Napoli. Assunzioni, promozioni, consulenti, Bagnolifutura: crac da 11 milioni

Napoli. Assunzioni, promozioni, consulenti, Bagnolifutura: crac da 11 milioni
di Leandro Del Gaudio
Sabato 20 Aprile 2019, 08:07 - Ultimo agg. 09:46
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C'era la convinzione di riuscire a vendere i suoli che di volta in volta venivano bonificati, mentre nel corso degli anni crescevano i costi del personale: sia dei dipendenti, che dei dirigenti, creando una «zavorra» che ha definitivamente affossato Bagnolifutura. Sono questi i punti su cui batte la Procura regionale della corte dei conti, nel corso dell'invito a dedurre a carico di undici tra amministratori ed ex dirigenti, per un presunto danno erariale di undici milioni di euro.

Indagini del pm contabile Marco Catalano, sotto lo stretto coordinamento del procuratore regionale Michele Oricchio, a proposito della gestione della società municipalizzata nata per riqualificare (e rilanciare) l'area occidentale, ma fallita nel 2014. Decisivo il lavoro dei finanzieri del nucleo di polizia tributaria del comandante Domenico Napolitano, che hanno ripercorso le tappe di una stagione amministrativa che va dal 2002 al 2014, di una società partecipata dal Comune, dalla Provincia e dalla Regione.

Sono undici gli amministratori raggiunti da un invito a dedurre, rispetto al quale dovranno fornire le proprie conclusioni difensive: tra questi l'ex sindaco Rosa Russo Iervolino, i vicesindaci Rocco Papa e Sabatino Santangelo; l'attuale sindaco di Napoli Luigi De Magistris, l'ex assessore Riccardo Realfonso; oltre ai dirigenti Giovanni Disposto, Rosaria Contino, Giovanni Spagnuolo; e gli amministratori Salvatore Palma e Luigi De Falco. Doverosa una premessa: siamo in una fase iniziale del procedimento, un invito a dedurre non corrisponde a una condanna, tutti i soggetti coinvolti avranno modo di replicare alle conclusioni degli inquirenti. Un ampio capitolo investigativo ha riguardato la «inadeguata pianificazione finanziaria». Scrive il pm Catalano: «La pianificazione della Bagnolifutura spa è stata errata sin dalla sua costituzione». In sintesi: «La programmazione economico finanziaria poneva le fondamenta su un'ipotesi di dubbia attuazione, ossia la vendita dei suoli, il cui realizzo era da ritenersi aleatorio sia nell'an (nell'ipotesi), sia nel quantum, che nel tempo».
 
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