Napoli, il figlio dell'anziano colpito con un pugno: «Ha ridotto mio padre in fin di vita, ora gli daranno l'infermità mentale»

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Il bar tabaccheria teatro dell'aggressione
Il bar tabaccheria teatro dell'aggressione
di Melina Chiapparino
Sabato 21 Gennaio 2023, 22:58 - Ultimo agg. 22 Gennaio, 15:30
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Incredulità e angoscia. Sono queste le emozioni che agitano il quartiere dopo il violento assalto contro un 75enne, residente poco distante dal bar dove è stato aggredito qualche giorno fa, in via Comunale Napoli, a Pianura. Giuseppe Zizzi è stato descritto come «un uomo rispettato e benvoluto del quale non si può fare a meno di notare l’educazione persino nei gesti più banali come l’acquisto delle sigarette» hanno raccontato alcuni amici del titolare del bar Laurano, dove l’anziano si reca spesso per comprare i tabacchi e dove è stato colpito da un pugno dritto in faccia, mentre era sull’uscio del locale.

Ora che Giuseppe lotta per sopravvivere nel reparto di Neurochirurgia del Cardarelli, amici, parenti e vicini di casa sono col fiato sospeso, ancora increduli e sotto choc per l’accaduto. 

«Non riusciamo a farci una ragione dell’aggressione che per noi, si è verificata senza alcun motivo» continuano a mormorare i commercianti della zona che, a distanza di qualche giorno dall’assalto violento, non hanno arretrato di un passo dalla convinzione che l’uomo sia stato colpito «senza un perché».

L’idea di un’aggressione ingiustificata è rafforzata dalla conoscenza che hanno di Giuseppe tanti residenti di via Comunale che lo descrivono come «un uomo perbene, pacifico e tranquillo». «Probabilmente, poco prima dell’aggressione, si trovava sull’uscio del bar ad aspettare il proprio turno senza affollare i locali interni» hanno detto alcuni anziani che, al mattino sono soliti ritrovarsi al bar Laurano. «È una persona educata e, la mattina in cui è stato colpito, non ha scambiato nessuna parola con l’aggressore, né ci sono stati diverbi ma Giuseppe stava semplicemente in piedi, in attesa di entrare» insistono gli anziani.

L’incredulità per l’accaduto è, però, anche accompagnata da una certa dose di angoscia perché «se non c’è stato un motivo allora, chiunque avrebbe potuto essere al posto di Giuseppe» spiega un gruppetto di amici di famiglia che, come tanti altri, sostengono la tesi di «un disturbo psichico alla base dell’azione violenta». «Solo una persona con problemi psicologici può compiere un gesto come quello di cui è stato vittima Giuseppe» conclude il gruppetto di amici.

Se l’intero quartiere è sprofondato nella preoccupazione per le condizioni cliniche dell’uomo, ricoverato in prognosi riservata al Cardarelli, il dolore più grande è quello tra le mura domestiche dove Giuseppe, insieme alla moglie, ha accudito due figli, ormai adulti. «Non ci può essere alcun motivo alla base dell’aggressione che ha subito mio padre» ha spiegato Stefano, uno dei due figli del 75enne: «Non c’è bisogno di fare appelli o chiedere testimonianze: le telecamere del bar hanno registrato l’intera scena» ha raccontato Stefano descrivendo quello che gli occhi elettronici hanno documentato. 

«Si vede chiaramente che prima del pugno con cui è stato colpito, non c’è stata alcuna discussione e neanche lo scambio di qualche parola - ha insistito il figlio - mio padre non ha fatto nulla». È proprio l’assenza di una motivazione che rende ancora più atroce la sofferenza dei familiari, chiusi nel silenzio di chi, fiducioso nelle istituzioni, resta in attesa di risposte. «Ora l’unica grande preoccupazione è per mio padre che è grave e rischia la vita mentre magari all’aggressore daranno l’infermità mentale» conclude il figlio.

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