Napoli, dopo 500 anni riappare al Beverello la fonte dell’acqua «zuffregna»

Napoli, dopo 500 anni riappare al Beverello la fonte dell’acqua «zuffregna»
di Marco Perillo
Giovedì 5 Novembre 2020, 18:02 - Ultimo agg. 22:20
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Napoli è una straordinaria città stratificata, unica nel suo genere, dove il passato è sempre presente. E anche se le esigenze della modernità provano a nasconerlo, negarlo, spesso oltraggiarlo, esso riaffiora in tutto il suo splendore quando meno ce lo aspettiamo. Accade per esempio al molo Beverello, dove, complici i lavori di ammodernamento della banchina portuale, è riapparsa dopo cinquecento anni la fonte dell'acqua «zuffregna» del Beverello. 

Ebbene sì, c'era un tempo in cui in questa zona che un tempo ospitava il molo piccolo vicereale - il nome Beverello deriva da "biberellum", stando proprio a indicare un luogo in cui ci si abbeverava - era rinomata per le sue fontane da cui sgorgava acqua sulfurea, dal sapore acidulo, quasi d'uvo marcio, vulcanica, proveniente dalle viscere della terra e che diceva facesse anche molto bene alla salute.

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L'acqua della fonte del Beverello arrivava fino a Santa Lucia, all'altezza dell'attuale hotel Royal Continental, dov'era altresì prelevata. Fu definita “acqua delle mummare”, dal nome delle anfore di creta con due manici con un tappo di sughero utilizzate per prelevarla e trasportarla senza il rischio di comprometterne le qualità. Era un'acqua minerale gassata con sali minerali, bicarbonato di sodio, cloruri, calcio, magnesio e ferro.

Fresca, frizzante e dal sapore ferroso, essa era diffusa in città fino agli anni Settanta, prima che le restanti fontane  fossero chiuse. Accadde esattamente nel 1973, in seguito del colera, per motivi igienico-sanitari. Per trent’anni l’acqua ferrata è stata soltanto ricordo.

 

Eppure, per secoli, l'acqua del Beverello è stata la bevanda per eccellenza dei napoletani, denominata anche "acqua della sorgenti del Monte Echia", spesso prelevata da un pozzo artesiano ottocentesco situato nel Palazzo Reale. Questa fonte veniva usata per fare il carico d’acqua per i velieri che andavano nelle Americhe, perché si riteneva fosse unica al mondo non soggetta a putrefazione. 

A dare notizia della riscoperta è Antonio Pariante del Comitato di Portosalvo in un post sui social: «Con i lavori del nuovo terminal portuale riemerge, forse per l’ultima volta, l’antico Beverellum dell’acqua zuffregna che secoli fa rappresentava una delle più belle e famose peculiarità della nostra città, l’acqua speciale - scrive Pariante -. La ricchezza delle sorgenti napoletane, come molti sanno, era riconosciuta in tutto il mondo ed in epoca vicereale era particolarmente richiesta dai sovrani di Spagna che, apprezzandone la grande qualità organolettica, mandavano le loro navi cisterna a farne continue scorte. Oggi la capitale delle “preziose sorgenti” é scomparsa e tutto questo non esiste più ma quest’acqua rinnegata, come dice qualche eretico studioso, continua a scorrere sotto al molo assieme a quei dubbi progetti urbanistici che, attraverso gli interventi nel sottosuolo, ne hanno pericolosamente deviato il percorso e nascosto l’esistenza».

Sarebbe bello poter immaginare, come omaggio alla storia di Napoli, la realizzazione di una fontana, magari nel nuovo molo Beverello, per poter ancora rendere fruibile l'acqua "zuffregna". Un tentativo del genere fu fatto all'inizio del 2000 quando furono installate delle fontanelle su via Acton, il cui funzionamento durò molto poco. Ora l'occasione è grande. Chissà quanto potrebbero apprezzare quell'acqua i turisti da tutte le parti del mondo, magari raccolta ancora nelle mitiche "mummarelle". 

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