Napoli: bambino di 9 mesi ingoia una pallina di gomma, salvato dai medici del Cto

Napoli: bambino di 9 mesi ingoia una pallina di gomma, salvato dai medici del Cto
di Melina Chiapparino
Sabato 9 Ottobre 2021, 23:42 - Ultimo agg. 10 Ottobre, 23:36
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«Gli avete salvato la vita». Lo hanno detto tra lacrime e sorrisi, i familiari del bimbo napoletano che ha rischiato di morire per aver ingerito una pallina di gomma. Quando i medici del Cto hanno raggiunto i parenti del piccolo di 9 mesi, rassicurandoli sulle sue condizioni, si è finalmente concluso l’incubo cominciato tra le pareti domestiche, giovedì scorso. A far allarmare i genitori, erano stati i respiri sempre più affannosi del minore che era stato immediatamente trasportato in auto al presidio ospedaliero dei Colli Aminei, una struttura non pediatrica ma effettivamente la più vicina all’abitazione dove il bimbo aveva cominciato a sentirsi male.

Il piccolo che compirà un anno a dicembre, è arrivato all’ingresso del pronto soccorso del Cto, completamente cianotico e boccheggiante per il respiro che, tecnicamente, viene definito “agonico” e che consiste nell’incapacità di compiere movimenti respiratori efficaci. Dopo aver saputo che «aveva ingerito qualcosa», come riferito dai parenti, il bimbo è stato preso in carico dall’equipe dei sanitari di turno alle 22 del 7 ottobre 2021 e le operazioni che si sono susseguite dopo il suo accesso, sono state talmente tempestive da durare solo una manciata di minuti. Questione di istanti durante i quali anche un secondo in più, rischiava di comportare conseguenze a livello cerebrale per la carenza di ossigeno, provocata dalla respirazione insufficiente. L’equipe di sanitari coordinati dal primario del pronto soccorso, Mario Guarino, ha portato il bimbo direttamente nella “shock room” dove è stato sottoposto alle manovre rianimative, secondo il protocollo clinico indicato in questi casi e dove è avvenuto il recupero “lampo” dell’oggetto che ostruiva le sue vie respiratorie. 

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In un ospedale non pediatrico come il Cto, tutte le operazioni compiute per salvare il bimbo sono state “rivisitate” per rendere l’assistenza a misura di minore. Il piccolo con un codice rosso per i problemi di ostruzione alle vie respiratorie considerati di massima criticità, è stato prima di tutto ossigenato con una mascherina e, contemporaneamente all’assistenza dei medici di urgenza, Alba Palma e Alessandra Senese, è cominciata la preparazione dell’assistenza rianimativa di Giuseppe Gazzerro. Le operazioni per l’estrazione del corpo estraneo, coordinate da Guarino, sono state eseguite con una pinza di Magill che ha consentito di spingersi in profondità lungo le vie respiratorie dal momento che l’oggetto ingoiato dal bimbo era scivolato nel tratto respiratorio inferiore. Anche l’accesso venoso e le manovre per intubare il bambino, dopo le prime inalazioni di ossigeno con la mascherina, sono state compiute con particolare abilità dall’equipe di infermieri composta da Andrea Masobi, Emanuela Catapano, Monica Panico e Manuela Zinno. 

Dalle vie respiratorie, è stata estratta una pallina di gomma dal diametro di quasi 4 centimetri, completamente intatta e incastrata nel tratto inferiore del condotto. L’intervento dei sanitari è stato tempestivo e, come accertato dalle diagnosi successive, non ha comportato esiti e conseguenze sul bimbo che ora è ricoverato all’ospedale Santobono dove è stato trasferito la sera stessa dell’estrazione avvenuta al Cto. Inizialmente, il piccolo è stato trattenuto nel reparto di Rianimazione, intubato, per consentirgli una ripresa più rapida delle funzioni respiratorie e ora si trova in un reparto ordinario. Le sue condizioni sono «completamente in ripresa con un decorso ottimale» come ha spiegato Vincenzo Tipo, responsabile del pronto soccorso pediatrico del Santobono che si è complimentato con i colleghi dei Colli Aminei «per l’intervento tempestivo e eseguito con eccellenza» pur non avendo il presidio una vocazione pediatrica.
 

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