse per poter mettere a punto strategie di conservazione più efficaci.

Nello specifico il progetto rientra nel programma LIFE, lanciato dall’Unione Europea per finanziare progetti di protezione e conservazione della biodiversità, con particolare riguardo alla lotta contro l’inquinamento, ai cambiamenti climatici e ad una corretta transizione verso l’economia circolare, la quale, a sua volta, si configura come un sistema economico progettato in modo tale da potersi rinnovare autonomamente, sulla base del riutilizzo dei propri consumi, e garantire così, indipendentemente, la propria sostenibilità ecologica.

Pensando con attenzione, e in un senso più lato, tale interesse e riguardo verso il proprio ecosistema ha un impatto positivo innegabile e inevitabile in tanti aspetti e settori del vivere quotidiano: dal mondo del lavoro ai consumi energetici stagionali; dalla gestione dei servizi pubblici al mantenimento degli allevamenti e delle realtà agricole, e via discorrendo. La parola sostenibilità, secondo i ricercatori dell’Anton Dohrn, dato il molteplice impatto che la sua implementazione comporta, è dunque non solo il futuro, ma il presente, in una maniera necessaria e non più prorogabile. Entrando nel dettaglio di Life Conceptu Maris, l’obiettivo, secondo i lavoratori dell’Anton Dohrn, è quello di consentire la raccolta di nuovi dati sulla distribuzione delle specie di cui sopra, specialmente in mare aperto, e le loro preferenze ecologiche. Sommando questo ad una valutazione dell’impatto dei fattori di rischio, è possibile identificare quindi quali siano i siti nel Mar Mediterraneo atti a garantire la conversazione a lungo termine di queste specie.

Data l’ampiezza dell’area geografica di ricerca, secondo i ricercatori, risulta molto difficile prevedere quali siano i periodi e i momenti stagionali con maggiore concentrazione: non si tratta solo di implementare elaborati, molteplici e specifici metodi di raccolta dati, ma soprattutto di fornire un quadro di riferimento che possa essere utile a lungo termine per ulteriori studi e ricerche. Detto ciò, il progetto copre una vasta area del Tirreno Meridionale, dell’Adriatico e Ionio orientale, oltre a prendere in analisi il Santuario Pelagos e il corridoio spagnolo di migrazione dei cetacei, a Nord delle isole Baleari.

La grande innovazione data dal progetto è nell’utilizzare i traghetti, classico mezzo di trasporto marittimo, come navi da ricerca, promuovendo così il coinvolgimento dei cittadini nei monitoraggi grazie a campagne di citizen science, la quale intende a sua volta promuovere l’acquisizione di informazioni scientifiche, attraverso misurazioni, stime, modelli, osservazioni, valutazioni, interpretazioni o elaborazioni, ampliando in questo modo la propria consapevolezza personale e conoscenza scientifica dei fenomeni a cui ci si riferisce. Oltre a ciò vengono utilizzati dei sensori a scafo installati sui traghetti, i quali, con la forza dell’open source, registrano dati relativi al ph, alla temperatura e alla salinità dell’acqua, oltre che rilevare microscopiche tracce di DNA disperse. I sensori sono connessi ai computer, il che permette di esportare e lavorare immediatamente sul materiale raccolto e rapportarlo ai parametri di ricerca desiderati. Questo è importantissimo in quanto, secondo i ricercatori, sarà possibile creare in futuro modelli di previsione che spieghino come le variabili ambientali influenzino la distribuzione o la presenza di cetacei e tartarughe nei nostri mari, oltre a consentire alle istituzioni locali e comunitarie di adoperare tutte le misure necessarie a garantire un’adeguata tutela di tali creature e dei loro ecosistemi. Per poter seguire ulteriori aggiornamenti sulla prosecuzione del progetto, si rimandano i lettori alle pagine social ufficiali di Life Conceptu Maris nonché al sito di riferimento: lifeconceptu.eu

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