Avvocati al voto, la sfida di Carnevale: «Camera penale aperta e partecipata»

Avvocati al voto, la sfida di Carnevale: «Camera penale aperta e partecipata»
di Leandro Del Gaudio
Mercoledì 14 Novembre 2018, 08:53 - Ultimo agg. 09:47
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«Per noi la definizione più adatta è la camera penale di tutti. Una definizione che rappresenta la nostra squadra, che offre sensibilità culturali ed esperienze diverse, attitudini professionali ed esperienze associative differenti ma complementari».

Parla a braccio e senza microfono l'avvocato Ermanno Carnevale, nel giorno della presentazione del suo progetto politico e associativo in vista delle elezioni per il rinnovo della camera penale di Napoli. Dopo la presentazione della lista di Bruno Botti (che si candida a rappresentare il point break rispetto al direttivo uscente), ecco una proposta di giunta in aperta continuità con l'esperienza targata Attilio Belloni. Accanto al candidato segretario Gaetano Balice, ieri Ermanno Carnevale tocca i punti programmatici del suo programma, non prima di aver ricordato il peso nazionale assunto in questi anni dall'organo di piazza Cenni capace di esprimere la vicepresidenza di Domenico Ciruzzi in seno ai vertici nazionali delle camere penali.

Poi si entra nel merito: «Modello partecipato e aperto, con un gruppo di lavoro che si muove in una sola direzione ma su piani diversi». Sottolinea l'importanza delle esperienze consolidate in questi anni, «vale a dire il centro studi, la scuola di formazione e gli osservatori». Poi l'affondo sul Tribunale di Sorveglianza, sempre più spesso in questi mesi al centro del malessere di una intera categoria. Tocca alla questione nazionale, con un progetto di riforma in cui i penalisti chiedono di esprimere la propria voce: «Non accettiamo la deriva culturale secondo la quale l'avvocato si trasforma, da difensore dei diritti in difensore dei reati». Camera penale gremita, ci sono anche esponenti dello schieramento avversario, c'è voglia di ascolto e di confronto, il duello del 28 novembre (assemblea presieduta dall'avvocato Guido De Maio) è alle battute finali.
 
Da un lato la linea della continuità, che viene sostenuta dal duo Ciruzzi-Belloni, dall'altro la rottura, che coagula attorno al candidato presidente Bruno Botti, l'esperienza professionale di penalisti del calibro di Michele Cerabona (oggi membro laico al Csm) e di Stefano Montone. Sarà una battaglia fino all'ultima scheda, per contendersi gli oltre trecento voti.

Resta aperta la questione degli iscritti di ritorno, vale a dire dei penalisti che da qualche anno si erano distaccati dall'organo di piazza Cenni e che ora chiedono di saldare le rate precedenti per essere ammessi alle urne. Ma andiamo a vedere da chi sono rappresentati i due direttivi a confronto, le due squadre in lizza per la successione al dopo Belloni. Con Bruno Botti, sono candidati (in ordine alfabetico) Giuseppe De Gregorio, Marcello Fattore, Andrea Imperato, Stefano Montone, Giancarlo Nocera, Roberto Saccomanno, Luigi Sena e Annalisa Senese. Con Ermanno Carnevale, invece, Andrea Abbagnano Trione, Gaetano Balice, Giuseppe Carandente, Sabina Coppola, Roberto Giovene di Girasole, Mattia Floccher, Mario Fortunato, Sergio Schlitzer. Tanti i temi del confronto, dalla questione nazionale dello stop ai termini di prescrizione, alle migliaia di fascicoli che pendono in appello in attesa del giudizio di secondo grado.

Basta un esempio su tutti: Ieri mattina, un processo per a carico di tale Antonio Milo: difeso dal penalista Gaetano Laghi, è imputato per ricettazione e contraffazione di prodotti di calzature (parliamo di fatti che risalgono al 2014), ed è stato affidato a un got: ieri l'assegnazione a una sezione specializzata per competenza funzionale e l'udienza non è stata trattata nel merito. È stata rinviata. A quando? Al 27 maggio del 2020, per le questioni preliminari. Basta questo esempio a raccontare il disagio di tanti professionisti.
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