Napoli, la battaglia per riaprire
Sant’Agostino alla Zecca a 40 anni dal sisma

Napoli, la battaglia per riaprire Sant’Agostino alla Zecca a 40 anni dal sisma
Lunedì 23 Novembre 2020, 09:56
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“La battaglia per la riapertura di Sant’Agostino alla Zecca è partita da lontano. Da quel 1980, quando a causa del terremoto, lo splendido gioiello del centro storico fu chiuso al culto e a tante possibili attività aggregative, fondamentali per una zona come Forcella povera di spazi e di progetti”. E’ quanto dichiara Gianfranco Wurzburger presidente dell’Associazione Gioventù Cattolica che da anni opera nel centro storico ed anche a Forcella.
Nel 1998 nacque ad opera di Assogioca e della famiglia Castiello artigiani del quartiere il Comitato per la tutela e la salvaguardia della chiesa, in seguito ad un incendio appiccato nel giorno dei falò della festa di Sant’Antonio Abate che distrusse lo splendido portale trecentesco. Sant’Agostino alla Zecca per anni fu abbandonata a se stessa. Il Comitato, allora, allertò giornalisti, politici, Istituzioni. Raccolse fondi per invitare simbolicamente alla ricostruzione della chiesa posizionando grossi salvadanai nei negozi e nelle attività commerciali del quartiere.

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Il comitato, nel gennaio del 2005, ripartì all’attacco  ma non ebbe alcuna risposta dal ministero dell'Interno, ente proprietario dell'edificio, né dall’allora ministro Buttiglione, competente per i Beni culturali perciò spedì  5000 cartoline con le quali, a 25 anni dal terremoto, si invitava a non dimenticare Sant'Agostino alla Zecca


Nel 2008, l'allora ministro dei Beni e delle Attività culturali, Sandro Bondi, si impegnò per il restauro della chiesa  stanziando 1.600 mila euro a cui ne furono aggiunti dal FEC altri 600mila per i lavori della facciata. Le operazioni di restyling si sarebbero dovute concludere nel 2009.  Il finanziamento non bastava per il restauro del campanile e delle catacombe, dove c’è la cripta con le ossa venerate.
Un patrimonio immenso che conserva gli affreschi di Giacinto Diano, il pulpito in marmo di Porto Venere e ancora le tombe del musicista settecentesco Niccolò Jommelli e del servo di Dio, Giovan Battista Jossa, usciere del Tribunale ai tempi di Murat e che potrebbe diventare una importante risorsa per i giovani di Forcella.
Tra le tante battaglie, ci piace ricordare quella del marzo 2006, quando mille volantini furono distribuiti per sensibilizzare l’allora prefetto di Napoli sulla chiusura di Sant'Agostino alla Zecca, in piazza San Domenico Maggiore dal Comitato per il restauro della splendida chiesa, di proprietà del Fec (Fondo Edifici Culto) amministrato dal ministero dell'Interno. 

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“Sembra che ora siamo arrivati ad una svolta: il completamento dei lavori. Almeno – conclude Wurzburger -  così ci dicono! Per questo motivo abbiamo chiesto con una lettera rassicurazioni al Ministro per i Beni Culturali Dario Franceschini ed al Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese.  Ciò potrebbe significare la riapertura dell’edificio nel cuore di Forcella che, oltre a rappresentare un monumento di indubbio valore storico e architettonico, diventerebbe un punto di riferimento, di aggregazione e di formazione per il quartiere.

Una rinascita sociale in un periodo difficile. Noi ce lo auguriamo perché anche questo è un segno che le battaglie importanti, se combattute insieme, sono sempre vincenti”.

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