Un bambino o una bambina? Resta anonimo il piccolo grande donatore che ha fatto felici i volontari della associazione Figli in Famiglia - realtà che opera a San Giovanni a Teduccio, quartiere della zona orientale di Napoli - che si sono trovati davanti un sacchetto con all'interno diverse monete e un biglietto scritto a mano.
«Questi sono i pochi soldini del mio salvadanaio.
A raccontare la «bella scoperta» è Angelo, operatore dell'associazione da circa tre diversi anni. «Per Natale un bambino ci ha donato questo sacchetto per aiutare un bimbo della nostra associazione. Siamo rimasti senza parole. Questa è Napoli» racconta il volontario che invita tutti a raccogliere le migliori energie per affrontare il nuovo anno senza lasciarsi travolgere da cose futili e polemiche. «Usiamo le energie del prossimo anno per costruire, per progettare, per rialzarci. Per vedere quello che possiamo fare invece di quello a cui dobbiamo rinunciare. Diamo la mano a chi è ancora più a terra di noi, diventiamo grandi come questo bambino» scrive Angelo.
Carmela Manco, presidente di Figli in Famiglia, si dice commossa per il gesto del bambino - o della bambina - che ha donato: «Sono tutti venti centesimi, non li ho neanche contati, è una cosa bellissima, ora sono nel nostro salvadanaio» spiega Carmela, oggi impegnata a preparare la cena della vigilia per diverse famiglie bisognose. In queste settimane la onlus sta sostenendo le famiglie di Napoli Est anche attraverso la «spesa solidale»: un impegno importante, attività portata avanti sin dal lockdown della scorsa primavera. Nei mesi della “seconda ondata”, inoltre, hanno sostenuto diverse famiglie in quarantena preparando per loro piatti pronti da mangiare. E non si sono mai fermate le opportunità per i minori a rischio per evitare di «non tenerli in strada», come spiega Angelo. L’obiettivo è quello di non farli allontanare dalla scuola che ora seguono attraverso pc e tablet.
L'associazione Figli in Famiglia, presieduta da Carmela Manco, opera a San Giovanni a Teduccio da oltre trenta anni per contrastare il disagio di numerose famiglie dell'ex quartiere industriale a est di Napoli. Proprio un ex capannone industriale è dal 2005 la sede di diverse attività: doposcuola e laboratori di ogni genere attraverso i quali si seguono, educano e formano bambini e adolescenti che vivono in un ambiente particolarmente delicato dal punto di vista sociale ed economico e dove le insidie della criminalità organizzata destano sempre più timore.
La onlus è un riferimento anche per i loro genitori, specie in questo periodo particolarmente delicato. Nel frattempo si lavora a un'altra grande sfida di Carmela, quella di realizzare una ludoteca negli spazi accanto al capannone tutti da recuperare: prossima la ripresa degli interventi. Con lo stesso senso di solidarietà umana del gesto del generoso bambino l’associazione raccoglie donazioni da tanti napoletani, e non solo, per offrire ulteriori possibilità di riscatto e di crescita in un quartiere dove tanto resta ancora da fare.