Fu l'ultimo colpo quello fatale, quello che ha poi innescato il processo, irreversibile, che ha portato alla morte il piccolo Giuseppe Dorice, il bambino di 7 anni ucciso a bastonate, il 27 gennaio 2019, a Cardito, provincia di Napoli. È iniziato con la testimonianza del medico legale Nicola Balzano, davanti ai giudici della Corte di Assise di Appello di Napoli, il «nuovo» dibattimento in corso nell'aula 320 del Nuovo Palazzo di Giustizia rinnovato per valutare con maggiore attenzione la posizione di Valentina Casa, madre della piccola vittima, in relazione, sempre sotto il profilo omissivo, al reato di omicidio (del figlio) e di tentato omicidio (della figlia).
Per l'omicidio di Giuseppe e per il tentato omicidio di una delle due sorelline, Tony Essobti Badre, ex compagno di Valentina Casa, è stato condannato in primo grado all'ergastolo.
Il decesso è sopraggiunto a causa di «danno assonale» seguito da una fase di coma irreversibile: anche se fosse stato portato in ospedale, ha sottolineato Balzano, l'esito non sarebbe stato diverso. Prima del consulente è stata ascoltata una vicina di casa della famiglia la quale ha ribadito che nei giorni precedenti, come anche il giorno della tragedia, non ha mai udito urla di disperazione né ha ricevuto richieste d'aiuto da parte di Valentina. Alla prossima udienza, fissata per il 3 novembre, è prevista l'escussione di altri cinque testimoni, tra cui figurano anche alcuni sanitari del 118 chiamati e accorsi nell'abitazione quando Giuseppe era ormai deceduto.