Incidenti a Napoli, pronti quattro autovelox ma non c'è via Caracciolo

Incidenti a Napoli, pronti quattro autovelox ma non c'è via Caracciolo
di Paolo Barbuto
Mercoledì 31 Agosto 2022, 09:00
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Quando ha saputo della morte della donna travolta sul lungomare, il sindaco Gaetano Manfredi ha immediatamente avviato le procedure per dotare finalmente la città di autovelox. A Napoli non ce n'è nemmeno uno, la velocità viene verificata solo con l'utilizzo del Telelaser che deve essere presidiato dai vigili e non può essere utilizzato 24 ore su 24. Ce n'è uno solo che, fra l'altro, in questo momento è in manutenzione e non può essere usato: insomma attualmente in città nessuno è in grado di misurare la velocità di un'automobile, nessuno potrebbe comminare una contravvenzione per eccesso di velocità.

La questione era già in via di approfondimento da un paio d'anni.

Prima si decise di realizzare attraversamenti pedonali sopraelevati, per rallentare la velocità delle auto lungo le strade considerate a maggior rischio, da Chiaia a Fuorigrotta, poi si prese in considerazione l'idea di piazzare, finalmente, qualche autovelox lungo le strade della città. 

Le rigorose norme che regolano l'installazione di un autovelox mal si accordano con l'intricata rete viaria napoletana. I rilevatori fissi di velocità vanno piazzati in strade con una particolare conformazione: deve esserci un rettilineo che consenta di inquadrare e seguire la vettura, è necessario che non ci siano svincoli o incroci lungo il percorso. Insomma a Napoli è difficile trovare un posto dove sistemarli, anche se quello più pericoloso (e utilizzabile) sarebbe proprio via Caracciolo per la quale proprio il sindaco ha chiesto che si attivino al più presto le procedure per l'installazione.

Per adesso ci sono già quattro zone individuate per piazzare i rilevatori di velocità, si tratta di via della Villa Romana e via Argine a Ponticelli, via Montagna Spaccata a Pianura, e il sottopasso Claudio che passa sotto lo stadio a Fuorigrotta. Per questi autovelox è stato completato il lungo iter burocratico delle autorizzazioni che ha avuto esito positivo. Sarebbe possibile fin da domani mattina iniziare le procedure di installazione, solo che allo stato attuale non ci sono fondi disponibili. 

Sulla questione economica è stato drastico l'assessore Antonio De Iesu in un'intervista pubblicata ieri mattina dal nostro giornale: «La questione è troppo importante per bloccarsi dinanzi alla ricerca di un finanziamento. Quei soldi li troveremo, al più presto», ha detto in riferimento al progetto che lo stesso sindaco ha chiesto di mettere in atto. E siccome una porzione di quel progetto era già avviata, forse il denaro arriverà anche per i primi quattro autovelox già pronti per la città di Napoli.

L'iniziativa decisa nella giunta comunale di lunedì prevede che gli assessori alla sicurezza (De Iesu) e ai trasporti (Cosenza), facciano realizzare uno studio sulle strade più pericolose nel territorio cittadino e predispongano progetti utili alla mitigazione del rischio di incidenti, mettendo la questione autovelox in cima alla lista. 

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In realtà un quadro estremamente dettagliato delle strade più a rischio di Napoli è già disponibile, lo custodisce il comandante dei vigili, il generale Ciro Esposito il quale ha un archivio telematico nel quale sono registrati tutti gli incidenti avvenuti in città, dai semplici tamponamenti agli eventi letali, degli ultimi dieci anni.

È proprio sulla scorta di quel documento, e dell'esperienza dei vigili dell'unità operativa antifortunistica stradale retta dal capitano Muriano, che è già stato predisposto un piano per la realizzazione di passaggi pedonali rialzati lungo le strade più pericolose. Proprio l'installazione di questi rialzamenti ha drasticamente ridotto l'incidentalità lungo le strade interessate. Però anche sistemare un passaggio pedonale rialzato prevede un percorso burocratico lungo e allargato, devono arrivare permessi incrociati da chi utilizza le strade e potrebbe trovare difficoltà nell'affrontare quei rialzamenti, sicché bisogna confrontarsi con le forze dell'ordine, con le ambulanze, con i vigili del fuoco: si procede solo se c'è un plebiscito di consensi, altrimenti si blocca tutto. 

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