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Napoli, è arsenale infinito: in giro almeno 15mila armi

Nel dark web proliferano gli acquisti illegali: 5mila euro per un kalashnikov, pistole a 1.500

Armi sequestrate dai carabinieri
Armi sequestrate dai carabinieri
di Gigi Di Fiore
Articolo riservato agli abbonati
Domenica 2 Aprile 2023, 00:00 - Ultimo agg. : 17:35
4 Minuti di Lettura

Solo tre mesi fa, il generale Enrico Scandone, comandante provinciale dei carabinieri di Napoli, lanciò la campagna di prevenzione rivolta agli adolescenti: «La prima vittima sei tu. No alle armi!». E diede alcuni dati significativi: nel 2022, nell’area metropolitana napoletana i carabinieri hanno sequestrato 671 armi illegali, di cui 206 da fuoco. Su 66 arrestati per armi illegali, 4 erano minori. La spia di un iceberg. In provincia di Napoli circolano tante armi, spesso in mano a giovanissimi. E il prefetto Claudio Palomba ha lanciato l’allarme: «Troppe armi in città, è ormai un’emergenza».

Per conoscere la diffusione delle armi nella provincia di Napoli, bisogna partire dalle autorizzazioni concesse da Questura e commissariati. Con una distinzione rilevante: alla polizia si può chiedere un semplice nulla osta di un mese per l’acquisto di un’arma da tenere in casa, o una licenza di porto d’armi che consente di girare con pistole e fucili per tre anni prorogabili. Per il porto d’armi va dimostrato che occorre per difesa personale, per attività di caccia, sport o lavoro. E se il registro del porto d’armi è pubblico, non lo è quello dei nulla osta provvisori, legati a momentanee esigenze di sicurezza. 

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L’ultimo dato nazionale sulle licenze di porto d’armi concessi in Italia è di un milione e 222.537. Naturalmente, il numero include anche i rinnovi. Negli ultimi tre anni, tra richieste e rinnovi, in provincia di Napoli le licenze sono state 42.660. Ma il dato riguarda l’autorizzazione, non le armi che circolano. Secondo stime dell’Opal, l’Osservatorio permanente su armi leggere e politiche di sicurezza, in Italia sono in giro 4 milioni di armi. Diventano il doppio, con quelle illegali. Chi è autorizzato può possederne più di una. Hanno porto d’armi i cacciatori, chi pratica lo sport del tiro a volo, chi dimostra di aver bisogno di un’arma - corta o lunga - per difesa personale legata alla sua attività, e le guardie giurate. Un universo che a Napoli e provincia significa, secondo calcoli approssimativi, un totale di oltre ottomila armi regolari in circolazione. La vendita di armi è attività redditizia. L’Anpam, l’Associazione nazionale produttori armi e munizioni sportive e civili, stima fatturati totali di 8 miliardi all’anno, con 230 aziende produttrici e 90mila addetti. Un settore non da poco. Bloccarlo non è possibile. E allora, sul mercato legale, la stretta non può che indirizzarsi su controlli rigorosi sia sulla concessione delle licenze sia sulle armi acquistate. E vanno tenuti d’occhio, laddove è possibile, i passaggi di mano di armi dal primo possessore autorizzato ad altri. Naturalmente, sono indispensabili le verifiche periodiche sui nulla osta e le armi tenute in casa.

Ma i numeri ufficiali non danno ancora la misura effettiva delle armi in giro a Napoli e provincia. Il mercato illegale, le pistole e spesso anche kalashnikov, ceduti, o sottratti a chi era autorizzato ad averne sfuggono a stime trasparenti. I sequestri eseguiti dagli inquirenti ne sono solo una piccola spia. Dice Giorgio Beretta, ricercatore dell’Opal: «Le licenze consentono di avere più armi, anche non legate all’attività indicata. In teoria, chi ha il porto d’armi può possedere 3 pistole con caricatori fino a 20 colpi, 12 armi sportive, tra cui i fucili semiautomatici AR-15, illimitati fucili da caccia». Ma poi ci sono soprattutto i mercati illegali, quelli utilizzati dai clan camorristici, in contatto con gruppi della ex Jugoslavia per l’acquisto di armi militari disponibili in grande quantità dopo la guerra nei Balcani negli anni ‘90. I costi: fino a 1500 euro per una pistola, un kalashnikov arriva a 5mila euro. Dalle coste di Puglia e Calabria i canali d’accesso. 

A queste vie illegali d’acquisto, che alimentano gli arsenali dei clan, si aggiunge il dark web. Trovare armi nel mercato illegale della rete non è difficile. La più nota operazione della polizia postale, Babylon, individuò una community di 14mila iscritti e 12 piattaforme d’accesso. Pagamento in bitcoin per procurarsi armi e droga. Chiuse poi da Facebook alcune pagine che offrivano armi, ma segnalate anche piattaforme come Deepweb gunstore, Black market, The armory. Acquisti immediati e senza porto d’armi. Acquisti su siti criptati con consegna anonima in tre giorni. E poi, i furti di pistole a guardie giurate o a chi possiede armi legalmente. Armarsi non è difficile, senza controlli costanti. Così, è facile stimare che, tra pistole, fucili semiautomatici e da caccia, ma anche coltelli con lame vietate, tra Napoli e provincia in giro circolano almeno quindicimila armi, tra legali e illegali. Una cifra da allarme.
 

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