Napoli, ragazzini picchiati dalla babygang all'Orientale: «Il leader non aveva più di 16 anni»

Il pestaggio è scattato perché una delle vittime aveva fatto pipì in un vicolo

Ragazzini nel mirino delle baby gang
Ragazzini nel mirino delle baby gang
di Giuseppe Crimaldi
Mercoledì 22 Febbraio 2023, 19:31 - Ultimo agg. 24 Febbraio, 14:12
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«Voi qua non ci entrate, questa è zona nostra. E tantomeno ci venite a fare quello che state facendo, bastardi!». Tono imperativo e faccia feroce, il "capobranco", che avrà avuto sì e no 15-16 anni, ha dato il via libera all'aggressione, e così una stradina a ridosso dell'Università Orientale di Napoli si è trasformata in un'arena di violenza e di sangue: botte da orbi ai ragazzi di una comitiva di giovani che aveva "osato" invadere quello che per i baby-bulli è il loro territorio. Cartoline dall'inferno della città in balìa delle bande di giovanissimi teppisti che ogni sera non cercano altro che lo scontro fisico e un nemico di turno da colpire.

In venti contro sei: vigliacchi senza gloria né futuro, ma pronti a tutto. Il copione si è riproposto l'altra sera in pieno centro storico, dove sei studenti sono stati selvaggiamente picchiati: per due delle vittime si è reso necessario il ricovero in ospedale, e a ben guardare, il bilancio del raid avrebbe potuto assumere contorni assai più drammatici. La notizia è stata resa nota ieri dal deputato dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli durante la trasmissione radiofonica "La Radiazza", condotta da Gianni Simioli.

Ma ricapitoliamo le fasi dell'aggressione partendo dal racconto di una delle vittime, che ha 17 anni. «Ero con un gruppo di amici nella zona dell'Orientale, in tutto eravamo sei, quando a un certo punto un mio amico ha avuto bisogno di cercare un bagno per fare pipì; lo abbiamo quindi accompagnato in un bar, che però ne era sprovvisto.

Così allora, data l'emergenza, abbiamo optato per il vicolo lì dietro. A quel punto sono spuntati fuori una ventina di ragazzi, tra cui diversi minorenni anche molto più piccoli di noi, che ci hanno detto che non avremmo dovuto permetterci di orinare lì, perché quella è zona loro. Io ho subito ricevuto uno schiaffo ma non ho reagito, anzi ci siamo subito allontanati».

Non contenti del preludio fatto di insulti e minacce, i baby-teppisti hanno iniziato l'inseguimento. «Dopo poco - prosegue il 17enne - ci hanno raggiunti, accerchiati e picchiati. Erano delle furie, e hanno continuato a malmenarci anche quando siamo caduti a terra inermi. A me hanno dato calci alla schiena ed in faccia. Il mio amico ha subìto una frattura al naso e alla mandibola. Siamo stati in ospedale per tutta la notte».

Scene di ordinaria follia metropolitana purtroppo già viste a Napoli. «Ogni volta restiamo sbalorditi e inorriditi di fronte alla ferocia di certi ragazzini che sono evidentemente educati alla cultura della violenza e non hanno alcuna considerazione per la vita umana dato che rischiano di ammazzare gli altri per un nonnulla -commentano Borrelli e Simioli - La somma tra inciviltà, delinquenza, esasperazione e violenza ha creato un mix terrificante. Nessuna violenza è accettabile ma è anche vero che le strade e i vicoli di Napoli non possono essere utilizzati come orinatoi pubblici. Da anni ci battiamo per i servizi pubblici comunali che eviterebbero almeno una parte di questi problemi. La situazione al centro storico poi è tragica, la criminalità vera, quella dei clan, e quella delle baby-gang ha preso il sopravvento da anni e purtroppo ancora non la si riesce a contrastare in modo efficace anche perché pure i controlli latitano». Indagini in corso per cercare di dare un nome e un volto agli aggressori.

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