Napoli, l'appello dei Neoborbonici: «Piazza Mercato, recuperiamo la storia»

Napoli, l'appello dei Neoborbonici: «Piazza Mercato, recuperiamo la storia»
di Antonio Folle
Giovedì 12 Novembre 2020, 15:00 - Ultimo agg. 19:48
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Piazza Mercato è una delle piazze più famose e ricche di storia di Napoli. In questa piazza ha visto la luce una delle più conosciute - almeno fuori dai confini partenopei - rivoluzioni popolari ed ha perso la vita, per mano di uno spietato e dispotico sovrano, un giovanissimo pretendente al trono. Da ormai diversi anni, però, piazza Mercato è una delle piazze più bistrattate della città. Fin dalla costruzione del palazzo Ottieri - uno dei simboli della speculazione edilizia di epoca laurina - ha perso lentamente centralità e si è trasformata in uno slargo pressochè anonimo usato tutt'al più per burrascose partite di calcetto o per scorrerie a bordo di scooter.  La memoria storica dei luoghi sta lentamente scomparendo, sommersa in un mare di progetti falliti o morti in partenza.

 

I controversi lavori Unesco hanno completato l'opera di "cancellazione" dell'identità dell'antico campo del Moricino, nome originario della piazza.

Ormai ben pochi ricordano l'antichissima conformazione di piazza Mercato e dell'adiacente piazza del Carmine. Oggi piazza Mercato si contraddistingue solo per le orribili recinzioni che la chiudono in parte e testimoniano la pessima abitudine - consolidata negli ultimi anni - di non portare a termine i lavori.

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I lavori del progetto Unesco, infatti, in teoria sarebbero finiti, ma la piazza continua ad essere inspiegabilmente chiusa. E il giallo sulla riapertura della piazza - in ogni caso già "aperta" di fatto - non è nemmeno il problema più serio. Per piazza Mercato e per piazza del Carmine non esistono, o se esistono sono decisamente "aleatori", progetti che prevedono una vera e propria rifunzionalizzazione. Il rischio sempre più concreto è di veder completata la piazza senza sapere cosa farne, facendola così riprecipitare nel degrado in cui versava prima e che, in ogni caso, già comincia a far capolino. Sono tantissime le denunce arrivate sul tavolo di Asìa e della II Municipalità circa le discariche che, di tanto in tanto, sorgono agli angoli della piazza o nei pressi del complesso di Sant'Eligio. Alcuni giorni fa i Carabinieri sono dovuti intervenire dopo le numerose proteste dei cittadini che da settimane chiedevano invano la rimozione di ingombranti e amianto abbandonati a due passi dalla sede di una nota associazione giovanile.

Tante le testimonianze del glorioso passato di piazza Mercato che stanno lentamente e inesorabilmente scomparendo dall'immaginario collettivo. Della casa di vico Rotto al Mercato dove, secondo la tradizione, Masaniello incitava il popolo alla rivolta contro il malgoverno del duca d'Arcos, non resta altro che una targa apposta dal Comune nel 1997. Le costruzioni successive, più o meno abusive, hanno quasi del tutto snaturato i luoghi dove è stata scritta la storia. Poche settimane fa, invece, la chiesa di Santa Croce e Purgatorio al Mercato, dove è custodito il "ceppo" sul quale fu decapitato Corradino di Svevia e anch'essa chiusa da anni, fu scassinata da alcuni ignoti vandali. 

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«Questi luoghi - la denuncia del presidente del Movimento Neoborbonico Gennaro De Crescenzo - in altre città del mondo sarebbero valorizzati in maniera sicuramente diversa. Oggi a piazza Mercato non vediamo altro che desolazione quando, invece, qui si potrebbe parlare di sviluppo, di turismo e, soprattutto, di lavoro per tanti napoletani. Con l'abbandono della piazza si sta perdendo anche la memoria di importanti pezzi di storia, come la casa da dove Masaniello scatenò la sua rivolta contro il malgoverno del vicerè spagnolo o come la bellissima chiesa di Santa Croce e Purgatorio al Mercato. Lasciare piazza Mercato in questo stato - prosegue De Crescenzo - è un delitto ai danni della storia della nostra città. L'appello che ormai rivolgiamo da anni alle nostre istituzioni è di non lasciar morire questi luoghi e di prevedere un recupero non solo della piazza, ma delle tantissime testimonianze del passato che meritano di essere valorizzate. Prima o poi - continua ancora - l'emergenza Covid passerà e anche a Napoli si dovrà ritornare a parlare di turismo e di economia legata al turismo. Crediamo che piazza Mercato possa e debba essere un punto da cui ripartire e non un problema da gestire in qualche modo». 

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