Napoli, baraccopoli ed area per drogati
a Porta Capuana. I volontari: «Fa paura»

Napoli, baraccopoli ed area per drogati a Porta Capuana. I volontari: «Fa paura»
di Oscar De Simone
Sabato 28 Novembre 2020, 13:09 - Ultimo agg. 13:17
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Sono impauriti e temono per la propria salute i volontari dell'associazione San Vincenzo De Paoli che ogni giorno a Porta Capuana, distribuiscono pasti a senza fissa dimora. Una pratica che va avanti da anni ma che in questo periodo, ancora più che nei mesi precedenti, sta diventando difficile e rischiosa. La pandemia ha costretto tutti ad essere più attenti ma, nonostante le precauzioni, i timori restano. La paura di contrarre malattie infettive, come il covid, è sempre più forte e proprio per questo i ragazzi dell'associazione hanno lanciato l'allarme. 

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«Temiamo per noi stessi – afferma Francesco – e per le persone a cui prestiamo assistenza. Le baraccopoli vanno e vengono e con esse rifiuti e pericoli legati alle condizioni igieniche precarie. Noi facciamo del nostro meglio somministrando anche disinfettanti quando necessario, ma ci rendiamo conto che non basta.

Sappiamo di persone malate che necessiterebbero di assistenza costante e che invece sono abbandonate e se stesse. Ma poi c'è dell'altro. La zona è ancora frequentata da chi fa uso di sostanze stupefacenti e questo aumenta la tensione». 

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Pericoli non da poco insomma, che ogni giorno mettono in difficoltà il lavoro dei volontari di San Vincenzo. Una vera “missione” che in questo momento coinvolge un intero quartiere. «Questa è una zona – afferma Armando Simeone del “Comitato lenzuola bianche” – che già prima del covid era in difficoltà. Ora i problemi si sono accentuati ma i volontari continuano a fare il loro lavoro. Lo fanno tra i rifiuti ed i pericoli generati da un angolo di città sempre più abbandonato. Sotto le mura continuano a drogarsi e lo fanno in ogni momento del giorno e della notte. Questo è inaccettabile e va controllato. Bisogna intervenire e garantire la sicurezza di tutti. Non si può pensare che il caos si risolva da solo. E' necessario che ognuno faccia la sua parte».

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